Porte chiuse in Carinzia? Le Eagles insistono
«La questione sanitaria non è in discussione. Ma le frontiere sono aperte, e noi andremo a Spittal an der Drau a imporre la nostra linea. E cioè: o ci lasciano giocare, o tutte le partite in programma questo fine settimana vengono posticipate. Non è accettabile che la nostra sia l’unica squadra tagliata fuori. Vorrebbe dire perdere a tavolino. E non ci stiamo, vogliamo e possiamo giocarcela fino all’ultimo». Loris Molin Pradel, vicedirettore delle Eagles, le bolzanine dell’hockey femminile, è netto. L’ipotesi di vedere la squadra tagliata fuori dalla semifinale (e, in caso di vittoria, anche dalla finale che si disputa il giorno dopo) della European women’s hockey league (Ewhl), a causa della psicosi da coronavirus, è un boccone troppo amaro da mandare giù.
Specie perché, appunto, il torneo è alle battute finali, e fra oggi e domani le aquile bolzanine dovrebbero contendersi il podio con le ungheresi del Mac Budapest e del Kmh Budapest e le kazake dell’Aisulu Almaty. Il condizionale, purtroppo, è d’obbligo, dato che la Carinzia sembra intenzionata a chiudere loro le porte. Anche lì, come in molti altri Paesi, a giocare d’anticipo è stato il terrore (immotivato) del contagio, che da alcuni giorni ha messo in dubbio la loro discesa in campo contro il Mac Budapest, in programma alle 15.40 di oggi.
«Il sindaco di Spittal an der Drau (la città che oggi e domani ospita le ultime quattro partite, ndr) — spiega infatti Molin Pradel — ha minacciato di non accettare la presenza della nostra squadra perché proveniente da un Paese a rischio di trasmissione del coronavirus. Mettendo così sotto pressione gli organizzatori del torneo. Nei giorni scorsi abbiamo inviato loro tutta la documentazione del caso, compresi gli aggiornamenti divulgati dalla Provincia sul cessato allarme. E ora sembra che la ragione abbia preso il sopravvento». Ma, almeno fino a ieri pomeriggio, non c’era ancora nulla di sicuro. «Noi, domani (oggi, ndr) partiremo comunque — aveva fatto sapere il vicepresidente —. Il ritrovo davanti al pullman è alle 7. Stasera (ieri sera, ndr) invece abbiamo in programma l’ultimo allenamento. Rassicureremo le ragazze, ma con l’intenzione di tenerle concentrate. Ce la possiamo e ce la vogliamo giocare».
Le aquile sono infatti decise a puntare alto. Anche perché, ricorda Molin Pradel, «dopo un avvio di stagione difficile, sono passate, in due mesi, dall’ottavo al quarto posto, almeno. Un ottimo risultato. Anche considerato il fatto che le altre tre squadre che affronteranno sono professioniste. Al contrario delle nostre ragazze che — sorride — sono rubate alla scuola e al lavoro». E che hanno fra i 14 e i 30 anni.
Il loro impegno non si esaurisce nell’Ewhl («paragonabile alla lega Ebel maschile»), dato che partecipano anche al Campionato italiano, anch’esso alle fasi finali. Su quel fronte le bolzanine scenderanno in campo mercoledì, contro il Valdifiemme.