Fatima è stata uccisa con calci e pugni: arrestato il marito
Svolta nella notte per l’indagine della Procura. Mustafa, pizzaiolo di 38 anni, si trova in carcere
«Un’aggressione violenta caratterizzata da calci e pugni». Chi ha ucciso Fatima Zeeshan, non ha avuto pietà , nemmeno del fatto che la giovane donna fosse incinta, all’ottavo mese di gravidanza. Ammazzandola di botte. È quanto emerge dall’analisi del medico necroscopo. Oggi sarà effettuata l’autopsia sul corpo della donna. Il marito in cella, gravi indizi.
«Un’aggressione VERSCIACO violenta caratterizzata da calci e pugni». Chi ha ucciso Fatima Zeeshan, non ha avuto nessuna pietà, nemmeno del fatto che la giovane donna fosse incinta, all’ottavo mese di gravidanza. Chi l’ha uccisa si è scagliato su di lei con una furia cieca, ammazzando di botte la povera donna nel letto di casa sua a Versciaco.
«Il medico necroscopo ha ricondotto l’evento luttuoso ad una morte violenta a seguito di percosse, probabile soffocamento con probabili lesioni interne cerebrali» spiega la Procura di Bolzano, comunicando in una nota la svolta nelle indagini avvenuta ieri notte, quando è stato arrestato il marito di Fatima, Mustafa, pizzaiolo di 38 anni. L’uomo, al termine di un lungo interrogatorio condotto dai sostituti procuratori Andrea Sacchetti e Sara Rielli, pur non avendo confessato il delitto, non ha infatti saputo fornire una spiegazione di ciò che era accaduto alla moglie: in altre parole, pur non avendo confessato, Mustafa non ha un alibi, né è in grado di spiegare cosa sia successo nella notte tra mercoledì e giovedì, nell’appartamento al secondo e ultimo piano dell’edificio al civico 2b di via Anger, dove viveva la coppia. E dove la donna è stata trovata morta.
Il ritrovamento
Giovedì mattina Mustafa non si era presentato al lavoro, nel ristorante - pizzeria Helmhotel, a poche centinaia di metri di distanza da casa sua. Il datore di lavoro lo aveva chiamato al telefono e Mustafa aveva risposto: «Mia moglie è morta». Erano le 10.30 di giovedì, e sul posto si erano così portate le ambulanze della Croce Bianca ed i carabinieri. Il cadavere della donna era riverso su un letto, accanto a macchie di sangue: «La donna riportava evidenti segni di violenza fisica — spiegano gli inquirenti — anche se al momento non è chiarita la causa effettiva della morte, che si potrà accertare solo a seguito dell’esame autoptico».
Proprio per oggi è in programma l’autopsia, che potrà dunque fornire l’esatta causa del decesso, ed altri importanti elementi utili a ricostruire la dinamica del decesso.
L’interrogatorio
Una volta giunti sul posto, i soccorritori hanno capito che non c’era nemmeno la possibilità di tentare una rianimazione. La donna era ormai morta, ed anche il bambino che portava in grembo. Il medico intervenuto sul posto ha accertato che la donna era deceduta da diverse ore, sembra almeno 7-8 ore. Secondo questa ricostruzione, Fatima sarebbe stata uccisa verso le 2 o le 3 di notte. Perché il marito non aveva dato subito l’allarme? A questa prima, banale, domanda, Mustafa non ha saputo dare una spiegazione.
Il trentottenne, davanti a numerose altre contestazioni, rese precise dalle molteplici testimonianze raccolte tra i suoi amici e colleghi di lavoro, si è chiuso a quel punto in un assoluto silenzio. A quel punto è stato indagato e gli è stato nominato un avvocato d’ufficio, Marco Lo Buono di Brunico. Mustafa è stato quindi trasferito in caserma a San Candido, dove si è svolto l’interrogatorio: il pizzaiolo non è stato in grado di rispondere alle domande dei due sostituti procuratori, che hanno disposto il fermo di indiziato di delitto, subito eseguito dai carabinieri.
L’accusa
L’arresto, per i «gravi indizi a carico dell’indagato» e per il «concreto pericolo di fuga e di inquinamento delle prove», è stato disposto dalla Procura con l’ipotesi di omicidio pluriaggravato. Le aggravanti, evidentemente, fanno riferimento alla minorata difesa della vittima, al suo stato di gravidanza ed al fatto che l’omicidio è stato commesso a danno del coniuge convivente. A queste aggravanti potrebbe teoricamente aggiungersi anche quella della crudeltà, qualora l’autopsia in programma og
L’autopsia Oggi si svolgerà l’esame sul cadavere per conoscere la causa esatta del decesso
gi dovesse confermare il sospetto che l’omicidio sia stato perpetrato con particolare efferatezza. Non si può inoltre escludere anche l’aggravante dei motivi abietti o futili, ma per questo bisognerà prima conoscere il movente dell’omicidio, che resta per ora ignoto. Un grande interrogativo, questo, al quale si cercherà di dare una risposta già dopodomani. Lunedì, infatti, è in programma l’udienza di convalida dell’arresto davanti al giudice per le indagini preliminari.
La difesa
Nulla, però, può venire già dato per scontato, nel senso che comunque Mustafa non ha confessato di essere stato lui ad avere ucciso la moglie. L’uomo, che alle 5 di ieri notte è stato trasferito nel carcere di via Dante a Bolzano, si trova in cella in attesa dell’udienza. Ieri ha anche incontrato il suo avvocato difensore, Marco Lo Buono: «Il mio assistito non era comunque in grado di parlare dell’accaduto. Non sono un medico, ma non mi sembrava particolarmente lucido. Voglio comunque ricordare che c’è la presunzione di innocenza e che non si può ancora dire chi sia il responsabile in questo caso».
Difficile anticipare, dunque, quale sarà la strategia difensiva, anche perché si tratta di una fase iniziale e molto delicata dell’inchiesta, con diversi punti da chiarire, a iniziare dal movente. Nelle prossime ore, però, si potrebbe arrivare ad un’ulteriore svolta, perché gli inquirenti sono ancora al lavoro proprio per cercare di far luce su questi aspetti. Un dato è certo: la povera Fatima, che abitava a Versciaco da un anno scarso, non è morta per un malore, ma è stata massacrata di botte. Ed il marito convivente non sa spiegare perché. Almeno, non ancora.
Dal giudice Lunedì mattina l’udienza di convalida L’avvocato Lo Buono: per ora lui non mi parla