Postal severo «Corbellerie nel Cura Italia»
L’ex presidente dell’Ordine dei commercialisti «Il reddito di emergenza viene erogato a pioggia Chi accederà al sito Inps per primo vincerà»
Maurizio Postal, componente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti, punta il dito contro Cura Italia. Un decreto, dice, che nasconde «corbellerie».
TRENTO Decreto Cura Italia: tante speranze e poche certezze. Ma soprattutto una gran confusione nelle regole di accesso alle speciali erogazioni previste per i lavoratori autonomi. Da oggi, peraltro, sul sito dell’Inps sarà possibile presentare la domanda per il bonus da 600 euro sia per i professionisti che per i lavoratori autonomi. Maurizio Postal, ex presidente dell’Ordine dei commercialisti e ora componente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti, punta il dito contro le modalità di erogazione del bonus e stigmatizza: nel decreto ci sono delle «corbellerie».
«Il provvedimento che prevede il bonus da 600 euro comprende una platea molto ampia di iscritti alla gestione separata dell’Inps, sia professionisti che imprenditori non di grandi dimensioni». Una platea di grande varietà che si trova a confrontarsi con problemi diversamente ma ugualmente gravi. «Questo “reddito di emergenza” erogato a pioggia non distingue le varie situazioni rispetto al danno: se il bonus può avere senso per un piccolo lavoratore autonomo, è del tutto insufficiente per il danno enormemente maggiore subìto da un grande ristorante o da imprese artigiane importanti — spiega Postal —. I problemi riguardano anche le modalità di accesso al bonus. Dal decreto del 18 marzo ad oggi (ieri per chi legge, ndr) sono passati 13 giorni e ancora non si sa esattamente come fare domanda. Il problema temporale si estende all’erogazione del bonus stesso: passerà un mese dall’emanazione del decreto ai primi accrediti».
La terza critica mossa da Postal riguarda la scelta di limitare il bonus al solo mese di marzo. Anche in questo caso si parla di un nuovo decreto che dovrebbe replicare la misura per il mese di aprile, ma al momento senza alcuna certezza. Oggi gli occhi di tutti sono puntati sul sito dell’Inps, strumento adibito alla ricezione delle richieste di bonus, e che da alcuni giorni è bloccato a causa del sovraccarico di accessi per la richiesta del pin che permette l’accesso alla sezione personale del lavoratore. «I fondi stanziati sono insufficienti rispetto agli aventi diritto — avverte il professionista —. Lo stesso presidente dell’Inps ha dovuto rimangiarsi la proposta di un “click day”, ma di fatto verrà messo in atto ugualmente. Se verrà utilizzato un criterio cronologico, l’unico oggettivo possibile, per riconoscere a chi erogare il bonus, chi arriverà troppo tardi resterà senza».
Ancora più complessa la situazione dei tanti iscritti a un ordine professionale e dunque a specifiche casse previdenziali, ai quali è stata estesa la possibilità di accedere al bonus con il decreto del 28 marzo. «Ogni lavoratore potrà chiedere i 600 euro attraverso la propria cassa, ognuna con modalità diverse, alcune delle quali non ancora rese pubbliche — stigmatizza Postal —. Ma è il decreto stesso a contenere delle corbellerie: il bonus per chi ha un reddito inferiore ai 35mila euro è legato all’aver subito limitazioni a causa dei provvedimenti restrittivi emanati in conseguenza dell’emergenza epidemiologica, tagliando fuori molti professionisti che hanno avuto un calo di fatturato ma non sono stati esplicitamente colpiti dai decreti. Tra i 35mila e i 50mila euro di reddito il bonus è erogato a chi abbia chiuso la partita iva o a chi abbia avuto una riduzione di almeno il 33% nel primo trimestre 2020, un esercizio di calcolo che può essere impreciso».
L’unico punto del Decreto Cura Italia promosso da Postal è la possibilità di porre i dipendenti in cassa integrazione direttamente a carico dell’erario. «Se normalmente è l’impresa che anticipa la cassa integrazione ai dipendenti, recuperando dall’Inps quanto dato solo successivamente e con tempi lunghi, ora il canale diretto permette di attivare la cassa integrazione anche da parte di quelle aziende che al momento sono a corto di liquidità».
Modalità Da oggi professionisti e lavoratori autonomi potranno presentare domanda per il bonus da 600 euro