IL MALE MINORE
Il Coronavirus sta suscitando una moltitudine di interrogativi in ogni campo del sapere e, soprattutto, del «non sapere» umano. Dal punto di vista giuridico, ad esempio, si va dall’opportunità del voto parlamentare a distanza, al pericolo che il governo stia prendendo l’occasione per instaurare surrettiziamente una «democratura» (ibrido fra democrazia e dittatura). Dal punto di vista bioetico, la questione più discussa è oggi quella posta dalla Società italiana degli anestesisti rianimatori (SIAARTI).
Per il Coronavirus, l’azienda sanitaria sta valutando e attivando anche nelle principali località del Trentino diverse ipotesi per ospitare le persone che sono, e saranno, purtroppo colpite da tale morbo. Tra queste, oltre alle strutture ospedaliere, pure il complesso dell’ex polveriera di Marco che sarebbe attrezzato allo scopo con container e tende per accogliere una cinquantina di persone. Tali circostanze sono state oggetto di dibattito anche ad Ala e infine un nutrito gruppo di persone si è costituito in un comitato online per promuovere un progetto legato all’esistenza dell’ex ospedale in cui recentemente è stata terminata la ristrutturazione del terzo e quarto piano per ricavare una ventina di posti letto. Manca l’arredo che è in via di allestimento. jSe si aggiungesse il secondo piano, utilizzato ora parzialmente in day hospital e il primo piano, occupato solo in parte da una residenza psichiatrica, si potrebbero raggiungere 50/60 posti letto. Tutto ciò senza toccare il piano terra e l’interrato che continuerebbero a mantenere l’attuale destinazione poiché dalla piazza antistante vi sono alcuni ingressi che renderebbero indipendente l’accesso dei piani bassi da quelli soprastanti.
Posto che buona parte può essere utilizzata fin da subito per ospitare questi pazienti, il resto potrebbe essere ultimato in breve tempo, attingendo direttamente dai contributi europei destinati allo scopo, sgravando così le casse provinciali. In questo modo si creerebbe una situazione vincente per tutti: i pazienti avrebbero un ambiente più confortevole e dignitoso e l’investimento in denaro non servirebbe solo per l’emergenza ma il volume predisposto, poi, potrebbe essere utilizzato per un servizio che la comunità attende da anni. Come comitato, l’appello è rivolto verso il presidente della provincia, l’azienda sanitaria e l’amministrazione comunale.