Trecento test ogni giorno
Una settimana fa i campioni esaminati giornalmente nel laboratorio di Microbiologia e virologia del Santa Chiara, diretto dal dottor Paolo Lanzafame, erano circa 100. Ora sono 300. Ieri, alle 13, gli operatori dell’unità operativa al primo piano dell’ospedale avevano già preso in carico 140 campioni provenienti da tutto il Trentino. Ma è la sera che arriva il lavoro più consistente per i 18 operatori, tecnici e dirigenti impegnati 24 ore su 24 con turni raddoppiati per l’emergenza coronavirus.
Lanzafame spiega l’iter dei prelievi rinofaringei, come avvengono, quanto costano e quali sono le politiche in Trentino alla luce della sperimentazione di Bologna, con i «tamponi coreani» o pit-stop fatti alla gente in auto in città. «Bologna ha politiche di controllo diverse, dove si persegue la politica di cercare ed effettuare esami su larghi strati della popolazione, in Trentino invece si cerca di concentrarsi su quelle maggiormente a rischio», precisa il medico.
E spiega: «Il tampone viene effettuato nei soggetti sintomatici, in tutto il personale sanitario entrato in contatto con pazienti positivi, e laddove si richieda, dopo un’analisi epidemiologica precisa. Ed ha un costo che varia dai 35 ai 110 euro». Se un campione è urgente viene esaminato in una seduta da solo o con pochi, quindi il costo si aggira attorno ai 110, se si analizzano molti campioni, siamo vicino ai 35 euro, certo non 18 euro come sostiene il governatore veneto Zaia, «dipende anche dal tipo di tampone utilizzato, sono diverse le tipologie e le ditte presenti», commenta Lanzafame.
Che illustra come viene effettuato il tampone rinofaringeo e qual è la procedura di esame: «Si entra all’interno del naso per circa 5 centimetri e si arriva alla parte posteriore della rino faringe». Quindi, una volta prelevato, il tempone arriva al laboratorio dove viene esaminato, in ordine di priorità. Nell’arco di 4-6 ore, il tempo di una seduta, si ha il responso che poi viene inviato online alla direzione aziendale del dipartimento di prevenzione. Se il laboratorio regge al flusso annunciato, risponde: «Per ora sì, ma aspettiamo l’emergenza maggiore con il supporto di altri colleghi di altri ospedalieri: dovremmo riuscire a rispondere alle richieste».