Bolzano, viticoltori in ansia «Futuro a rischio, aiutateci»
In provincia di Trento il settore regge bene l’urto
TRENTO «L’intero mercato del vino è collassato, sia a livello nazionale sia internazionale, e un miglioramento della situazione di crisi non si vedrà per molto tempo. La sopravvivenza delle aziende che si occupano della lavorazione dell’uva e delle oltre 5mila famiglie di viticoltori è messa seriamente a rischio». Il grido d’allarme arriva dal Consorzio Vino Alto Adige, che chiede a gran voce un sostegno pubblico: «Senza un aiuto finanziario — sottolinea Maximilian Niedermayr, presidente del consorzio — non saremo in grado di superare questa crisi. La politica deve dimostrare il dovuto senso di responsabilità con un aiuto immediato e adeguato». In Alto Adige, infatti, quasi nessun comparto economico è stato colpito tanto duramente quanto il settore del vino, ma i primi colloqui tra i responsabili del settore e il consigliere provinciale Arnold Schuler sono stati deludenti, fa sapere Niedermayr, che aggiunge: «Non ci arrendiamo e continueremo a cercare un dialogo. Se la politica dovesse lasciarci da soli, molte aziende non riusciranno a superare la crisi e anche il futuro di molti viticoltori ne risulterà segnato».
A inizio marzo le vendite di vino sono crollate e sono prossime allo zero. Anche la speranza di incassare i proventi delle vendite dei mesi di gennaio e febbraio è molto debole, spiega il presidente del consorzio: «In tutto il mondo ristoranti, alberghi ed enoteche sono chiusi da settimane e non sappiamo quando riapriranno». La domanda dei vini altoatesini nel commercio al dettaglio di generi alimentari e online difficilmente riuscirà a sopperire alla quasi totale contrazione delle vendite. Una delle principali criticità del settore vino altoatesino è che il canale di vendita è l’Horeca e non la grande distribuzione organizzata, dove invece la crescita nel mese di marzo è stata a doppia cifra, anche per i vini. Il Consorzio Vino Alto Adige sta lavorando da settimane sulle strategie per affrontare la crisi, in primis per garantire il più a lungo possibile la liquidità delle aziende associate, mentre «sarà necessario anche programmare il volume della vendemmia 2020, perché una riduzione del raccolto appare inevitabile», afferma Niedermayr.
Riduzione delle rese che qualche giorno fa è stata caldeggiata anche dal Consorzio Vignaioli del Trentino in un documento inviato all’assessore all’agricoltura Giulia Zanotelli e al presidente del Consorzio Vini del Trentino Pietro Patton, chiedendo un provvedimento d’urgenza finalizzato alla riduzione della resa massima di uva a ettaro e della relativa resa di trasformazione in vino dal 20 al 30%. Per il resto, il comparto trentino «sta reggendo bene l’urto — fa sapere Patton —, i grossi player lavorano bene con la grande distribuzione e non prevediamo al momento situazioni drammatiche». La Federazione trentina delle cooperative ha inviato un documento alla Provincia di stato dell’arte e bisogni del comparto agricolo in generale ed è stato attivato un tavolo di lavoro per ripartire tra i comparti del settore i fondi pubblici che saranno stanziati.