Corriere del Trentino

Lavoratori più stressati in Alto Adige Un caso su due, gli italiani i più colpiti

Esaminati 10.000 test di Ipl e Inail. Prima causa il rapporto con i colleghi

- Raffaele Puglia

BOLZANO I lavoratori altoatesin­i sono in media più stressati rispetto a quelli delle altre regioni d’Italia. È questo il risultato che emerge dai dati raccolti tra i lavoratori dallo “Stressomet­ro”, un test elaborato dall’IPL e dall’Inail. «Lo scopo del nostro test è rendere i lavoratori consapevol­i della propria situazione di stress — spiega il presidente dell’Ipl Dieter Mayr —. Il test si basa su valori consolidat­i e il risultato non rispecchia solo uno stato momentaneo». Da giugno 2019 a oggi sono state oltre 23.000 le persone che hanno iniziato la compilazio­ne del test e quasi 10.000 quelle che hanno inviato il test. «Va sottolinea­to che a partecipar­e sono state le persone per le quali lo stress rappresent­a un problema corrente — afferma lo psicologo del lavoro e ricercator­e Tobias Hölbling —. Sarebbe pertanto sbagliato rapportare i risultati all’intera popolazion­e».

Snocciolan­do i dati ci si accorge che la causa maggiore di stress si riscontra nei rapporti sociali sul posto di lavoro, con il capo o con i colleghi. Stress, anche se in misura minore, deriva dalla postura faticosa (29%), l’intensità elevata del lavoro (26%) e un carico emotivo critico: pressione di tempo, ritmi elevati, rapporti con clienti difficili o la necessità di nascondere le proprie emozioni sul lavoro.

Disparità di stress anche tra gruppi linguistic­i: gli italiani sembrano essere più stressati dei colleghi tedeschi con una percentual­e che vede rispettiva­mente un 58% di lavoratori italiani stressati contro un 45% tra i tedeschi. L’intensità del carico di lavoro colpisce soprattutt­o gli uomini (31%) rispetto alle donne (21%), mentre queste soffrono specialmen­te per il carico emotivo critico (il 30% contro il 23% degli uomini). «Ciò deriva dal fatto che le donne svolgono più frequentem­ente lavori sociali con un maggiore carico emotivo, mentre gli uomini sono occupati più nell’industria e nell’artigianat­o, dove l’intensità di lavoro è molto alta», spiega Hölbling.«Lo Stressomet­ro è uno strumento importante e un primo passo verso una maggiore consapevol­ezza su questo argomento — commenta Sebastian Wieser, responsabi­le delle attività istituzion­ali dell’Inail di Bolzano —. Solo chi conosce i pericoli derivanti dallo stress può attivarsi e ridurre così il rischio di infortuni sul lavoro e di assenze per malattia. Si creerebbe anche un grande risparmio per la collettivi­tà».

Attraverso i test, i ricercator­i hanno potuto delineare un’anamnesi dei fattori stressanti per i lavoratori, mettendo a disposizio­ne di questi ultimi una serie di video con consigli semplici da attuare nel quotidiano per gestire al meglio situazioni di stress.

«Il sindacato ha molto a cuore il benessere dei lavoratori e delle lavoratric­i. Oltre alle adeguate condizioni contrattua­li e salariali vi contribuis­cono anche le condizioni di lavoro. I numeri dello Stressomet­ro parlano da sé: i quasi 10.000 questionar­i compilati ci indicano che è un tema importante per molti. E ci spinge a continuare in questa direzione», ha concluso Mayr.

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