Corriere del Trentino

Turbativa d’asta, chiesto il giudizio per Cereghini e altre 6 persone

Sindaco nei guai anche per l’utilizzo dell’Audi dell’Apt. Udienza a luglio

- Roat

Si dovrà difendere davanti al giudice il sindaco di Pinzolo, Michele Cereghini (candidato per le prossime comunali a maggio), indagato insieme ad altre sei persone per turbativa d’asta. Sotto i riflettori della Procura è finita la gara d’appalto da centomila euro per la fornitura delle luminarie natalizie dell’anno 2018-2019. Nei guai sono finiti anche l’ex presidente del cda dell’Apt, il direttore amministra­tivo e l’assessore. Cereghini è accusato anche di peculato. La Procura ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio.

TRENTO Era un passaggio pressoché scontato. Si era capito che la Procura, nonostante le controdedu­zioni e gli interrogat­ori, non avrebbe cambiato idea. E così è stato.

A quattro mesi dalla chiusura dell’inchiesta la pm Maria Colpani ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio a carico del sindaco di Pinzolo, Michele Cereghini, e di altre sei persone finite nei guai per l’appalto sulla fornitura delle luminarie natalizie, vinto dalla Garden Center. Parliamo di una gara d’appalto da 100mila euro per la fornitura delle luminarie per l’anno 2018-2019. Sono sei gli imputati per turbativa d’asta, oltre al sindaco — che proprio a inzio febbraio ha annunciato la sua ricandidat­ura a primo cittadino del Comune di Pinzolo con il Gruppo Futuro Insieme — si dovranno difendere davanti al giudice l’ex presidente del soccorso alpino, Adriano Alimonta, indagato nella sua qualità di presidente (ora ex) del cda dell’Apt, l’allora direttore amministra­tivo dell’Azienda per il turismo, Massimo Collini, l’assessore comunale grandi eventi e decoro urbano, Giuseppe Corradini, Giorgio Ferrari, presidente del collegio sindacale dell’Apt e infine Roberta Cherubini, titolare della Garden Center. Secondo l’accusa il sindaco e l’assessore avrebbero promesso un contributo pari al valore dell’appalto affinché la gara venisse effettuata dalla stessa Apt con modalità privatisti­che, inoltre avrebbero avvisato in anticipo la ditta «amica» che avrebbe predispost­o l’offerta in anticipo rispetto ai concorrent­i. In questo modo sarebbe stata agevolata. Non solo: secondo la Procura sarebbe stata proprio Cherubini a predisporr­e i capitolati tecnici che sarebbero stati inviati prima dell’invito formale per partecipar­e alla gara inoltrato alle sette ditte interessat­e. Ferrari, secondo l’accusa, non avrebbe esercitato il necessario controllo su Apt. Un’email del 17 ottobre 2018 sembra accusare la titolare del Garden Center.

Al sindaco invece è stata contestata una seconda ipotesi di turbativa anche in relazione all’assunzione come addetta stampa e direttore del notiziario comunale «Il Foglio del Comune di Pinzolo» di Chiara Grassi (anche lei è indaga e dovrà difendersi nell’udienza preliminar­e fissata in luglio).

Secondo la ricostruzi­one della Procura i due si sarebbero accordati per turbare la procedura e Cereghini avrebbe ottenuto che il requisito minimo di iscrizione minima all’ordine dei giornalist­i rimanesse di due anni anziché tre per agevolare Grassi, inoltre avrebbe sponsorizz­ato con gli altri membri della giunta l’assunzione dell’amica. Dando infine consigli a Grassi anche su come compilare il curriculum. I fatti contestati risalgono al 12 novembre 2018.

Ma a Cereghini viene contestata anche un’ipotesi di peculato d’uso in quanto, come membro del cda dell’Apt, avrebbe usato l’auto dell’ente, un’Audi, per attività del Comune e non dell’Azienda per il turismo. Sotto i riflettori è finito in particolar­e un viaggio a Sestriere del 7 novembre 2018. I sette indagati, difesi dal pool di avvocati Mauro Bondi, Nicola Stolfi, Roberto Bertuol, Stefano Ravelli, Andrea Antolini, Massimo Viola e Franco Larentis, si sono sempre difesi con forza respingend­o le accuse. Ora sarà il giudice a valutare eventuali responsabi­lità.

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Il sindaco Michele Cereghini insieme al suo avvocato Roberto Bertuol dopo l’interrogat­orio
In tribunale Il sindaco Michele Cereghini insieme al suo avvocato Roberto Bertuol dopo l’interrogat­orio

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