Fugatti: faremo argine ai contagi
Il presidente promuove la decisione di Conte: «La scelta è stata concertata con gli altri governatori del Nord»
La decisione del premier Conte è arrivata poco prima delle 22: tutto chiuso, tranne alimentari e farmacie. «Le imprese — ha aggiunto — facilitino ferie e smart working». Una decisione netta, dettata dal continuo amento dei contagi, che sale anche in Provincia di Trento con 25 nuovi positivi al tampone. E voluta anche da Fugatti e Kompatscher: «È una scelta concertata con gli altri governatori» affermano. Intanto ieri il tavolo del credito ha dato via libera al protocollo da 250 milioni.
BOLZANO Quando la polizia austriaca attacca con i controlli sistematici sono da poco passate le 10 e al passo del Brennero, il più trafficato tra i valichi alpini, il flusso dei veicoli è leggero ma costante. Otto ore dopo il bilancio è devastante: le agenzie parlano di 80 chilometri di coda, i rallentamenti iniziano a Bolzano nord e proseguono fino al confine di Stato. Le associazioni dell autotrasporto protestano con il governo e anche il ministro degli esteri Luigi Di Maio interviene per criticare le misure prese dall’Austria. «Ci ricorderemo di chi ci ha chiuso i confini e ci rialzeremo più forti di prima» ha detto Di Maio.
La decisione di sigillare il Brennero, annunciata martedì dal cancelliere Sebastian Kurz, è stata limata fino all’ultimo per cercare di limitare i disagi ma i risultati sono stati disastrosi. Ora che l’epidemia sta dilagando in Austria, Vienna ha deciso di fermare tutti i voli e i treni dall’Italia e ha annunciato controlli sanitari su tutti i mezzi in entrata. Eccezioni, ottenute in seguito alle pressioni del presidente della Provincia Arno Kompatscher, sono state previste per i lavoratori transfrontalieri e le aziende italiane che devono fare consegne in Austria.
Gli effetti di questa decisione non hanno tardato a manifestarsi. Ed è scattato il fuggi fuggi dall’Italia. Austriaci e germanici che erano qui in vacanza, ma anche cechi, ungheresi, slovacchi che, con la fine della stagione turistica, volevano tornare a casa prima che Vienna blindasse i confine. Un piccolo esodo che si è scontrato con la determinazione austriaca che, nel tentativo di arginare il coronavirus, ha letteralmente sigillato i confini utilizzando le infrastrutture realizzate nel 2016 con l’obiettivo di fronteggiare l’emergenza migranti.
In stazione decine di viaggiatori sono rimasti bloccati in seguito alla cancellazione dei treni: le ferrovie austriache infatti hanno fermato tutti treni in arrivo dall’Italia. I passeggeri hanno provato a varcare il confine a piedi ma sono stati fermati dalla polizia che ha lasciato passare solo i cittadini austriaci imponendo loro però un periodo di quarantena. Gli altri o sono stati rimandati indietro o sono stati fatti proseguire in taxi con l’impegno a non mettere piede sul suolo della repubblica austriaca. Nel pomeriggio, visto che molti viaggiatori erano rimasti spiaggiati al Brennero, le autorità tirolesi hanno messo a disposizione un bus che li ha trasportati fino a Monaco al prezzo di 35 euro.
Per i tir era stata prevista una procedura semplificata: i sanitari controllano la temperatura corporea agli autisti e li lasciano proseguire con l’impegno a non fermarsi sul territorio austriaco. Lungo l’autostrada le pattuglie vigilano sul rispetto del divieto.
Per il traffico privato i controlli sono ancora più stringenti: a tutti viene presa la temperatura e sottoposto un questionario. I cittadini austriaci possono passare solamente se si impegnano a rispettare un periodo di due settimane di autoisolamento. Gli italiani residenti in Austria invece devono produrre un improbabile certificato, non più vecchio di quattro giorni, che garantisca che il soggetto non è affetto da coronavirus. Un documento impossibile da produrre. Gli stranieri vengono fatti passare a patto che non mettano piede in Austria, per loro è consentito solamente l’attraversamento. Per gli italiani invece scatta il respingimento, senza troppi convenevoli.
Per cercare di contenere i disagi i veicoli leggeri sono stati fatti uscire dall’autostrada prima dell’abitato di Brennero mentre i mezzi pesanti si incolonnavano su una sola corsia. Ben presto però si è creata una lunghissima coda. I tir, per cui in teoria era stata prevista una procedura semplificata, sono rimasti incolonnati insieme alle auto private. Un serpentone di veicoli che nella serata di ieri ha raggiunto gli ottanta chilometri di lunghezza.
Simili scenari vengono segnalati anche in Carinzia, nei pressi di Tarvisio. Meno drammatica invece la situazione al valico di Resia e a Prato alla Drava dove il traffico è meno sostenuto. I turisti austriaci rimasti bloccati in Italia saranno rimpatriati entro questa settimana. Lo ha annunciato il portavoce del ministero degli Esteri Peter Guschelbauer. Si tratta di oltre cento persone che si sono rivolte al numero verde del ministero e che non possono tornare in Austria con i loro mezzi. Per loro saranno organizzati punti di raccolta. Per chi deve attraversare l’Austria invece continueranno ad esserci pesanti disagi.