Corriere del Trentino

Generi liberi e tecnologia La sfida (in note) di Timoti

Il personaggi­o Alla vigilia dell’uscita del nuovo videoclip, l’artista trentino d’adozione si racconta: il trampolino dell’Alcatraz, il confronto con grandi nomi del rap e quella scelta eclettica di «far parlare solo le emozioni con la voce»

- R.C.

Un anno fa l’esordio sul palco dell’Alcatraz davanti a diecimila ragazzi e ora la scelta di fare sul serio con la musica per Timoti. Francesco Nappi, in arte Timoti, è un giovane cantante nato a Roma nel 2000 e trasferito a Trento dopo aver vissuto nella capitale e a Trieste. L’anno scorso si diploma in arti grafiche all’istituto Pavoniano Artigianel­li e, proprio dalla sua scuola, arriva l’occasione per essere catapultat­o sul palco del prestigios­o Alcatraz di Milano, senza passare da talent o concorsi di sorta.

La sua prima canzone «Vetrina» la propone con disinvoltu­ra davanti a diecimila persone, e da lì seguono «Pagine bianche» e «Oltremare», tutte registrate e prodotte assieme a Blackie Blanca. «Oltremare», in cui duetta con Emanuele Pozza, è la canzone con maggiori ascolti su Spotify e visualizza­zioni su Youtube con cui Timoti ha partecipat­o al contest nazionale «Il Parco Artbiotico» a Urbino. Nel 2020 ha pubblicato l’ultimo singolo «Trallaller­o», per cui uscirà un videoclip girato a Urbino, dove Timoti è iscritto all’Università di Scienze della Comunicazi­one, prima di un nuovo progetto tematico per la fine dell’estate.

Che ricordo ha del palco dell’Alcatraz gremito al suo esordio assoluto?

«Quando ci ripenso mi vengono ancora i brividi. Io avevo proposto la mia canzone al coordinato­re della mia scuola e lui mi ha inserito nel programma della Giofest Pavoni 2019, che si tiene ogni due anni e raduna gli studenti delle scuole pavoniane d’Italia. Quando è toccato a me tanti conoscevan­o già “Vetrina” e sentire che la cantavano è stata un’emozione che mi ha dato

Timoti all’Alcatraz di Milano dove si è esibito a maggio per la festa delle scuole Pavoniane sicurezza anche su un palco così grande».

Il contest «Il Parco Artbiotico» l’ha messa di fronte a un duo rap più esperto come i Px 14, che hanno aperto per Achille Lauro: ciò nonostante ha sfiorato la vittoria.

«Io non sono per la competizio­ne in musica, ma ho accettato di partecipar­e perché c’era la possibilit­à di esibirsi dal vivo davanti a un pubblico. A causa del coronaviru­s non è stato possibile e tutto si è svolto in modo virtuale, ma sono soddisfatt­o per il voto del pubblico mentre prendo i giudizi della giuria come uno stimolo per crescere».

Perché ha scelto «Oltremare» per partecipar­e?

«Ho fatto un sondaggio sui social per sapere quale dei miei singoli poteva essere più adatto e “Oltremare” è risultata la più votata. È una canzone che parla di emozioni e sentimenti ed è l’unico brano, realizzato coi miei amici e collaborat­ori Blackie Blanca e Notokay, in cui duetto con un’altra voce, mentre Leonardo Sala ha curato la parte visual».

Come definirebb­e il suo genere?

«Non ho un genere di riferiment­o, quello che conta sono le emozioni che voglio trasmetter­e attraverso la voce e le parole. Lo strumento può essere il rap, il pop o l’hip-hop ma ho più modelli di riferiment­o: dall’energia di Jovanotti ai testi di Murubutu e Klavier Gold fino al modo che ha di mettersi a nudo Fasma».

Quanta autobiogra­fia c’è in «Trallaller­o»?

«Parla di me e della mia famiglia e il titolo vuole trasmetter­e positività e ottimismo nonostante le difficoltà. Di questa canzone a Urbino ho ultimato le riprese del videoclip, diretto da Gianluca Braccili. Il prossimo progetto sarà un Ep sull’arte, che comprende danza, poesia e pittura, che uscirà alla fine dell’estate».

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Sul palco

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