I sindacati sono delusi «Maglie troppo larghe Pronti a scioperare»
«Possono restare aperte solo quelle realtà che anche sul nostro territorio producono beni e servizi essenziali. In tutte le altre aziende la produzione deve essere sospesa. Siamo pronti a sostenere e organizzare la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori in tutti quei luoghi di lavoro dove non si rispetta questo principio. La priorità è fermare il contagio e tutelare la salute degli addetti». I tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti non sono pienamente soddisfatti del decreto del presidente del Consiglio approvato domenica. E condividono anche a livello provinciale le preoccupazioni per la scelta del Governo di ampliare l’elenco delle attività che potranno continuare ad operare.
«Il decreto del presidente del Consiglio di ieri e lo schema allegato — si legge in una nota — non tiene conto, se non in modo molto parziale, delle istanze e delle necessità poste dalle organizzazioni sindacali, prevedendo una serie molto consistente di attività industriali e commerciali aggiuntive rispetto allo schema iniziale». Gran parte delle attività che potranno continuare a rimanere aperte, secondo Cgil Cisl Uil, non sono indispensabili o essenziali. «Già in queste ore le nostre organizzazioni si stanno attivando per verificare settore per settore cosa resta aperto e cosa chiude — spiegano Grosselli, Bezzi e Alotti — e se viene rispettato quanto prevede il protocollo del 14 marzo sulle misure di sicurezza e tutela della salute da adottare in tutti i luoghi di lavoro per ridurre il rischio di contagio in questa fase di emergenza. Segnaleremo al Commissario del Governo tutte le aziende in cui non si rispettano i contenuti del protocollo, che ricordiamo è stato inserito nell’ultimo decreto dunque valore di legge, e chiederemo di sospendere tutte le attività non essenziali. Ricorreremo a tutte le forme di mobilitazione necessarie, fino allo sciopero».
Il settore dei metalmeccanici in cui si era registrata maggiore contestazione nelle settimane passate, però, si dice abbastanza soddisfatto. «La stragrande maggioranza delle aziende del settore deve chiudere — spiega Manuela Terragnolo, segretaria di Fiom-Cgil —, qualche azienda lavorerà fino a domenica per la messa in sicurezza degli impianti». Pochi i comparti che vengono definiti essenziali: gli
Fiom-Cgil Si fermano quasi tutte le aziende del settore metalmeccanico
impiantisti, gli informatici che gestiscono le reti della pubblica amministrazione, gli addetti della depurazione e i lavoratori dei call center. tra le aziende che continueranno a lavorare ci sono Siram, Edison e Cristoforetti.
Nel complesso sono più di un migliaio i dipendenti che continueranno a lavorare. «Monitoriamo le situazioni in sospeso. Oggi (ieri, ndr) la Fly di Grigno è rimasta ferma e sta attendendo indicazioni dal prefetto. Secondo noi dovrebbe fermarsi perché produce componenti per aerei di linea, un settore fermo a livello mondiale».