C’è Elio tra i ghiacci L’igloo-palcoscenico
«La sfida che mi mancava: esibirmi accompagnato da strumenti glaciali Sarà un miracolo, non vedo l’ora»
A 2.700 metri di altitudine lo spettacolo del funambolico artista milanese con i musicisti trentini Angeli, Bungaro, Salins, Pedrotti, Segatta, Lamanna
«La sfida che mi mancava era cantare in un igloo di ghiaccio». Parola di Elio, al secolo Stefano Belisari, che oggi all’Ice Dome sul Ghiacciaio Presena (ore 16 e 18) si esibirà accompagnato dagli strumenti di ghiaccio della ParadIce Orchestra. Il funambolico artista milanese, front man dal 1980 al 2018 del gruppo Elio E Le Storie Tese, rappresenta il nome più prestigioso della seconda edizione dell’Ice Music Festival. Amante delle sfide, ha riscosso successo in tivù come giudice di X-Factor e di recente si è cimentato anche a teatro interpretando «Il Grigio» di Giorgio Gaber. La sua proverbiale estensione vocale gli ha consentito felici incursioni anche nel campo dell’opera lirica con «Figaro il Barbiere». Elio tra i ghiacci sarà libero di spaziare tra i classici della musica italiana e internazionale, accompagnato dalla ParadIce Orchestra formata dai musicisti trentini
Giordano Angeli (chitarra), Corrado Bungaro (violino), John Salins (percussioni), Mirko Pedrotti (vibrafono), Nicola Segatta (violoncello) e Carlo Lamanna (contrabbasso).
Elio, cosa l’ha spinta ad accettare la sfida di cantare a 2600 metri in un igloo di ghiaccio?
È proprio la sfida che mi mancava. Quando mi è stato proposto ne sono subito rimasto affascinato e ho accettato senza pensarci. La mia vita è fatta di sfide, ho imparato che quando vado oltre il limite pago qualcosa in termini di sofferenza mentale ma poi ne ricevo benefici inattesi».
Che repertorio presenterà in questa occasione?
«Ci saranno i grandi classici della canzone italiana e anche internazionale».
Conosce già i musicisti della ParadIce Orchestra?
«È la prima volta che suoniamo insieme ma se mi hanno chiamato per una sfida simile significa che sono musicisti “con le palle”. Credo sia davvero un miracolo suonare con degli strumenti fatti interamente di ghiaccio»
Brani di Elio E Le Storie Tese in scaletta?
«Direi di no, anche perché se provassimo a fare un pezzo di quel repertorio gli strumenti di ghiaccio si scioglierebbero all’istante. Mi viene in mente solo La canzone mononota, che forse è fredda per me che la canto ma non per chi la suona».
Che esperienza è stata interpretare «Il Grigio» di Gaber a teatro?
«Ha fatto crescere molto la mia autostima. Ero convintissimo di non farcela, per un milanese come me Gaber rappresenta un totem».
Ha qualche ricordo legato al Trentino?
«Trento è una delle città che ha sempre accolto Elio E Le Storie Tese con affetto ed entusiasmo. Ricordo anche dei bei concerti a Rovereto e uno degli ultimi a Levico Terme. Sul Passo del Tonale cercherò di sfidare l’altezza come Coppi».