Ascoltare la voce degli altri Riess e l’«Effetto Empatia»
Non è «compassione», ma ci insegna a vedere le cose con lo sguardo altrui
Da bambina l’imparzialità dei giudizi basati sulle apparenze la infastidiva nel profondo, tanto da sviluppare nel tempo un’ossessione per la giustizia sociale. Ed è proprio per lenire le sofferenze emotive dell’individuo che Helen Riess ha scelto la carriera psichiatrica: ora è psichiatra, professoressa associata di Psichiatria alla Harvard Medical School e direttrice dell’Empathy and Relational Science Program del Massachusetts General Hospital.
Helen Riess è anche l’autrice del volume Effetto Empatia, edito da Erickson, casa editrice da sempre impegnata a fornire strumenti a insegnanti, pedagogisti, educatori, psicologi e psicoterapeuti per stare al passo col mondo. Scritto in collaborazione con Liz Neporent (Health Fitness Medical), l’autrice presenta «Empathy», il metodo da lei ideato e che si fonda su sette punti chiave per imparare ad ascoltare la voce degli altri e a sentire la propria e — non ultimo —, a capire cosa vuol dire cambiare prospettiva.
«L’empatia, questa straordinaria capacità che ci distingue da ogni altra specie vivente, ci permette di entrare in connessione con la realtà, di comprenderla e modificarla, migliorando in modo significativo il rapporto con noi stessi e le nostre relazioni». Si tratta di un concetto che risale almeno all’VIII secolo avanti Cristo — scrive Helen Riess — quando Omero scrisse «istruito dal tempo, il mio cuore ha imparato a illuminarsi per il bene altrui e a sciogliersi per sventure che non sono le mie»: ma benché scrittori e filosofi esplorino l’empatia da millenni, lo stesso termine è in uso solo da poco più di un centinaio d’anni.
Quando poi si cerca di definire la parola — come ricorda l’autrice — le risposte sono spesso contraddittorie: di certo empatia non significa «compassione», anche se è difficile pensare che si possa avere compassione senza provare empatia, così come la stessa non è innata in qualcuno e in un altro no.
L’empatia inoltre può essere anche insegnata: di questo è sicura Helen Riess perché lei stessa la insegna e la studia e le sue lezioni hanno ormai raggiunto migliaia di professionisti.
Attualità
Inizialmente concepiti in campo sanitario, mai come in questo momento storico tali insegnamenti risultano preziosi. «Sappiamo che i pazienti trattati in modo più empatico e rispettoso hanno un’esperienza migliore e di conseguenza — dichiara Riess — è più probabile che si fidino del proprio medico, che si attengano alle indicazioni mediche e che l’esito delle terapie sia migliore. Anche i medici stessi finiscono per trarne beneficio».
In seguito, fondata Empathethics Inc., un’azienda che offre programmi di formazione all’empatia, dal vivo e a distanza in tutto il mondo, il suo metodo «Empathy» si è esteso con ottimi risultati ad altre categorie della società, come commercianti, manager, insegnanti, politici: punto di partenza la considerazione che nelle discipline d’insegnamento vengono poco considerati due temi invece assai importanti, quello della comunicazione non verbale, che costituisce ben il novanta per cento della comunicazione, e l’espressione dell’empatia.
Un modo di vivere
«Empathy» è dunque l’acronimo — che racchiude e unisce contatto visivo, muscoli facciali, postura, tono della voce, ascolto profondo, risposta empatica — del suo innovativo programma di insegnamento per la valutazione del comportamento non verbale. Helen Riess ce lo racconta con un linguaggio divulgativo, ma basato su solide dimostrazioni scientifiche — ad esempio la concordanza dei tracciati fisiologici per empatia tra medici e pazienti — dando dimostrazione di come una maggiore empatia verso il prossimo possa arricchire le singole vite e di qui l’intera società.
«L’empatia — dichiara l’autrice — ha un ruolo importante nel fare di noi ciò che siamo. Ci fornisce la capacità di leggere il pensiero altrui, di assumere la prospettiva degli altri e vedere il mondo come lo vedono loro (...). L’empatia ci aiuta a prendere in considerazione possibilità e risultati che da soli non potremmo mai raggiungere, ma che invece possiamo ottenere grazie alla potenza delle nostre menti condivise quando ci capiamo reciprocamente e cooperiamo».
L’autrice presenta il suo sistema basato su sette punti chiave: così si ascoltano meglio gli altri