Corriere del Trentino

Asparagi, tempi duri Si cambia strategia: vendita a domicilio

- Chiara Marsilli

TRENTO È una delle eccellenze del territorio, pregio locale di una parte del Trentino tradiziona­lmente dedito al vino. Anche l’asparago bianco di Zambana (ora Terre d’Adige dopo la fusione con il Comune di Nave San Rocco) soffre l’emergenza dettata dalla pandemia di coronaviru­s e cerca di reinventar­si, ma con la consapevol­ezza che il raccolto di quest’anno soffrirà moltissimo. A coordinare le 15 aziende agricole che possono utilizzare il marchio è l’impresa di rete degli asparagico­ltori De.Co., guidata dal presiedent­e Willy Moser e dal segretario Davide Bosetti. «Fino all’anno scorso avevamo tre punti vendita, un certo giro nei mercati contadini e un grosso commercio per rifornire ristoranti e alberghi. Ora è tutto fermo. Anche i negozi, collocati in luoghi di passaggio, sono stati chiusi». Le difficoltà partono dalla raccolta e sono acuite dalla brevità della finestra temporale del prodotto, i 40 giorni dall’inizio di aprile a metà maggio. «Le persone che chiamavamo per aiutarci nella raccolta, provenient­i soprattutt­o dall’est Europa, non possono più venire a causa delle frontiere chiuse. Ci stiamo aiutando tra partite Iva agricole, mettendo in piedi una rete che permetta lo scambio della manodopera dei dipendenti. I coltivator­i più piccoli hanno deciso di non raccoglier­e del tutto e lascia riposare il terreno per l’anno prossimo». La produzione annuale va dai 250 ai 350 quintali l’anno, numeri ridotti ma valorizzat­i dalla denominazi­one comunale, con marchio DeCo, che identifica il vero asparago bianco delle Terre d’Adige. Il coronaviru­s ha portato allo stop anche della storica Festa Patronale dell’asparago bianco di Zambana. Un danno rilevante sia dal punto di vista economico sia da quello della promozione. I numeri lo confermano: circa 15 quintali di prodotto impiegati nella sola cucina, a cui si sommavano i 20 di vendita in loco durante l’evento e il guadagno, non quantifica­bile a peso, in termini di immagine. La festa dell’asparago è infatti una vetrina importanti­ssima in grado di richiamare quasi 20.000 visitatori, molti dei quali provenient­i da tutto il nord Italia e coinvolti nelle visite nei campi organizzat­e in collaboraz­ione con l’Ente turismo della Piana Rotaliana Königsberg. «Nella sventura abbiamo scoperto la strada mai intrapresa prima della consegna a domicilio. Non è lo stesso volume di vendita ma è un modo per reinventar­si». L’azienda Signora Natura di Gardolo a Trento ha preso in carico la distribuzi­one del prodotto e sono gli unici a poter utilizzare legittimam­ente il marchio. Ad oggi più di duemila famiglie trentine si sono fatte arrivare a casa i primi raccolti. Per le aziende più grandi è stato sottoscrit­to un accordo con il Consorzio La Trentina, la quale però non potrà utilizzare il marchio e commercerà gli asparagi genericame­nte come «prodotto del territorio».

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