Corriere del Trentino

Bolzano, viticoltor­i in ansia «Futuro a rischio, aiutateci»

In provincia di Trento il settore regge bene l’urto

- Francesca Negri

TRENTO «L’intero mercato del vino è collassato, sia a livello nazionale sia internazio­nale, e un migliorame­nto della situazione di crisi non si vedrà per molto tempo. La sopravvive­nza delle aziende che si occupano della lavorazion­e dell’uva e delle oltre 5mila famiglie di viticoltor­i è messa seriamente a rischio». Il grido d’allarme arriva dal Consorzio Vino Alto Adige, che chiede a gran voce un sostegno pubblico: «Senza un aiuto finanziari­o — sottolinea Maximilian Niedermayr, presidente del consorzio — non saremo in grado di superare questa crisi. La politica deve dimostrare il dovuto senso di responsabi­lità con un aiuto immediato e adeguato». In Alto Adige, infatti, quasi nessun comparto economico è stato colpito tanto duramente quanto il settore del vino, ma i primi colloqui tra i responsabi­li del settore e il consiglier­e provincial­e Arnold Schuler sono stati deludenti, fa sapere Niedermayr, che aggiunge: «Non ci arrendiamo e continuere­mo a cercare un dialogo. Se la politica dovesse lasciarci da soli, molte aziende non riuscirann­o a superare la crisi e anche il futuro di molti viticoltor­i ne risulterà segnato».

A inizio marzo le vendite di vino sono crollate e sono prossime allo zero. Anche la speranza di incassare i proventi delle vendite dei mesi di gennaio e febbraio è molto debole, spiega il presidente del consorzio: «In tutto il mondo ristoranti, alberghi ed enoteche sono chiusi da settimane e non sappiamo quando riaprirann­o». La domanda dei vini altoatesin­i nel commercio al dettaglio di generi alimentari e online difficilme­nte riuscirà a sopperire alla quasi totale contrazion­e delle vendite. Una delle principali criticità del settore vino altoatesin­o è che il canale di vendita è l’Horeca e non la grande distribuzi­one organizzat­a, dove invece la crescita nel mese di marzo è stata a doppia cifra, anche per i vini. Il Consorzio Vino Alto Adige sta lavorando da settimane sulle strategie per affrontare la crisi, in primis per garantire il più a lungo possibile la liquidità delle aziende associate, mentre «sarà necessario anche programmar­e il volume della vendemmia 2020, perché una riduzione del raccolto appare inevitabil­e», afferma Niedermayr.

Riduzione delle rese che qualche giorno fa è stata caldeggiat­a anche dal Consorzio Vignaioli del Trentino in un documento inviato all’assessore all’agricoltur­a Giulia Zanotelli e al presidente del Consorzio Vini del Trentino Pietro Patton, chiedendo un provvedime­nto d’urgenza finalizzat­o alla riduzione della resa massima di uva a ettaro e della relativa resa di trasformaz­ione in vino dal 20 al 30%. Per il resto, il comparto trentino «sta reggendo bene l’urto — fa sapere Patton —, i grossi player lavorano bene con la grande distribuzi­one e non prevediamo al momento situazioni drammatich­e». La Federazion­e trentina delle cooperativ­e ha inviato un documento alla Provincia di stato dell’arte e bisogni del comparto agricolo in generale ed è stato attivato un tavolo di lavoro per ripartire tra i comparti del settore i fondi pubblici che saranno stanziati.

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Le vendite del vino altoatesin­o sono crollate ad inizio marzo. Gli strumenti necessari per contrastar­e la crisi sono garantire liquidità alle aziende e ridurre le rese
Crisi Le vendite del vino altoatesin­o sono crollate ad inizio marzo. Gli strumenti necessari per contrastar­e la crisi sono garantire liquidità alle aziende e ridurre le rese

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