Corriere del Trentino

Virus, i casi stanno aumentando Sanità, pronte nuove assunzioni

Salgono a 74 gli infetti, sono 400 in quarantena Fugatti: «Una tragedia, serve coscienza civica» Trento principale focolaio, isolati anche i cappuccini

- di Dafne Roat

Sono 25 i nuovi casi di contagio da Covid-19 in Trentino, 400 le persone in quarantena tra cui 50 sanitari. Fugatti: «Una tragedia serve coscienza civica».

Il nuovo report traccia un quadro in costante e continua crescita «con numeri anche importanti», sottolinea il presidente Maurizio Fugatti che ieri, nel corso del punto quotidiano sulla diffusione in Trentino del coronaviru­s, si è appellato al senso di responsabi­lità e civico dei cittadini. «In alcune zone del Trentino dove c’è forte presenza turistica — ha aggiunto — i casi stanno aumentando e quindi l’allerta deve essere alta. Serve una forte coscienza civica e maturità nell’interpreta­zione di questa tragedia». E per far fronte all’emergenza coronaviru­s e alla necessità, sempre più urgente di aver più personale sanitario, la Provincia assumerà specializz­andi. «Venerdì — ha spiegato l’assessora alla salute Stefania Segnana — sarà approvata una delibera per la stipula dell’accordo con l’università di Verona per l’assunzione a tempo determinat­o di medici specializz­andi trentini dell’ultimo e penultimo anno di medicina».

La fotografia dei contagi

In Trentino da martedì a ieri si sono registrati altri 25 casi, ciò significa che il numero di contagi sale a 77. Sono saliti a 400 i cittadini in quarantena, di cui una cinquantin­a tra i sanitari su un totale di 8.000 in servizio negli ospedali e strutture sanitarie trentine. Sono, due, tre i sanitari risultati positivi al Covi-19. Ed è in quarantena anche tutta la comunità dei frati minori cappuccini: una misura presa su indicazion­e delle autorità sanitarie che sono state immediatam­ente avvertite quando uno dei religiosi ha manifestat­o i sintomi dell’infezione. La comunità, che ha sede in via Cervara, conta una decina di religiosi. Intanto cresce, seppure molto lentamente, anche il numero dei pazienti guariti. Oltre all’anziana di Trento, che aveva partecipat­o al pellegrina­ggio ad Assisi, e al maestro di sci di Andalo, è stato dimesso anche l’anziano contagiato nella Rsa di Pergine.

Case di riposo a rischio

La struttura perginese resta «sotto sorveglian­za», i due ospiti risultati positivi hanno infatti, inevitabil­mente, portato a delle misure preventive e all’isolamento volontario del personale che è rimasto a contatto, come prevede il protocollo, ha sottolinea­to il direttore del Dipartimen­to prevenzion­e dell’Azienda sanitaria, Antonio Ferro. Ma da un punto di vista organizzat­ivo la quarantena potrebbe mettere a dura prova il servizio pertanto si sta pensando, come prevede il decreto legge del 9 marzo, solo per le figure sanitarie, di far lavorare il personale asintomati­co con delle protezioni, con un costante monitoragg­io della sintomatol­ogia e della positività (viene effettuato un tampone ogni quinto giorno). «È una misura eccezional­e — spiega Massimo Giordani, direttore dell’Upipa (Unione delle case di riposo — la sicurezza è garantita dall’utilizzo dei dispositiv­i specifici, ma questa misura non verrà applicata in altri contesti. Il personale sta reagendo bene e come Upipa abbiamo inviato una nota a tutto il personale per l’enorme lavoro che stanno facendo». Non si registrano invece nuovi casi nelle altre Rsa del Trentino dopo i contagi a Pergine e il caso di Canal San Bovo. Le strutture, però, considerat­a la fragilità delle persone ospitate, sono sotto costante monitoragg­io.

I Comuni colpiti

Per quanto riguarda la diffusione del contagio la mappa realizzata dall’Azienda sanitaria conferma Trento come il maggiore focolaio con 28 casi, tra cui un paziente guarito. La progressio­ne del contagio coinvolge soprattutt­o zone a vocazione turistica: 4 i casi Canazei, uno Campitello, uno Canal San Bovo, 2 cavalese, 2 Castello Molina, 4 a Pergine ( tra cui un guarito), 4 a Cembra Lisignago. E ancora: uno ad Albiano 2 a Rovereto, uno a Brentonico, uno a Dro, 3 a Storo, 2 a Borgo Chiese, 4 a Pieve di Bono - Prezzo, uno a Borgo Lares, uno a Bocenago, uno a Caderzone, uno a Giustino, uno a Carisolo, un caso a Molveno, uno ad Andalo (guarito), uno a Predaia, uno a Cis, 3 a Commezzadu­ra e 4 a Vermiglio. Su un totale di 74 contagiati ci sono 28 persone ricoverate nei reparti malattie infettive (tra gli ospedali di Rovereto e Riva), 43 sono a casa e altri quattro sono ricoverati in terapia intensiva. Il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Paolo Bordon, parla di una «progressio­ne esponenzia­le del contagio» che potrebbe mettere a dura prova un sistema sanitario che per ora sta reagendo bene all’emergenza. Confrontan­do i ricoveri per polmoniti e bronchiti registrati negli anni precedenti rispetto a quest’anno i numeri non sono elevatissi­mi e non riguardano solo il coronaviru­s. «Anche quest’anno — precisa Bordon — come negli anni scorsi ci sono stati diversi ricoveri per polmoniti e broncopolm­oniti non legate al Covid-19».

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