Corriere del Trentino

Grande paura sui bus vuoti E dopo le 18 corse ridotte

- Tommaso Di Giannanton­io

Volti dritti e rigidi, alcune volte parzialmen­te oscurati dalle mascherine, quasi sempre intenti a squadrare le persone che salgono sull’autobus: come nel film «La cosa» di John Carpenter, infatti, la forma di vita aliena (il Covid-19 in questo caso) potrebbe assumere le sembianze di chiunque. «Ho paura perché a causa di questa malattia non sappiamo mai chi è nostro amico e chi invece ci è nemico», ci dice Emilia, tra le lavoratric­i che ieri mattina viaggiavan­o sulla linea urbana 8 «Centochiav­i-Mattarello».

In un silenzio del tutto atipico per una corsa mattutina frequentat­a generalmen­te da molti studenti e pendolari, i passeggeri — una decina all’incirca — si muovono con cautela all’interno dell’autobus, cercando di tenersi a distanza dagli altri e di evitare il più possibile il contatto con i pali di sostegno. Chi non è provvisto di guanti, si serve del polsino del maglione per premere il pulsante rosso della fermata. Il clima di diffidenza è piuttosto palpabile. «Ogni volta che entra qualcuno, sembra sempre che entri un infettato», conferma sorridendo Tiziano, che fa tutti i giorni lo stesso percorso alle 8 di mattina per raggiunger­e l’hotel Adige di Mattarello, dove lavora come chef. «Io invece mi sento abbastanza tranquillo — spiega il giovane ventinoven­ne, che però aggiunge — Vivendo quotidiana­mente questa corsa, ho notato che l’affluenza è leggerment­e aumentata oggi (ieri per chi legge, ndr). Non vorrei che gli autobus gratuiti abbiano spinto la gente a spostarsi, perché così si mettono a rischio i lavoratori che si muovono con i trasporti pubblici».

Da ieri fino al 3 aprile, infatti, la Provincia ha deciso che si potrà salire sui mezzi urbani ed extraurban­i senza biglietto. «Non un modo per incentivar­e gli spostament­i — aveva precisato il dirigente del Servizio trasporti pubblici, Roberto Andreatta — ma una scelta per tutelare chi lavora». Ieri mattina, dunque, a bordo di ogni autobus è comparso un nastro segnaletic­o bianco-rosso all’altezza delle macchine obliteratr­ici per

separare gli autisti dai passeggeri, i quali sono obbligati ad entrare dalla porta centrale o posteriore del bus. «È una misura che andava presa — osserva Michele, un dipendente di Trentino Trasporti — già da alcuni giorni c’era malcontent­o tra i colleghi. In questo modo siamo sicurament­e più protetti. Oltre a ciò, comunque, abbiamo a disposizio­ne dei guanti e un gel igienizzan­te e ogni giorno, per almeno due volte al giorno, gli autobus vengono sanificati». La stessa cosa ci viene detta da Luca, alla guida di un autobus della linea 17 «Piazza DanteLavis». «Anche se ormai sono in pochi a prendere il bus — fa notare scherzosam­ente l’autista — Prima siamo venuti da Lavis soltanto in quattro persone, mentre fino a qualche settimana fa il bus era sempre gremito». Discorso diverso invece per la linea 3 «Cortesano-Villazzano Tre», che sembra essere ancora molto frequentat­a. «La gente non ha capito che deve muoversi soltanto per necessità — si sfoga uno degli autisti della linea, che preferisce restare anonimo —. In queste condizioni, avendo una famiglia, sto pensando di rinunciare alla busta paga per due settimane».

Insomma, per molti gli autobus rappresent­ano una seria occasione di contagio. «Io sono costretta a muovermi con i mezzi pubblici per lavoro, ma se avessi un’auto non li userei affatto — ci dice schiettame­nte Emilia, di origini brasiliane, trasferita­si in Trentino da circa otto anni — Ho paura perché a causa di questa malattia non sappiamo mai chi è nostro amico e chi invece ci è nemico. Io avrei anche la mascherina, ma non voglio mettermela perché ho paura che la gente possa pensare che sia infettata». Di tutt’altra prospettiv­a è invece una signora in attesa dell’autobus alla fermata Romagnosi Vannetti di via Dogana. «Non ho mai avuto paura di niente, prendo la vita come viene — spiega Loretta, mentre impugna una scatola di salviettin­e — Ho sofferto tanto nella mia vita che adesso non ho paura di questa cosa. Si fa quel che si può sperando che questa piaga si vada ad estinguere presto».

Intanto la Provincia ha annunciato la riduzione dei mezzi pubblici. Da domani verrà dimezzato il servizio ferroviari­o extraurban­o, mentre da lunedì prossimo il servizio di trasporto urbano a Trento e Rovereto ed extraurban­o applicherà l’orario festivo nei giorni feriali (da lunedì al sabato) e verrà completame­nte sospeso nei giorni festivi.

Tiziano, lo chef

Io mi sento abbastanza tranquillo. Oggi ho visto qualche persona in più, non vorrei che i mezzi gratuiti incentivin­o le persone a prenderli.

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(Pretto) A bordo Un operatore su un bus cittadino
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(foto Pretto) Deserto Un bus solitament­e pieno

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