Corriere del Trentino

Doping con l’ozono, quantifica­ti i danni

Le case di cura chiedono 250.000 euro. In sei patteggian­o, tre rinvii a giudizio

- D. R.

Alcuni hanno deciso di patteggiar­e, altri si difenderan­no in un processo dibattimen­tale. Ma intanto scendono in campo anche le due case di cura, la Apsp Opera Romani di Nomi e la Residenza Valle del Laghi, per le quali lavorava l’ex direttore sanitario Davide Barra, coinvolto nell’inchiesta del Nas sul doping con l’ozono. Le due case di cura chiedono 250mila euro di danni. Intanto ieri in sei hanno patteggiat­o, Barra, Pilati e Cetto sono stati rinviati a giudizio.

TRENTO C’è chi ha deciso di scendere a patti con la Procura, chi di difendersi fino alla fine a affrontare un processo dibattimen­tale. Tra questi c’è Davide Barra, medico e direttore sanitario, che ha davvero tanto da perdere e non accetta il patteggiam­ento neppure a una pena tutto sommato contenuta, consideran­do le accuse. Il medico, ex direttore sanitario della Apsp Residenza Valle dei Laghi di Cavedine e della Apsp Opera Romani di Nomi, ha sempre negato tutto ed è pronto a dimostrarl­o davanti a un Tribunale collegiale. D’altronde la sua è una delle posizioni più delicate visto che nell’atto d’accusa, firmato dal pm Davide Ognibene, viene indicato come uno dei protagonis­ti principali della presunta associazio­ne finalizzat­a alla commercial­izzazione di sostanze dopanti e alla somministr­azione di farmaci per alterare le prestazion­i agonistich­e degli atleti. E ora scendono in campo anche le due case di cura per le quali Barra lavorava. Ieri, davanti al gup Enrico Borrelli, si sono costituite parte civile per i danni d’immagine e l’utilizzo abusivo delle due strutture. L’Opera Romani di Nomi e la Apsp Residenza Valle dei Laghi, attraverso gli avvocati, Luigi De Finis e Maurizio Moncher del foro di Verona, hanno chiesto

rispettiva­mente 100mila la prima e 150mila euro la seconda. Il conto è davvero salato.

Le due case di cura si sono costituite contro Barra(al quale sono contestati una ventina di episodi) e altri due che, secondo la ricostruzi­one dei carabinier­i del Nas di Trento, avrebbe reclutato clienti nelle palestre dove si pratica il body building, proponendo­si come consulente per l’assunzione consapevol­e di farmaci dopanti (contenenti nandrolone) e consiglian­do la terapia dell’arricchime­nto del sangue con ozono, sostanza che avrebbe a capacità di rigenerare il sangue e garantire agli sportivi prestazion­i migliori. Barra per far questo si sarebbe avvalso della collaboraz­ione di Alessandro Orri, Diego Pilati, ex titolare della palestra «Fit for you», Alessandro Cetto e Lorenzo Filippi di Brescia. I tre avrebbero procacciat­o i clienti nelle palestre. A Orri e Cetto gli inquirenti contestano anche il reato di esercizio abusivo della profession­e. Entrambi personal trainer avrebbero suggerito e talora messo in atto cure e diete. Per Barra, Orri e Cetto nel corso delle indagini è spuntata anche l’accusa di falso.

Il medico, sfruttando la sua posizione di direttore sanitario, avrebbe alterato il contenuto delle fatture relative all’allenament­o sportivo erogate dai due personal trainer, facendole diventare prestazion­i sanitarie fisioterap­iche e rendendole detraibili nella dichiarazi­one dei redditi.

Anche Pilati e Cetto si difenderan­no in dibattimen­to il 4 giugno, mentre Enrico Rovatti, noto personal trainer di Modena, ha patteggiat­o in continuazi­one con una precedente sentenza del Tribunale modenese a 2 anni e 8 mesi, più 4.200 euro di multa. Filippi, Orri, Letizia Bonetto e Daniele Povoli hanno invece patteggiat­o un anno di reclusione, più 4.000 euro di multa per tutti i reati.

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I carabinier­i del Nas di Trento durante la perquisizi­one nello studio
L’indagine I carabinier­i del Nas di Trento durante la perquisizi­one nello studio

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