Arco, muore schiacciato dal trattore «Era un appassionato di ulivi»
TRENTO Il secondo giorno di primavera, un sole leggero e un vento mite e piacevole. Ieri mattina il richiamo della campagna era stato irresistibile per Luciano Menegatti, agricoltore 79enne di Arco, suocero del sindaco di Nago-Torbole, Gianni Morandi. L’uomo aveva raggiunto il suo amato campo di olivi per svolgere dei lavori con il proprio trattore, in località Varignano, dove abitava con la compagna Mirta. Ma poi, tutt’a un tratto, durante una manovra, il mezzo agricolo si è ribaltato e l’ha travolto, senza lasciargli scampo.
«Per tutta la vita ha lavorato nell’azienda agricola di famiglia, che possiede prevalentemente meleti e vigneti — spiega Gianni Morandi — Mio suocero però aveva anche una grande passione per gli ulivi e aveva sempre fortemente voluto il campo di Varignano». Quello stesso campo, situato nelle vicinanze del «Maso le 4 stagioni», dove è andato da solo anche ieri mattina. Al momento dell’incidente, l’uomo si trovava su una stradina tra i terrazzamenti coltivati a ulivi per fare una buca nel terreno con il caricatore frontale. Stava eseguendo una manovra di retromarcia quando una delle ruote posteriori è andata a finire inavvertitamente su una rampetta. Un dislivello di nemmeno mezzo metro che è bastato però per far ribaltare il trattore, che si è rovesciato addosso al settantanovenne, facendolo morire praticamente sul colpo.
Il quel momento, nei paraggi si trovava un medico rianimatore, che stava sistemando il suo orto poco più sotto. Sentendo un forte rumore, l’uomo è accorso immediatamente nel campo di ulivi e ha cercato di rianimare il settantanovenne. Ma per l’anziano agricoltore purtroppo non c’era più niente da fare. I rilievi sono stati affidati agli agenti della polizia locale dell’Alto Garda, che hanno ricostruito la dinamica dell’incidente ed avvisato la sua compagna e i suoi familiari, la figlia Erminia e il figlio Luigi, che avevano perso la madre circa trent’anni fa.
«Siamo tutti quanti vicini alla signora Mirta, che in questo momento era la sua compagna di vita — dice affranto il genero — Per di più è accaduto nel pieno dell’emergenza coronavirus e non possiamo neanche fare una degna sepoltura».