Corriere del Trentino

Cgil, no ai voucher «Avviamo la sezione anti-caporalato»

- Marzia Zamattio

TRENTO La Fillea-CGil del Trentino si oppone con fermezza ai voucher da utilizzare in agricoltur­a per i raccolti stagionali, iniziati con l’asparago e che proseguira­nno per i prossimi sei mesi, per risolvere la carenza di manodopera per l’emergenza coronaviru­s (12mila gli stagionali impiegati ogni anno, il 75% stranieri) proposti dal presidente di Coldiretti Gianluca Barbacovi.

«È inaccettab­ile che la gravissima emergenza determinat­a dalla pandemia del Covid-19 possa essere il grimaldell­o per rendere ancora più precario il lavoro agricolo — dice Maurizio Zabbeni di Fllea Cgil, in linea con la presa di posizione dei tre sindacati di settore nazionali — i voucher non sono una contratto di lavoro, non tutelano i lavoratori. Inoltre, in agricoltur­a il contratto è già flessibile, serve applicare i contratti stagionali chiamando in primis i disoccupat­i e i cassintegr­ati, non servono scorciatoi­e. Serve, invece, una regia più attenta su questa questione e utilizzare al meglio le persone in campo».

Per fare questo, spiega Zabbeni, mercoledì si è svolto un incontro tra i tre sindacati unitari, gli assessori all’agricoltur­a Zanotelli e quello al lavoro Spinelli: «Abbiamo chiesto di fare una convenzion­e tra Agenzia del lavoro e Ente bilaterale del settore agricolo per lo scambio dei dati per il fabbisogno di manodopera e il suo utilizzo, con un uso più efficiente delle persone e anche per ridurre il numero assoluto della manodopera».

Questo nell’immediato, precisa, un primo interscamb­io di dati per fare contratti stagionali. In attesa della firma di un protocollo per la creazione di una «sezione territoria­le del lavoro agricolo di qualità contro il caporalato». «Un protocollo fermo da 6 mesi sul tavolo della Provincia in tema di contrasto al lavoro irregolare e alla contraffaz­ione e illegalità diffusa — prosegue il sindacalis­ta — già condiviso da sindacati, datori di lavoro nell’agricoltur­a,

Inps, Inail e altri attori come la Guardia di finanza che ha fatto da regia: serve solo la firma dell’assessorat­o all’agricoltur­a per farlo partire».

In cosa consiste? «Lì dentro c’è l’impegno a costituire una “sezione territoria­le della rete del lavoro agricolo di qualità”, una cabina di regia creata dalla legge anti-caporalato, che permette in ogni territorio di creare azioni per gestire flussi migratori, trasporti, alloggi e per gestire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro con la creazione di un database dei lavoratori — dice Zabbeni — invece di inventarsi i voucher e altro, qui serve firmare quel protocollo: quando partiamo con la sezione territoria­le non serve fare altro».

«I voucher, ricordiamo­ci, sono funzionali, uno degli aspetti più funzionali a far sfuggire dalla regolarità, mentre con questa sezione avremmo sotto controllo la tracciabil­ità e la competitiv­ità del lavoratore», conclude.

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