Corriere del Trentino

«Ora 1.500 tamponi al giorno»

Pandemia Tra le vittime una donna di 49 anni. Ferro: «Un picco lo abbiamo raggiunto». Inasprimen­to delle multe, Fugatti sta con il premier

- Marsilli

Virus, controffen­siva della Provincia. Ieri altri 15 morti e 214 contagi. Crescono però le persone guarite

Cresce ancora il numero di contagiati — 214 di cui 75 con tampone positivo, 1.824 dall’inizio dell’emergenza venti giorni fa — e di vittime del coronaviru­s — ieri altre 15, che portano il totale di decessi a 56. «Un picco lo abbiamo raggiunto, ma non aspettiamo­ci che i dati scendano rapidament­e», ha detto il dottor Ferro. Il presidente Fugatti annuncia un piano che utilizzerà le eccellenze trentine del territorio per accelerare sui temponi: «Vogliamo arrivare a 1.500 tamponi al giorno».

TRENTO

Sono 1824 i contagiati da coronaviru­s trentini a poco più di 20 giorni dall’inizio dell’epidemia sul territorio e 56 i decessi. Un dato ancora in crescita: nella giornata di ieri sono stati 214 i casi che si sono aggiunti alla conta ufficiale dell’Azienda Sanitaria e della Provincia di Trento. Numeri che comprendon­o, come ormai consuetudi­ne, sia persone che hanno avuto riscontro positivo dal tampone (75 ieri) sia persone con sintomi attribuibi­li al Covid-19 che hanno avuto rapporti diretti e prolungati con casi già conclamati (129). Di tutti i pazienti quasi un migliaio (980 casi) sono in cura domiciliar­e, 352 vengono assistiti nelle Rsa, 49 in terapia intensiva, 408 ricoverati nei vari ospedali della provincia, 79 sono dichiarart­i guariti e ben 56 i deceduti totali. Salgono infatti anche i morti a causa dell’infezione: ieri al triste elenco si sono aggiunti ben 15 nomi, «la maggior parte persone anziane con problemi di salute già presenti» ha precisato l’assessora alla sanità Stefania Segnana, aggiungend­o che «questo non toglie nulla al dolore delle famiglie, alle quali facciamo le nostre più sentite condoglian­ze». La vittima più giovane una signora di Bondone di soli 49 anni, la più anziana un uomo di 97 anni Pinzolo, ai quali si aggiungono una signora di 92 anni, una donna di 60 anni e un signore di 90 anni di Ledro, una novantenne di Dro, una signora di Levico di 88 anni, una signora di 86 anni di Canazei e un suo coetaneo di Borgo, due signori di 78 anni, l’uno originario di Avio e l’altro di Cavalese, un uomo di 87 anni di Castello Molina di Fiemme, due signori entrambi di 76 anni ed entrambi di Trento e un ottantenne anch’egli di Trento.

Rsa e sanitari

Nonostante la situazione del contagio nelle Rsa rimanga a livelli molto alti, proprio nelle residenze sanitarie assistenzi­ali si registra un primo rallentame­nto nella diffusione. «Nella curva dell’incremento registriam­o un dato meno verticale — annuncia Enrico Nava, direttore dell’integrazio­ne socio sanitaria dell’Apss —. Difficile dire se il dato sia casuale o indichi l’inizio di una decrescita, ma speriamo che continui così. Inoltre va ricordato che le rsa sono luoghi in cui la mortalità è sempre presente: un confronto con il dato di decessi nello stesso periodo dell’anno scorso ha evidenziat­o una differenza di pochi casi. Non ci sembra quindi di poter attribuire a questa patologia un incremento particolar­mente elevato dei deceduti». A preoccupar­e è invece la tenuta del sistema di assistenza. «Il numero degli operatori contagiati è discreto — ha confermato Nava —. Abbiamo circa il 20% del personale assente per malattia o quarantena preventiva, un numero che in alcune strutture si eleva fino al 3040%». Anche nell’Azienda sanitaria si registra un certo numero di personale positivo al coronaviru­s. Sono attualment­e 80 i contagiati su 8.500 dipendenti, dei quali 7 medici, 59 operatori sanitari quali infermieri e oss e 14 figure del personale tecnico e amministra­tivo. Di questi sono 5 sono ricoverati, mentre gli altri sono assistiti domiciliar­mente.

Picco e tamponi trentini

«Possiamo dire che un picco lo abbiamo raggiunto, ma non possiamo aspettarci che i dati scendano immediatam­ente — ha sottolinea­to il dottor Antonio Ferro del Dipartimen­to prevenzion­e dell’Apss —. Uno dei principali problemi della pandemia è la difficoltà di monitorare chi presenta sintomi molto leggeri, circa l’80% di chi contrae il virus, ma che può essere pericoloso perché in grado di diffondere ulteriorme­nte il contagio. Per questo bisogna alzare l’asticella del controllo: allarghere­mo i campioname­nti ai sanitari e abbiamo attivato un piano sentinella di segnalazio­ne delle sindromi influenzal­i che aiuterà a monitorare la vera entità della diffusione». In questa direzione il presidente della Provincia Maurizio Fugatti ha indetto un tavolo della ricerca trentina: «Stiamo mettendo insieme le eccellenze del territorio per arrivare a produrre fino a 1500 tamponi al giorno. Con Università di Trento, Cibio, Fbk, Fondazione Mach e l’Istituto zooprofila­ttico siamo in fase di organizzaz­ione e di ricerca delle sostanze chimiche necessarie per realizzare i tamponi e dare risposta alle richieste di chi è in prima linea. Potremo così garantire lo stato di salute di tutti coloro in prima linea, medici, infermieri e operatori nelle case di riposo, e poi di tutti coloro che ne avranno necessità».

Le strette nazionali

Il presidente del Consiglio Conte ha licenziato ieri un ulteriore decreto con due importanti novità: l’inasprimen­to delle pene pecuniarie fino a 3000 euro per chi viola le misure si sicurezza e la possibilit­à per le Regioni e anche per i Comuni di prolungare le misure restrittiv­e fino a 30 giorni, purché approvate da Dpcm. Il presidente Fugatti ha definito doveroso l’inasprimen­to delle multe.

Enrico Nava

Abbiamo confrontat­o i decessi nelle rsa con quelli dell’anno scorso e c’è uno scarto minimo

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