Corriere del Trentino

Bertoldi racconta i ventenni di oggi e quei baci sospesi

Il trentino Bertoldi e il nuovo romanzo dopo il successo del precedente best seller Una storia d’amore tra Verona e il Garda

- Di Sara D’Ascenzo a pagina

Ha baci in sospeso. Offre caffè in ogni città in cui punta la bussola delle sue presentazi­oni. Ha centomila seguaci su Facebook «tutti adulti, il mio pubblico di domani» - e 169mila su Instagram. Perfino un profilo su Tik Tok. Se Federico Moccia, autore di successo dalle cui pagine dilagò la moda dei lucchetti degli innamorati, muovesse i suoi primi passi oggi, forse anche lui avrebbe lo stesso approccio al pubblico di Riccardo Bertoldi, 29enne scrittore di Nosellari, borgo di 60 abitanti in provincia di Trento, al suo secondo romanzo per Rizzoli dopo il fortunato Resti? uscito a febbraio dello scorso anno e forte di 20mila copie vendute. Martedì esce Abbiamo un bacio in sospeso (io e te), nuovo capitolo della sua crescita sentimenta­le, tutta declinata col linguaggio e le immagini dei ventenni di oggi, con una propension­e al romanticis­mo, alla dolcezza, ma anche alla sfrontatez­za tipica della tarda adolescenz­a. «Io devo parlare della mia età adesso dice Bertoldi -. Ho 29 anni. Quando ne avrò 50 parlerò di altre cose. Ma ora non mi ci vedrei, per dire, a infilarmi a fondo nel rapporto padre-figlio da padre, visto che non lo sono».

Invece può dire molto sul rapporto amoroso, di cui innova il linguaggio con un lessico fresco, debitore dell’estetica da social ma supportato dalla consapevol­ezza di non prendersi mai troppo sul serio: «Le noti subito le donne fragili - scrive , sono quelle che abbassano lo sguardo imbarazzat­e se accenni loro un sorriso, e lo fanno con quella dolcezza che profuma di fragole e mare...».

Il romanzo è la storia di Leonardo e Sara, un amore a distanza difficile da vivere a vent’anni, tra Verona e Napoli con punte a Nosellari e Riva del Garda.

«Nosellari non poteva non esserci. A Rizzoli piaceva che rimanesse una traccia. Ci sono persone che hanno affrontato un viaggio anche dalla Sicilia per visitare il mio borgo dopo il romanzo».

Il cuore, però, è tra Verona e Napoli.

«Verona perché mi piaceva contestual­izzare il romanzo in un luogo che conosco bene, ci vado spesso, ho amici, mi piaceva trovare una città vicina al contesto dello scorso romanzo. I due protagonis­ti non vogliono vivere questa storia perché a quell’età non vogliono vivere una storia dove non possono “viversi” veramente. Mi serviva un posto lontano e ho scelto Napoli perché c’ero stato, avevo preso qualche appunto e mi sembrava il posto perfetto».

Scrive: «Siamo sempre alla ricerca della perfezione, ma ci innamoriam­o del resto».

«Io credo che un pochino sia questo il segreto di far funzionare le relazioni: riuscire ad apprezzare i difetti dell’altro. Magari arriviamo a non sopportare alcune cose di una persona, e poi quando non c’è più ci accorgiamo che ci mancano anche quelle. Abbiamo tutti un ideale di persona, ma spesso ci si innamora un po’ per caso, senza sapere veramente perché. Ricorderò sempre una frase di Pupi Avati: “Quando avete di fianco una persona, la amate, ma non sapete perché, vuol dire che è la persona giusta”».

Nel precedente aveva trattato un tema ostico come la malattia. Qui c’è l’Alzheimer e la morte di un genitore.

«Quando succedono alcune cose che ti fanno soffrire, un po’ ti restano dentro. Essere forte quando c’è qualcosa che non va è una mia filosofia. Sono una persona positiva, ma vedo che il mio pubblico spesso ha bisogno di una parola d’incoraggia­mento. Questo romanzo però è basato più sulla leggerezza nel rapporto di coppia, è molto più scanzonato del primo».

Cos’è l’iniziativa del caffè?

«Come per i social, dove passo cinque-sei ore al giorno per promuovere i miei libri, per questo nuovo romanzo ho deciso di avvisare il mio pubblico che sono in una città e chi vuole può prenotarsi via social per un caffè con me. Le persone si siedono e mi parlano. Sono incontri che si svolgono con una sola persona: tengo mezz’ora per ognuno. È un modo per entrare in contatto con loro».

Ma non la imbarazza stare seduto con persone che non conosce per mezz’ora?

«No, io non mi imbarazzo mai! Spesso parlano più loro, mi raccontano di sé, mi chiedono dei consigli per la loro situazione sentimenta­le. Oppure mi portano le loro pagine perché magari scrivono anche loro. È una cosa che ai miei lettori è piaciuta tanto».

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 ??  ?? Caffè con i fan
Il giovane scrittore Riccardo Bertoldi in ogni luogo in cui presenta i suoi libri invita i fan a prenotarsi via social per un caffè con lui
Caffè con i fan Il giovane scrittore Riccardo Bertoldi in ogni luogo in cui presenta i suoi libri invita i fan a prenotarsi via social per un caffè con lui

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