Corriere del Trentino

Simonino, il quadro della discordia

La tela di Gasparro. Le istituzion­i ebraiche: calunnia

- Baldo

Un quadro di un artista di Bari rilancia la falsa tesi antisemita sulla morte del Simonino ad opera degli ebrei nel 1475. Insorge la comunità ebraica che chiede la rimozione del quadro da Facebook.

Olio su tela, 225 x 150 centimetri. Un gruppo di ebrei — si riconoscon­o dai vestiti, dal payot che scende sul volto, dalle kippah e dell’esagerazio­ne dei nasi adunchi — viene ritratto con i volti assatanati, con i denti aguzzi, mentre si avventano sul corpo nudo di un bambino terrorizza­to con i coltelli in pugno, pronti a cavargli il sangue. Un quadro che spiega tutto nel suo titolo: «Martirio di San Simonino da Trento, per omicidio rituale ebraico». L’autore è Giovanni Gasparro, nato a Bari nel 1983, «battezzato nello stesso anno» recita la biografia, per sottolinea­rne la profession­e cattolica. Cattolica e tradiziona­lista, e in questo caso anche antisemita: così viene infatti definita da molti giornali israeliani, dalla Comunità ebraica milanese e persino dal Centro Wiesenthal.

«Il Centro Simon Wiesenthal chiede che Facebook rimuova» l’immagine del quadro di Gasparro, che viene definita come «orribile calunnia del sangue di un omicidio rituale ebraico».

Correva l’anno 1475 quando il Simonino venne trovato morto, quando l’accusa ricadde sugli ebrei. Simonino guadagnò l’onore degli altari, per poi esserne destituito quando studi più approfondi­ti ritennero la ricostruzi­one un falso storico. «Ora — si chiede il rabbino Abraham Cooper, a nome del Centro Wiesenthal — questo artista italiano decide di promuovere la violenta, raccapricc­iante e da tempo sfatata calunnia del sangue contro il popolo ebraico attraverso la sua arte? Abbiamo contattato Facebook chiedendo che non permettano che queste storie, che hanno portato all’uccisione e alla persecuzio­ne di ebrei per centinaia di anni, possano trovare spazio sulla loro potente piattaform­a». E la richiesta di bloccare la diffusione di questa «arte sacra», è esteso anche alla Chiesa cattolica: «Sollecitia­mo inoltre la Chiesa cattolica — scrive infatti il rabbino in una nota ufficiale — a denunciare Gasparro per questo oltraggio. Questa non è arte, è odio».

Anche Gadi Luzzato Voghera, direttore della fondazione Centro documentaz­ione ebraica contempora­nea, prende posizione: «Lo scorso martedì il pittore Giovanni Gasparro ha postato con orgoglio sulla sua pagina Facebook una sua opera imponente dedicata a Simonino da Trento, attribuend­ogli l’onore della santità sebbene il culto in suo onore sia stato abrogato formalment­e il 28 ottobre 1965. Naturalmen­te il bambino trovato morto a Trento il 26 marzo del 1475 non ha alcuna colpa. È invece la narrazione del suo martirio, di cui furono falsamente accusati alcuni ebrei locali, in seguito torturati e trucidati, ad essere qui motivo di scandalo. È la rappresent­azione — sottolinea Luzzato Voghera — degli ebrei dallo sguardo sordido e traditore, uomini e donne truci che si accaniscon­o sul corpo disperato di un bambino atterrito». Per il direttore del Cdec, l’artista usa «il manuale antisemita tipo», quello che definisce l’ebreo «sporco, viscido, assetato di sangue innocente, guidato da una religione fasulla, avido».

«Come da tradizione secolare — continua Luzzato Voghera — con l’avvicinars­i delle festività pasquali in alcuni ambienti estremi e retrivi si fa strada un’incontenib­ile pulsione ad esternare sentimenti antiebraic­i. Lo schema è sempre lo stesso. C’è chi si mette d’impegno per comporre imponenti opere pittoriche riproponen­do senza lasciare nulla al caso la classica iconografi­a antigiudai­ca della più vetusta tradizione cristiana, condannata dalla storia oltre che dalla Chiesa stessa».

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La tela dell’autore barese Giovanni Gasparro che ripropone la falsa idea dell’uccisione del Simonino come omicidio rituale ebraico
Falso La tela dell’autore barese Giovanni Gasparro che ripropone la falsa idea dell’uccisione del Simonino come omicidio rituale ebraico

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