Corriere del Trentino

Fino all’ultimo sempre uniti

- Tommaso Di Giannanton­io

Non hanno retto l’urto della pandemia, se ne sono andati insieme a pochi giorni di distanza, Remo Collini e Rosentina. Vivevano a Pinzolo.

TRENTO Delle strade oggi vuote e deserte conoscevan­o ogni centimetro. Sotto quella crosta superficia­le di asfalto si sono dispiegate le radici che avevano piantato decine di anni fa e che nel tempo avevano intessuto reti di relazioni. Perché Lorenzo Piccolin «era una colonna del nostro paese», chiosa Lucio Dellasega, consiglier­e comunale di Predazzo. Mentre Remo Collini e la moglie Rosentina «conoscevan­o ogni angolo del nostro territorio», spiega Albert Ballardini, vicesindac­o del comune di Pinzolo. Ma nei giorni scorsi le radici — le loro vite — non hanno retto l’urto della pandemia.

Lorenzo Piccolin

Lorenzo Piccolin è spirato all’età di 77 anni nell’ultima domenica di marzo all’ospedale di Cavalese, dove era stato ricoverato soltanto tre giorni prima per l’infezione da Covid-19. All’inizio di quella settimana, «avevamo tolto la neve dal piazzale di casa insieme, non aveva problemi», racconta Lucio Dellasega, unito al 77enne da un rapporto di amicizia. Lorenzo Piccolin, infatti, era una persona energica e piena di risorse. Originario di Falcade, si era stabilito in val di Fiemme circa 35 anni fa, dopo un’esperienza da muratore in Svizzera. Arrivato a Predazzo, aveva continuato a lavorare nel settore dell’edilizia, per poi prendere in gestione una pompa di benzina insieme alla moglie. Esperto muratore, si integrò subito nel tessuto sociale del paese partecipan­do alla costruzion­e della chiesetta di Valmaggior­e, distrutta un anno e mezzo fa dalla tempesta Vaia. Ma Lorenzo Piccolin, grande appassiona­to di storia, era anche un collezioni­sta di francoboll­i e di cartoline, oltre ad essere un pittore dilettante. «Aveva una caratteris­tica che lo rendeva unico — ricorda Dellasega — riusciva a portare a buon fine ogni cosa su cui metteva le mani». Così, con il passare del tempo, era diventato «una colonna del nostro paese», conclude l’amico. Una testimonia­nza è data proprio dalla lettera di commiato degli alpini di Predazzo. «Avevamo una montagna di progetti quest’anno, proprio da te iniziati, il libro, la festa per il 90° anniversar­io del nostro gruppo, la ricostruzi­one della chiesetta di Valmaggior­e e tutti gli altri appuntamen­ti — si legge nel post pubblicato su Facebook — Caro Luciano, tu conoscevi la storia degli alpini meglio di tutti. Non ti meritavi una cerimonia così vuota». «Noi vogliamo ricordarti diversamen­te — concludono — con il sorriso sulla bocca e con la battuta sempre pronta».

Remo/Rosentina Collini

Allo stesso modo, Remo Collini e la moglie Rosentina, conosciuti in paese come i «Gagio», «sono persone che si portano con sé molti ricordi storici della nostra località — spiega il vicesindac­o di Pinzolo — Erano persone che conoscevan­o ogni angolo del nostro territorio». I due coniugi abitavano nella frazione di Sant’Antonio di Mavignola, dove gestivano un’azienda agricola di famiglia. Nelle ultime settimane avevano contratto il coronaviru­s. Poi, ad una settimana l’uno dall’altra, Remo il 28 marzo e Cosentina il 3 aprile, si sono spenti all’ospedale di Tione, lasciando all’improvviso i cinque figli e i loro cari nipoti.

Gli alpini

Lorenzo non ti meritavi una cerimonia così vuota, avevamo una montagna di progetti

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Pinzolo Remo e Rosentina Collini

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