Coppie in crisi, la tattica del time out
L’associazione laica per famiglie in difficoltà rimane a disposizione anche durante l’emergenza: «Chiunque ha un problema non deve esitare a contattarci».
Non c’è solo la violenza. I problemi di coppia possono essere tanti: crisi, coppie che si stanno separando e che una convivenza forzata, come quella imposta dalle misure per contrastare il Covid-19, mette a durissima prova. Per questo l’Alfid, l’associazione laica famiglie in difficoltà, vuole far sapere che c’è. «I nostri uffici sono chiusi — spiega la presidente Sandra Dorigotti — Ma chiunque abbia un problema non deve esitare a telefonarci: un confronto con qualcuno che si sa competente e che è disposto a un ascolto attento può essere un sollievo». Eh già, perché vivere tre le mura di casa quando magari si stavano già preparando i documenti per la separazione può far deflagrare conflitti importanti, magari davanti ai figli. «Riceviamo alcune chiamate, meno di prima anche perché gli appuntamenti sono stati sospesi. Ma negli ultimi giorni sono tornate a crescere, anche da parte di persone nuove, che non erano in contatto con noi. Ci sono le tensioni legate alle separazioni, i problemi dei figli di genitori separati: in questa fase è emerso che spesso i bambini non vogliono spostarsi. E comunque gli spostamenti sono problematici. Pensare di poter consultarsi e scambiare qualche osservazione o chiedere qualche consiglio senza pensare che possa essere salvifico può essere utile». Alfid ha elaborato un vademecum che sarà consultabile sul sito dell’associazione e offre una sorta di decalogo dei comportamenti utili: «Tenere un diario può essere una buona prassi: è un elemento su cui depositare momenti di tensione. Oppure c’è la tattica del time out mutuata dallo sport: ci si mette d’accordo prima che, nel momento in cui ci si accorge che la tensione monta, ci si prendono 5 o 15 minuti di interruzione. Ci si chiude in bagno o si va a gettare la spazzatura. Tutto questo prima che la lite scoppi: deve essere una modalità preordinata. Oppure si può stabilire un orario, poniamo le 22.30, quando i figli dormono, a cui rimandare ogni discussione. Sulle questioni specifiche legate alla separazione possono poi essere dati suggerimenti pratici». Dorigotti è certa delle risorse del Trentino in materia: «Anche nei casi di dinamiche violente, la possibilità di lanciare un allarme anche rapido avendo già presentato la situazione può essere utile: in Trentino ci sono tante realtà sensibili, anche la Procura è attenta. Ci sono i servizi sociali, c’è la casa rifugio: anche a noi è stata chiesta la possibilità di prestare un alloggio per simili situazioni. Ma ecco, ci siamo anche noi».