LEZIONE DA TENERE A MENTE
L’esperienza drammatica del coronavirus ci sta inevitabilmente segnando tutti. E nessuno, nell’attesa spasmodica di un qualche vaccino, si sogna di mettere in dubbio le severe regole di comportamento e relative durissime sanzioni dettate da questa emergenza globale.
Sono così spariti anche i no vax e con loro — una lezione che si spera non dimenticheranno — sono ammutoliti pure i politici.
Politici che, pieni di dubbi e di distinguo con buona dose di populismo, lisciavano il pelo a coloro che qui da noi volevano sottrarsi all’obbligo delle vaccinazioni scolastiche. Eppure un’epidemia di morbillo è in grado di fare molti più danni e più vittime di quella del coronavirus. E le vittime sono soprattutto bambini piccoli.
Solo nel 2019 — dice l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) — ci sono stati 142.000 morti nel mondo, quasi 400 al giorno. E colpiti sono stati soprattutto i paesi più poveri del Terzo mondo dove le vaccinazioni obbligatorie — quelle tanto osteggiate dai no vax e messe in dubbio dai nostri politici compiacenti alla ricerca spasmodica di voti ad ogni costo — non ci sono. E non c’è dunque la famosa immunità di gregge: cioè l’alta soglia di vaccinazioni che garantisce tutti e impedisce un’epidemia altrimenti devastante.
Ma questa soglia va raggiunta e poi mantenuta mentre da noi — nel moderno Alto Adige/Südtirol — siamo ancora colpevolmente al di sotto (discorso totalmente diverso nel vicino Trentino, dove la soglia è ben oltre il 90%).
Il fatto è che mentre ora abbiamo l’esperienza diretta di cosa vuol dire un’epidemia di coronavirus, con il progresso di questi ultimi decenni ci siamo invece dimenticati di cosa possa voler dire un’epidemia di morbillo. Come ci siamo — fortunatamente — dimenticati anche di vaiolo, colera, peste, per non dire rabbia, tubercolosi e persino tetano. Ma se siamo arrivati a dimenticarci di simili calamità lo dobbiamo soprattutto al progresso civile ed economico della nostra società oltre che all’aver ascoltato e seguito le indicazioni degli esperti.
Con il coronavirus non ci siamo dunque abbandonati a un «lasciar fare» a ognuno quel che vuole, scambiando l’irresponsabilità di alcuni per sacrosanta libertà individuale. Sì, il morbillo è più grave e pericoloso del coronavirus. E speriamo che i nostri politici lo abbiano imparato in questi tempi durissimi.