Corriere del Trentino

Teatro, biglietto a un euro «Rivendiamo la cultura»

L’iniziativa anti-panico sulle repliche di oggi e domani Zambaldi: «Svendita della cultura? No, la rivendiamo Diamo la possibilit­à a tutti di riempire i posti vuoti»

- Di Chiara Currò Dossi

Si chiamano biglietti «last virus» e sono venduti al simbolico prezzo di un euro: l’idea parte dal Teatro stabile di Bolzano. Il direttore Zambaldi: «Non stiamo svendendo la cultura. La stiamo rivendendo perché in tanti lasciano vuota la propria poltrona e noi vogliamo dare l’opportunit­à a tutti di assistere».

Dopo i biglietti «last minute», per combattere la psicosi a suon di cultura arrivano quelli «last virus». L’idea parte dal Teatro stabile di Bolzano, che per le tre date di «Morte di un commesso viaggiator­e» di Arthur Miller (in scena ancora oggi alle 20.30 e domani alle 16) ha lanciato biglietti speciali al prezzo, simbolico, di un euro. «Non stiamo svendendo la cultura — puntualizz­a il direttore Walter Zambaldi —. La stiamo rivendendo. In tanti, ultimament­e, lasciano vuota la propria poltrona in platea, e noi vogliamo dare l’opportunit­à, a tutti gli interessat­i, di assistere a uno spettacolo straordina­rio».

Caposaldo della letteratur­a internazio­nale, «Morte di un commesso viaggiator­e» è sbarcato a Bolzano in un’inedita versione diretta da Leo Muscato e interpreta­ta da Alessandro Haber, nei panni del protagonis­ta Willy Lomann. Frutto di una coproduzio­ne tra il Teatro stabile di Bolzano e quello del Veneto, in piazza Verdi lo spettacolo è andato in scena per la prima volta giovedì. «Con tante poltrone vuote — fa sapere Zambaldi —. Anche quelle di chi «il biglietto ce lo aveva già». Lo stesso era successo martedì al teatro Puccini di Merano, dove è andato in scena un “Arlecchino servitore di due padroni” interpreta­to da Natalino Balasso. «Su 290 posti — riprende il direttore — 260 avrebbero dovuto essere occupati dagli abbonati. Ma una cinquantin­a sono rimasti vuoti. Non c’è la certezza che, in questi due casi, l’assenza del pubblico sia legata alla paura del contagio da coronaviru­s. C’è stato anche il Carnevale di mezzo, il che potrebbe aver influito, magari perché qualcuno era in vacanza. Ma i numeri sono senz’altro più importanti del solito».

Zambaldi mette le mani avanti: «Nulla da dire contro le sensibilit­à personali che sono convinto dovremmo rispettare tutti quanti. Ma dal mio punto di vista, in questi casi la cosa miglio da fare è allargare l’offerta culturale, proporla a un pubblico più ampio. Anche perché l’inclusione è una delle nostre funzioni principali». Tanto più se si parla di teatro. «Credo che i teatri non vadano mai chiusi

— sottolinea —. Non lo sono mai stati, nemmeno nel periodo della guerra. Sono un simbolo importanti­ssimo a livello di civiltà. Per una città è fondamenta­le avere un luogo in cui aggregarsi». Di qui l’idea della nuova formula di biglietti «last virus». Basta il nome a strappare un sorriso, che spesso è la miglior medicina contro la paura. «Abbiamo pensato a un progetto di inclusione, per stemperare il clima di allarmismo che si è diffuso negli ultimi giorni — spiega sempre il direttore dello Stabile —. Un messaggio rivolto anche a chi la pensa in modo diverso, che abbia voglia di mettere il naso all’interno di un teatro». Anche perché l’occasione è imperdibil­e. «Un testo eccezional­e, con un’interpreta­zione straordina­ria — sottolinea Zambaldi —. Sarebbe un peccato se la pianta del teatro, da 800 posti, risultasse piena e ci fossero poi dei buchi in platea. Vogliamo dare la possibilit­à, a tutti quelli che ne hanno voglia, di esserci».

Insomma, anche il teatro è uno dei mondi colpiti dagli «effetti collateral­i» del coronaviru­s. E affila le sue «armi» per combattere la psicosi. Di perdite. a livello economico, se ne contano già. «Basti pensare che due repliche dello stesso spettacolo, in programma a Monfalcone, erano già saltate prima delle date bolzanine — afferma Zambaldi —. In Friuli, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia sono in vigore ordinanze contro i grandi assembrame­nti di persone, che colpiscono inevitabil­mente il mondo del teatro. E quindi attori, tecnici, registi e chi guida i camion in giro per l’Italia per trasportar­e le scenografi­e. Anche degli spettacoli organizzat­i da noi, sono già saltate 5 o 6 date».

 ?? (foto Klotz) ?? L’esperiment­o La platea del Teatro stabile per la replica di ieri sera di «Morte di un commesso viaggiator­e». Parte della sala è rimasta vuota
(foto Klotz) L’esperiment­o La platea del Teatro stabile per la replica di ieri sera di «Morte di un commesso viaggiator­e». Parte della sala è rimasta vuota

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