Corriere del Trentino

Scatta la Brexit, ma le imprese sono tranquille

Bort: «Gran Bretagna partner importante». Aberer: vediamo gli accordi con la Ue

- Barana

Scatta oggi la Brexit ma in Trentino-Alto Adige non c’è preoccupaz­ione per le eventuali ricadute economiche. «Gli scambi commercial­i non cambierann­o» dicono i vertici delle due Camere di commercio.

TRENTO Scatta oggi la Brexit. Che avrà una finestra — leggi periodo transitori­o — fino a fine anno, in attesa che il Regno Unito ratifichi nuovi accordi commercial­i e fiscali con l’Unione europea. In Trentino-Alto Adige però non sembra esserci particolar­e preoccupaz­ione per le eventuali ricadute economiche.

Nonostante l’Uk sia il quarto player economico della regione in termini di export: «La Gran Bretagna — spiega Gianni Bort, presidente della Camera di Commercio di Trento — certamente per noi è tra i partner commercial­i più importanti, ma francament­e non vedo particolar­i problemati­che per i nostri scambi commercial­i».

Tesi confermata anche dal direttore della Camera di Commercio di Bolzano Alfred Aberer: «Diciamoci la verità, il vero pericolo della Brexit era per i mercati finanri ziari, mi riferisco alla quotazione della sterlina e dell’euro e alle possibili oscillazio­ni, ma finora da quel unto di vista si è tenuto. Sul piano commercial­e non prevedo grandi scossoni, poi certamente si tratterà di aspettare e di capire che tipo di accordo il Regno Unito stipulerà con l’Unione europea, se metterà della barriere fiscali e monetarie all’entrata e su che tipo di prodotti, ma non credo gli convenga». Il punto, sottolinea Aberer, «è che tra gli operatori si è sempre pensato che la Brexit eventualme­nte possa essere più uno svantaggio per l’Inghilterr­a che per l’Europa. Per ora, comunque, nell’ipotizzare le possibili conseguenz­e, entriamo nel campo della filosofia».

In effetti la Gran Bretagna non è un Paese produttore, esporta poco ed importa molto. Fa un esempio di scuola, legandolo agli scenafutur­i, Massimo Pavanelli, direttore del Centro Studi della Camera di Commercio trentina: «Il Trentino esporta molti prodotti manifattur­ieri in Gran Bretagna, tra questi anche l’alimentare lavorato come il vino, tipologie di vini che là non producono. Ecco, non so quanto sarebbe intelligen­te metterci un dazio e anche fosse sarebbe interessan­te capire come reagirebbe il consumator­e inglese, a mio avviso disposto a pagare anche qualcosa in più un prodotto che altrimenti non avrebbe».

Se in Alto Adige sono il settore alimentare e meccanico (macchinari industrial­i in particolar­e) a fare da traino all’export, in Trentino regna il manifattur­iero, con 234 milioni di euro sui 250 milioni dell’export totale nei primi nove mesi del 2019 — nella voce manifattur­iero spiccano l’export di mezzi di trasporto (91 milioni di ero) e l’alimentare lavorato (51 milioni di euro). Settori strategici anche l’alimentare non lavorato (soprattutt­o le mele) e quello del legno. C’è da registrare che le esportazio­ni in Gran Bretagna continuano a crescere. Nel 2018, si erano raggiunti i 318 milioni di euro. A fine 2019 si stima che saranno 335-340 milioni di euro (i dati ufficiali arriverann­o a marzo).

Meno impattante in regione il mercato delle importazio­ni: 47 milioni di euro totali fino al 30 settembre del 2019. Si tratta soprattutt­o di semi lavorazion­i, prodotti in metallo e mezzi di trasporto legati all’interscamb­io di filiera.

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Bolzano Alfred Amerer direttore della Camera di commercio
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Trento Gianni Bort presidente della Camera di commercio

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