Candidati sospesi «L’agenda politica stravolta dal virus»
Gli aspiranti sindaci: «Non è il tempo di dividerci»
TRENTO Tutti d’accordo i candidati sindaci delle maggiori città trentine: «Questo è il momento dell’emergenza, niente politica». Le campagne elettorali sono state interrotte, il voto previsto per maggio è slittato a chissà quando, forse al prossimo autunno e comunque a quando «tutto sarà finito». Tra chi si propone di guidare le città nel momento della «ricostruzione», in quasi tutti prevale però il «cauto» ottimismo: «Cambieranno molte cose ma sapremo ripartire. E la ripartenza avverrà proprio dalle comunità locali».
Trento
Alessandro Baracetti, che nel capoluogo trentino correrà per il centrodestra, punta tutto su questo ragionamento: «Ripartire dal territorio, dai quartieri, dalle città. Perché a livello nazionale e provinciale saranno messe in atto le misure per il sostegno all’economia, ma sarà sul campo, tra le comunità che si giocherà la ripartenza anche sociale e umana». I Comuni potranno intervenire sul tessuto produttivo: «Il commerciante, l’artigiano, punti di riferimento che dovranno essere sostenuti attraverso agevolazioni». Per il centrosinistra, il candidato sindaco Franco Ianeselli non nega che il contraccolpo economico sarà durissimo: «Serviranno politiche a sostegno della domanda e dell’offerta, del sostegno alle famiglie. Ma servirà anche una comunità coesa, non quella che coltiva le divisioni e le speculazioni politiche anche in momento come quello che viviamo oggi. Le persone chiedono a noi serietà oltre che idee per come affrontare quello che verrà dopo». Quindi niente polemiche: «Tutti abbiamo sottovalutato l’epidemia, molti errori sono stati fatti, è vero, ma nemmeno quando dovremo ripartire sarà il momento di dare la colpa a questo o a quello, perché sarà il momento in cui tutti dovremo lavorare assieme».
Rovereto
Sindaco attuale, oltre che candidato per un secondo mandato alla guida di Rovereto, Francesco Valduga è anche medico, che guarda all’emergenza sanitaria con preoccupazione: «Forse non ha nemmeno senso parlare del dopo mentre siamo in mezzo all’oggi. Ma sappiamo che passerà anche questa e altrettanto sappiamo che cambieranno radicalmente le nostre agende politiche e le nostre priorità amministrative. Stato e Provincia hanno abbozzato i primi interventi, che evidentemente non sono ancora sufficienti. I Comuni faranno la loro parte, difendendo l’economia dei territori e difendendo le reti di welfare. Dovremo affrontare il dopo come città, non come maggioranze e opposizioni, e