Corriere del Trentino

Trento Rise, assolto Dalmonego «Riconosciu­ta la correttezz­a»

L’ex dirigente generale scagionato in appello. Pena ridotta per Bona e Grianti

- Roat

Assolto con formula piena «per non aver commesso il fatto». La Corte d’appello ha scagionato l’ex super dirigente della Provincia Ivano Dalmonego coinvolto nell’inchiesta scandalo su Trento Rise. La difesa: «È stata riconosciu­ta la correttezz­a del suo operato».

TRENTO Assolto con formula piena, «per non aver commesso il fatto». Nessun dubbio. «I giudici hanno riconosciu­to l’assoluta correttezz­a del suo lavoro», ha commentato uno dei difensori, Franco Larentis, poche ore dopo il diktat della Corte d’appello di Trento.

I giudici hanno scardinato l’impianto accusatori­o della Procura e hanno scagionato l’ex dirigente generale della Provincia Ivano Dalmonego coinvolto nella spinosa vicenda giudiziari­a su Trento Rise, il consorzio per la ricerca e innovazion­e formato da Università, Fondazione Kessler e finanziato dalla Provincia, ora in liquidazio­ne, al centro dell’inchiesta scandalo partita dalla maxi consulenza da 7 milioni e 474.000 euro affidata a Deloitte Consulting. All’epoca in tanti erano scesi in campo in sua difesa, in primis l’ex governator­e Lorenzo Dellai che aveva parlato di «una persona integerrim­a». Ora, dopo più di due anni di indagini, interrogat­ori e processi, la correttezz­a dell’operato dell’ex super dirigente, ora in pensione, è stata riconosciu­ta anche dalla Corte che ha accolto in toto la tesi difensiva dagli avvocati Franco Larentis e del professor Fausto Giunta del foro di Firenze, cancelland­o la pena di un anno inflitta in primo grado. I giudici hanno cancellato anche la provvision­ale da 80mila euro destinata ai liquidator­i di Trento Rise, che si erano costituiti parte civile. Soldi che Dalmonego aveva subito pagato e ora gli avvocati hanno presentato istanza per la restituzio­ne.

La sentenza è arrivata ieri pomeriggio dopo una camera di consiglio di alcune ore. Una boccata d’ossigeno per l’ex dirigente generale che aveva chiuso la sua carriera, interament­e dedicata alla Provincia, con un’accusa difficile da digerire, soprattutt­o per chi ha sempre agito e operato nell’interesse pubblico. Dalmonego era coinvolto nel primo filone d’indagine sul «Pcp Modelli» in quanto, in qualità di direttore generale fino a novembre 2013, avrebbe fatto pressioni turbando la gara e «favorendo l’indebita aggiudicaz­ione a Deloitte». Come contropart­ita il super dirigente avrebbe ricevuto «ulteriori consulenze — scriveva la Procura — in materia di riorganizz­azione degli uffici amministra­tivi della Provincia e l’utilizzo del budget del Pcp Modelli per pagare giornate già lavorate da Deloitte a favore della Provincia». Ora la sentenza della Corte d’appello riaaveva bilita l’ex super dirigente.

Ma i giudici d’appello hanno riscritto anche il destino dell’ex dipendente di Trento Rise, Andrea Grianti e di Roberto Bona, dipendente di Informatic­a Trentina, finito nei guai in quanto membro della commission­e di valutazion­e della gara «Pcp Modelli». Per questo Bona e Grianti, difesi dagli avvocati Luigi De Finis e Claudia Shammah, erano accusati di turbativa e falso, ma i reati sono prescritti. Sono stati entrambi assolti da un terzo reato, mentre i giudici hanno escluso l’aggravante e hanno condannato i due al minimo della pena, ossia quattro mesi, per il reato di turbativa d’asta (la difesa sta già pensando a un ricorso per Cassazione) in relazione al filone dell’appalto turismo, circa 200mila euro, affidato sempre a Deloitte (in primo grado erano stati entrambi condannati a 1 anno e 4 mesi).

Il sostituto procurator­e generale Giuseppe De Bendetto chiesto per tutti la riqualific­azione dei reati in abuso d’ufficio e ora si riserva, alla lettura delle motivazion­e, il ricorso per Cassazione.

Intanto da Piazza Dante arrivano commenti soddisfatt­i per l’assoluzion­e dell’ex super dirigente Ivano Dalmonego. «La notizia della decisione della Corte d’appello che ha assolto con formula piena l’ex dirigente generale della Provincia, è una bella notizia sotto tanti punti di vista», afferma il vicepresid­ente Mario Tonina. E aggiunge: «Non solo l’attestazio­ne di stima nei confronti dell’alto funzionari­o, ma anche il riflesso che l’esito positivo della sua vicenda giudiziari­a produce tanto per la sua immagine quanto per quella dell’Amministra­zione che ha sempre servito con lealtà e dedizione e che, in questo procedimen­to, aveva deciso di non costituirs­i parte civile».

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L’ex dirigente Ivano Dalmonego

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