Rsa, il piano per potenziare gli organici
Nelle Rsa un centinaio di Oss e infermieri in malattia Upipa pronta a contattare ex dipendenti in pensione E la Provincia manda personale a Villa Regina e Eremo
Rientro degli operatori in quarantena che risultano negativi al tampone e anticipo delle lauree: si cerca di sollevare gli organici delle case di riposo.
Negli ultimi giorni la curva dei contagi sta rientrando: ventuno infezioni in più nelle ultime 24 ore, a fronte della media di cento tamponi positivi degli ultimi giorni. Tuttavia il numero dei decessi, malgrado le misure di sicurezza adottate precocemente, rendono l’idea del fardello che grava sulle spalle delle case di riposo del Trentino: ventitrè vittime dall’inizio dell’epidemia. E nel complesso 345 contagi dentro le strutture. «La vera battaglia è lì» ha detto nei giorni scorsi Giancarlo Ruscitti, direttore del dipartimento salute della Provincia. Lo è doppiamente perché, fra quarantene di chi è entrato in contatto con ospiti positivi e malattie varie, gli organici sono talmente sfoltiti da compromettere l’assistenza. Di qui la strategia multilivello messa in campo da Gruppo Spes (Servizi socio sanitari per anziani), Upipa (Unione provinciale istituzioni per l’assistenza), singole strutture, Provincia e Azienda sanitaria: il rientro di infermieri e operatori sociosanitari in pensione; l’anticipo delle lauree delle professioni infermieristiche; il rientro al lavoro dei dipendenti in quarantena, asintomatici, che dopo quattro giorni di isolamento risultano negativi al tampone. Non solo: nelle strutture private (Eremo e Villa Regina) l’Azienda manderà personale proprio.
La situazione è critica. Un dato ribadito da Enrico Nava, direttore per l’integrazione socio sanitaria dell’Azienda sanitaria, fotografa la situazione: i contagi nelle case di riposo rappresentano il 30% di tutta la platea. «Ma l’incremendo dei casi negli ultimi giorni è stato contenuto» aggiunge Nava. Per le strutture, in attesa di ridurre ancora le infezioni, il carico resta comunque duplice.
Sanitario, perché i focolai divampano. Ma anche materiale, perché gli organici sono decimati. Sono più di un centinaio gli operatori mancanti e per questo sono state declinate misure immediate.
Ieri in una videoconferenza con presidenti delle strutture, sindaci, Upipa e Spes, il governatore Maurizio Fugatti ha ribadito la volontà di trovare soluzioni. La prima: «Estenderemo anche al personale delle case di riposo quanto previsto per infermieri e medici delall’ateneo l’Azienda sanitaria», spiega Giancarlo Ruscitti. Cosa significa? Il personale in quarantena che è asintomatico se dopo quattro giorni di isolamento risulta ancora negativo al tampone rientrerà al lavoro. A ciò si aggiunge l’anticipo chiesto di Verona — e concesso — delle sessioni di laurea in Scienze infermieristiche. Una quarantina di ragazzi potranno essere subito messi a disposizione di ospedali e case di riposo. Inoltre, come prevede il decreto «Cura Italia», il personale sanitario di recente andato in pensione potrà rientrare per sei mesi attraverso una collaborazione. Non solo: «Anche all’Eremo e Villa Regina interverremo inviando personale nostro», assicura Ruscitti.
«Siamo in difficoltà — riflette Francesca Parolari, presidente di Upipa — Noi abbiamo fatto un avviso pubblico e i primi curricula stanno arrivando. Speriamo che si attivi personale anche da fuori provincia». Dopo i colloqui e la scrematura, inevitabile anche in emergenza, si attiveranno subito i contratti. «Il prima possibile», assicura Parolari che sottolinea il «grande impegno e la solidarietà dimostrata dagli operatori in servizio». Un esempio: «A Ledro, dove si presentava la situazione più critica, due infermiere di strutture vicine hanno accettato di entrare in supporto: degli angeli». Le soluzioni messe in
I numeri
Sono 345 i contagi totali nelle case di riposo e 23 i decessi complessivi
campo sono una iniezione di fiducia. «Ci darà respiro» prosegue Parolari che poi guarda laconica i numeri nazionali. Pensa in particolare a Mombretto di Mediglia (Milano) dove in una singola casa di riposo si è arrivati a 50 decessi. «È uno stillicidio — riflette laconica — Ora l’auspicio è rallentare il contagio perché i numeri sono in continua crescita». Resta una nota positiva: da domenica sera Upipa sta distribuendo alle strutture mascherine protettive.