«Il sistema degli affidamenti diretti, odiosi favoritismi a parenti e amici»
Corte dei Conti, la relazione della Procura regionale. Sotto tiro: Comuni, gestione Apt e Not
TRENTO «Il sistema trentino ha sviluppato costruttive risposte a situazioni negative». Questa è la premessa. Ma se il procuratore regionale della Corte dei Conti, Marcovalerio Pozzato, ammette che qualche sforzo da parte degli enti pubblici per migliorare la macchina amministrativa è stata fatto, non è abbastanza e parla di «gestione delle pubbliche risorse da parte di alcuni amministratori e dirigenti in chiave autoreferenziale». Poi stigmatizza «gli odiosi favoritismi, non di rado a vantaggio di parenti, amici e sodali dei vertici dell’amministrazione interessata».
Comuni sotto tiro
Il passaggio è contenuto nella lunga e dettagliata relazione sull’attività svolta lo scorso anno dalla Procura della Corte dei Conti, stilata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, annullato a causa del Covid-19. Non è difficile capire, analizzando le parole del procuratore, che sono perlopiù i Comuni ad essere finiti sotto i riflettori della magistratura contabile. In particolare gli incarichi, dati attraverso l’affidamento diretto, di diversi Municipi trentini sono al vaglio della magistratura contabile. Le indagini sono ancora in corso e il riserbo è massimo. «La scrupolosa osservanza delle regole del codice dei contratti pubblici — ribadisce il procuratore — e delle procedure di evidenza pubblica non solo implica la protezione delle risorse del pubblico erario, ma la difesa di tutti i cittadini».
Segnali positivi
Un aspetto positivo però c’è: l’amministrazione pubblica ha aggiustato il tiro sulle consulenze e in particolare su quelle relative agli incarichi ad avvocati esterni, finite negli anni scorsi al centro di indagini contabili. Nell’ultimo anno è cresciuta notevolmente la richiesta da parte della Provincia, università e altri enti pubblici di collaborazione con l’avvocatura dello Stato. «Se nel 2016 le richieste degli enti pubblici erano state 91 — ricorda Pozzato — nel 2017 sono divenute 115, per crescere ulteriormente a 162 nel 2018 ed arrivare a 267 nel 2019; complessivamente, dal 2016 al 2019, si è assistito ad una crescita di richieste di supporto all’avvocatura dello Stato, del 295,5% ». Un segnale positivo che ha portato un notevole risparmio, inoltre l’ Avvocatura della Provincia ha reclutato quattro nuovi avvocati e anche l’avvocatura dello Stato ha potenziato il proprio organico.
Apt e «mala gestio»
Tornando ai grandi temi al centro delle indagini, ha fatto scalpore, a febbraio, l’atto di citazione a giudizio a carico di una dirigente del Comune di Trento per i contributi pubblici all’Azienda di promozione turistica di Trento, Bondone e Valle dei Laghi. Parliamo di un danno erariale di 565.000 euro. Ora saranno i giudici a valutare eventuali responsabilità, ma sulla presunta «mala gestio» delle Apt trentine (a quanto pare l’Azienda per il turismo di Trento non sarà l’unica) la Procura della Corte dei Conti non sembra intenzionare a retrocedere. «Nel 2020 — scrive il procuratore — saranno ulteriormente implementate le indagini relative all’utilizzo delle provvidenze pubbliche da parte delle Aziende per il Turismo; è da segnalare, in questo quadro, l’attenzione già dedicata alla giustificazione contabile dei flussi finanziari in favore dell’Apt Trento, Monte Bondone, Valle dei Laghi».
Il Not
Infine un altro tema caldo anche per il 2020 resta il Nuovo Ospedale. Non solo perché ancora una volta al centro di ricorsi davanti al Tar, ma anche perché la Procura contabile sta concentrando l’attenzione «sull’inutilità di spese ricollegate alla realizzazione del
Positivo Avviata una maggiore collaborazione con l’avvocatura dello Stato
Nuovo Ospedale Trentino; al fine di non vanificare il grande sacrificio in termini di taxpayer money — si legge — è in corso la verifica dell’utilità dei flussi finanziari pubblici, accompagnati ai continui rinvii (dal 1998) e alla mancata realizzazione di tale struttura. I relativi esborsi ammontavano già a oltre 91 milioni di euro nel 2012, lievitando ad ora a più di 100 milioni di euro».
I numeri
Nella relazione Pozzato non dimentica la complessa vicenda di Trento Rise e dello «spreco di risorse pubbliche. In questo quadro —sottolinea — mi è gradito rilevare che, a seguito delle attività istruttorie di questa Procura (nei confronti dei Commissari liquidatori di “Trento Rise”), la società “Deloitte” ha provveduto, nel 2019, a pagare la somma di € 550.000,00». Complessivamente nel corso del 2019 sono stati recuperati prima del giudizio, attraverso pagamenti spontanei, 617.082. In totale sono stati chiesti importi risarcitori per 9 milioni e 228.839. I diversi procedimenti che si sono conclusi con sentenza hanno portato a condanne per 968.099,78 euro.