Corriere del Trentino

Patti, lo stop a Fugatti da Roma

Il ministro D’Incà: «Nessuno si salva da solo». Decreto Conte: Confindust­ria soddisfatt­a, Artigiani cauti

- Giovannini

«Nessuno si può salvare da solo, il nostro compito è di unire il Paese». Così il ministro Federico D’Incà frena le ambizioni di Fugatti di rivedere i patti con Roma. Il decreto liquidità divide.

TRENTO Soddisfatt­a Confindust­ria, dubbiosi gli Artigiani. Il nuovo decreto liquidità viene accolto con toni diversi dalle categorie economiche trentine. Che nei prossimi giorni verranno ascoltate anche dai gruppi di lavoro istituiti dalla Provincia per disegnare la Fase 2, in modo da raccoglier­ne bisogni e proposte in vista della ripartenza.

Una manovra, quella romana, che il premier Conte non ha esitato a definire «poderosa». E che prevede in particolar­e garanzie pubbliche fino al 100% sui prestiti alle piccole aziende (la maggior parte, in Trentino), scendendo al 70% per le imprese più grandi. Con la possibilit­à di restituire il credito in un lasso di tempo sufficient­emente ampio: si parla di sei anni. Ma l’ultima mossa statale prevede anche la sospension­e di tasse e contributi per i mesi di aprile e maggio. Confermato infine il golden power, lo strumento che impedisce le scalate straniere a imprese e piccole medie aziende.

«Il primo giudizio è positivo» ammette Roberto Busato, direttore di Confindust­ria Trento. «Il provvedime­nto — prosegue — recepisce in larga parte le richieste e le istanze avanzate dal sistema delle imprese». Busato, che precisa di essere ancora al lavoro per «analizzare il decreto», ne ricorda quindi i punti salienti, in particolar­e i «200 miliardi di prestiti garantiti dallo Stato fino al 90% per tutte le imprese» e «i 200 miliardi di garanzie per l’export». «Per le aziende trentine — osserva il

Il premier Conte ha stanziato 200 miliardi di prestiti garantiti fino al 100 per cento

direttore — il decreto riprende e amplia le possibilit­à aperte dal protocollo adottato dalla Provincia e dal decreto Cura Italia. Anche le realtà più strutturat­e potranno accedere a prestiti di importi elevati, ed è questa la grande novità

Il ministro Nessuno si può salvare da solo, anche all’interno del Paese. Il nostro compito in questo difficile momento è tenere unita l’Italia

messa in campo, con garanzie dello Stato. Le piccole e medie imprese garantite potranno accedere ai prestiti con la garanzia del fondo centrale». Bene anche i fondi a sostegno dell’export, «tra gli asset cruciali per la ripresa». «In entrambi i casi — dice Busato — si aprono le porte per l’accesso a una iniezione di liquidità che è sì la risposta diretta a un’emergenza creditizia che rischiava in questa fase di minare la stessa sopravvive­nza di alcune attività, ma che ha anche l’effetto di ridefinire i contorni di un clima di fiducia imprescind­ibile per una ripartenza che speriamo prossima e rapida».

Dubbioso invece Marco Segatta, presidente dell’Associazio­ne artigiani. «È vero che questa manovra interviene sulla liquidità — sottolinea Segatta — ma allo stesso tempo fa indebitare le aziende. È vero che ci sono garanzie statali, ma è pur sempre un debito. E in periodi di incertezza non è il massimo». Per sostenere le piccole e piccolissi­me imprese — come quelle trentine — secondo il presidente degli artigiani servirebbe dunque «una azione più coraggiosa». Che segua il modello già adottato in Germania: «In un periodo eccezional­e come quello che stiamo vivendo sarebbe opportuno prevedere contributi a fondo perduto per le aziende. Chi già da un mese ha assistito a un crollo del fatturato, dovendo comunque far fronte ai costi fissi, è in difficoltà. Non ha entrate». Per questo, secondo Segatta, si dovrebbe seguire la strada del contributo a fondo perduto: «Sia chiaro, non stiamo parlando di contributi a pioggia. E nemmeno di grossi importi. Ma per far ripartire l’economia serve alparte tro». Intanto, l’associazio­ne guarda anche le mosse del governo locale. E si prepara a mettere in fila le proprie priorità nel corso del confronto programmat­o a breve con i due gruppi di lavoro tecnici avviati dall’esecutivo provincial­e. «Stiamo elaborando un documento ad hoc proprio in queste ore» assicura Segatta. Che anticipa comunque qualche punto: «Si è stabilito il posticipo del pagamento Imis a dicembre. Bene: secondo noi per il 2020 il pagamento Imis andrebbe direttamen­te cancellato». C’è poi il nodo affitti, sul quale gli artigiani chiedono un intervento «per alleggerir­ne il peso». E la questione della sburocrati­zzazione «per i permessi a costruire», oltre alla possibilit­à di «anticipare almeno gli incentivi sugli interventi già realizzati». Bene, invece, l’intenzione di ripartire con appalti e cantieri. «Serve grande attenzione alle piccole imprese — avverte Segatta — perché la situazione è davvero difficile».

Intanto, a qualche giorno dalle dichiarazi­oni del governator­e Maurizio Fugatti sulla volontà di rivedere i patti con Roma e con essi la partecipaz­ione del Trentino alla sostenibil­ità dei conti statali, a mettere un punto fermo è il ministro per i rapporti con il parlamento e le riforme Federico D’Incà. Che precisa: «Nessuno si può salvare da solo, solidariet­à dell’Unione europea per l’Italia e anche all’interno del Paese. Cerco di mettere in campo un tavolo tecnico con le opposizion­i da cui ho raccolto alcune indicazion­i ma il nostro compito, in questo momento, è unire il Paese».

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Dialogo aperto Fausto Manzana (Confindust­ria) discute con Marco Segatta (Artigiani) e con l’assessore Spinelli

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