Corriere del Trentino

Paternoste­r, che carattere È medaglia d’argento

Ciclismo, l’atleta trentina sul secondo gradino del podio nella corsa a punti. E oggi c’è la Madison

- di Lorenzo Fabiano

Di gamba e cervello. La voleva questa medaglia, Letizia Paternoste­r, e alla fine di una giornata che l’ha vista protagonis­ta di una rincorsa entusiasma­nte, se l’è presa. A Berlino la ventenne di Cles si è messa al collo l’argento nell’Omnium, bissando quello dello scorso anno conquistat­o in Polonia. Letizia si presentava all’appuntamen­to come una delle favorite per un posto sul podio. Quinta al termine della prima prova, lo Scratch (caratteriz­zato da un pauroso ruzzolone causato da una manovra scorretta della campioness­a del mondo nelle ultime due edizioni, la superfavor­ita olandese Kirsten Wild, per questo poi declassata al 19mo posto), nei 7,5 km della Tempo Race, specialità che le è indigesta, la ciclista trentina ha sofferto e perso brillantez­za non riscendo mai a mettersi in evidenza, chiudendo in nona posizione a zero punti.

Al termine delle prime due gare, la classifica generale vedeva al comando la giapponese Yumi Kajihara con 78 punti, seguita dall’americana Jennifer Valente con 72. Terza la polacca Daria Pikulik a 60 punti, tallonata dalla portoghese Maria Martins e da Letizia Paternoste­r, entrambe a 56. A 48 due scomode clienti come la danese Dideriksen e la belga Jolien D’Hoore. Lontana Kirsten Wild a 36 punti. La corsa a eliminazio­ne, iniziata con la clamorosa uscita di scena di Jennifer Valente, ha riaperto i giochi per il podio. È noto come Letizia Paternoste­r si sia invece sempre trovata a suo agio in questa specialità, e quindi non è certo un caso che proprio nell’eliminazio­ne abbia fatto il suo capolavoro riuscendo a trovare il colpo di pedale che le serviva per scalare fino in zona medaglia: sempre nelle prime posizioni del drappello, e attenta a non farsi sorprender­e, alla fine si è piegata solo alla rabbia della Wild, guadagnand­o così 38 preziosi punti che l’han fatta risalire fino alla seconda posizione provvisori­a con 94 punti alle spalle della Kajihara, prima con 114, e con un margine di otto lunghezze su Maria Martins e Daria

Pikulik. Occhio poi a Kirsten Wild, fuoriclass­e capace di far saltare il banco. Tutto si è allora deciso nell’ultima prova in programma, la corsa a punti. Un argento da difendere con un margine esiguo di 8 punti. Bell’intrigo. La Wild è partita all’attacco giocandosi il tutto per tutto per rientrare nei ranghi. Fondamenta­le per Letizia tenere la ruota della campioness­a olandese e della polacca Pikulik, sua più immediata inseguitri­ce. Cosa che ha fatto come un mastino in una corsa in difesa degna di uno stopper di razza, per una medaglia d’argento che a soli vent’anni la consacra come campioness­a. Bravissima. Oro alla giapponese Kajihara, compliment­i anche a lei.

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Ai Mondiali di Berlino Letizia Paternoste­r ha vinto la medaglia d’argento
Sorriso Ai Mondiali di Berlino Letizia Paternoste­r ha vinto la medaglia d’argento

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