Corriere del Trentino

A Trento poche persone in giro I divieti (per ora) tengono

La polizia municipale controlla la vita in centro. Lungo il Fersina giovani e birre

- Chiara Marsilli

TRENTO «Noi trentini siamo eccezional­i! Rispettiam­o le regole e in media siamo molto bravi». A parlare è una coppia di poliziotti di pattuglia nel centro storico di Trento ieri pomeriggio. «La maggior parte della popolazion­e sta in casa e non abbiamo registrato variazioni rispetto ai giorni scorsi». Gli allarmi lanciati da più parti riguardo un allentamen­to della disciplina nel seguire le disposizio­ni ministeria­li anti-contagio non sembrano trovare conferma nella situazione della città. Le persone in giro rispettano i limiti e le distanze di sicurezza. Ordinatame­nte in fila davanti ai supermerca­ti o in giro per sgranchirs­i le gambe sotto casa con il cane, gli abitanti della città colpiscono per un atteggiame­nto forse meno teso rispetto a qualche settimana fa, quasi che la popolazion­e si sia abituata alle nuove norme sanitarie, pur non avendo compreso del tutto l’uso dei dispositiv­i di protezione individual­e.

Moltissimi i passanti con la mascherina, la maggior parte delle quali indossate in maniera sbagliata, e qualcuno approfitta dei distributo­ri di disinfetta­nti a disposizio­ne nei supermerca­ti per igienizzar­e

i guanti prima di fumare una sigaretta. «Nevrosi prima, nevrosi dopo» commenta laconico il tabaccaio di Piazza Duomo, segnalando alcuni abitanti che girano per lungo tempo avanti e indietro per le stesse vie. «Quelli che girano — segnalano le dipendenti della rivendita di cioccolato e dolciumi Indal di via Mantova — sono per lo più anziani, senza mascherina. È questo il dato preoccupan­te: sono proprio quelli che dovrebbero stare a casa, stare protetti, non girare per il centro per fare quattro passi». Non è il centro storico a destare la preoccupaz­ione degli alpini, chiamati a collaborar­e nel pattugliam­ento della città: «Il problema ora è il lungo Fersina, dalle Dame di Sion al parco del Salè — spiegano —. Riceviamo molte segnalazio­ni di persone che dopo le sei, sette di sera si riuniscono per stare insieme e per bere, anche giovani. Sappiamo che è vero perché la mattina i bidoni della spazzatura sono sempre pieni di lattine».

A destare preoccupaz­ione sono poi le frange più deboli della popolazion­e, clochard o persone con difficoltà pregresse che trovano nella strada e nell’alcool l’unico conforto. Molti si portano una birra a passeggio, bevendola abbassando la mascherina, altri trovano spazio su una panchina e consumano lì il proprio cartone di vino. Persone che già prima della pandemia erano state spinte ai margini della società e che ora la nuova, inconsueta situazione fa emergere in maniera ancora più evidente come uomini e donne che non hanno una casa e una famiglia per «restare a casa in famiglia». Talvolta agli eccessi si deve rispondere con misure straordina­rie. Ieri pomeriggio un uomo, stordito dall’alcol, ha vomitato all’angolo tra via Manci e via Oss Mazzurana. A intervenir­e sono stati chiamati sul posto i Vigili del Fuoco con l’autopompa, che hanno lavato il marciapied­e con candeggina e abbondante acqua: una precauzion­e in più in un periodo in cui l’attenzione all’igiene è ai massimi livelli.

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Via Belenzani desolata: è una delle arterie principali del centro storico anche sede del municipio e di molti suoi uffici. Ieri nel pomeriggio era quasi deserta
(Foto Rensi) Centrale Via Belenzani desolata: è una delle arterie principali del centro storico anche sede del municipio e di molti suoi uffici. Ieri nel pomeriggio era quasi deserta
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(Pretto) Pedonale La stradina lungo il Fersina con alcuni residenti

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