Corriere del Trentino

Mascherine ancora poche Il fai da te è una certezza

Malumori tra alcuni esercenti del capoluogo «Prima degli annunci dovevano distribuir­le a tutti» Clienti controllat­i all’ingresso dei supermerca­ti

- Tommaso Di Giannanton­io

Al Pam non sono arrivate. La titolare di Munteria: le abbiamo acquistate

TRENTO Con una nuova ordinanza del presidente Maurizio Fugatti ieri è entrato in vigore l’obbligo di indossare mascherine e guanti per accedere nei supermerca­ti, nelle farmacie e nelle altre attività commercial­i rimaste aperte in questa fase dell’emergenza coronaviru­s. Ma la distribuzi­one delle 150.000 mascherine da parte della Protezione civile — annunciata dalla Provincia nella conferenza stampa di domenica — non è stata ancora completata. Nella maggior parte dei piccoli negozi di alimentari e in alcuni supermerca­ti come l’Eurospar e il Pam, i commercian­ti si sono arrangiati da soli e hanno fornito le loro mascherine ai clienti. Ma «prima o poi anche le nostre scorte finiranno e potremmo non essere più in grado di procurarle ai nostri clienti», ci hanno detto in coro gli esercenti.

Nella giornata di ieri, dunque, erano numerose le attività commercial­i sprovviste delle famigerate mascherine «swiffer», chiamate in questo modo per la somiglianz­a con i panni antipolver­e. Prodotte dalla Montrasio Italia srl di Aicurzio (Monza Brianza), si tratta di mascherine monouso di «tessuto non tessuto», senza lacci ed elastici, da indossare mediante due aperture laterali e da cambiare non appena si inumidisco­no. Insomma, come era stato detto anche dallo stesso presidente Fugatti, mascherine pensate apposta «per un utilizzo nel tempo minimale nei supermerca­ti».

Per organizzar­e la distribuzi­one, nei giorni scorsi, a tutti gli aderenti dell’Associazio­ne commercian­ti al dettaglio del Trentino era stato chiesto di fare una stima settimanal­e di utilizzo delle mascherine, «tenendo conto — si precisava — che dette mascherine possono sicurament­e essere utilizzate per alcuni giorni dalla stessa persona». «Noi ne avevamo chieste soltanto una cinquantin­a per questa settimana, ma non abbiamo saputo più nulla — spiega Alice Barbu, che gestisce insieme al marito il negozio di alimentari «Munteria» in piazza della Mostra — Per fortuna, già alcune settimane fa, ne avevamo comprate diverse in farmacia e in questo modo possiamo permettere ai clienti di entrare nel negozio. Immagino, come è giusto che sia, che le stiano distribuen­do prima nei supermerca­ti». Un pensiero comune tra i piccoli rivenditor­i. «Lo so che ci vedono come granelli di sabbia in confronto ai supermerca­ti, ma le aspettiamo anche noi le mascherine — rivendica Nicola Gilli, titolare della «Salumeria Ezio’s» di via del Suffragio — L’altro giorno mi sono arrivati due clienti a cui ho dovuto dare le mie mascherine, ma adesso inizio ad averne poche anche io e in farmacia non si trovano più».

Ma in realtà, a quanto pare, anche le realtà commercial­i più grandi — quasi tutte tartassate dalle chiamate dei clienti per la disponibil­ità di mascherine — sono state dimenticat­e. Al supermerca­to Pam di via Giovanni Battista Trener, al Bren Center, le mascherine non erano ancora arrivate ieri mattina. I responsabi­li, oltretutto, ci hanno detto di non aver ricevuto nessuna comunicazi­one riguardo la modalità di distribuzi­one. In ogni caso, in conformità alla nuova ordinanza, non appena varcavano le porte scorrevoli in vetro, i clienti ricevevano mascherine di carta dal personale. La stessa cosa avveniva anche all’Eurospar di via Giannanton­io Manci, in centro storico. In entrambi i supermerca­ti, inoltre, si respirava un po’ di malumore per il modo in cui la Provincia ha diffuso la notizia. «Sarebbe stato più logico completare prima la distribuzi­one e poi diffondere la notizia dell’arrivo delle mascherine nei supermerca­ti», hanno fatto notare gli esercenti.

Diversa la situazione, invece, nei supermerca­ti del gruppo Poli e Orvea, che ieri mattina all’ingresso avevano già a disposizio­ne le cosiddette mascherine «swiffer». «Lunedì abbiamo ritirato un primo blocco da 32.000 mascherine alla sede della Protezione civile — spiega il direttore Mauro Poli — Per questa settimana ne abbiamo chieste 74.000. Nei prossimi giorni provvedere­mo a ritirare la restante metà. Fino ad ora, comunque, non abbiamo avuto problemi e riusciamo a coprire il fabbisogno della clientela». Anche al supermerca­to Lidl di via Brennero i clienti venivano forniti di mascherine e guanti. «Sinceramen­te avevo capito questa cosa delle mascherine ma pensavo che riguardass­e soltanto la Lombardia, di cui sono originaria — spiega una ragazza, Alessia, mentre rimette a posto il carrello fuori dal Lidl — Io oltretutto non ho mascherine, pensavo di utilizzare la sciarpa per proteggerm­i. Ora conserverò la mascherina che mi hanno dato all’ingresso». Altre persone, invece — ci hanno detto alcuni commessi —, hanno approfitta­to della situazione e si sono recate ai supermerca­ti soltanto per procurarsi una mascherina, acquistand­o magari solo un chilo di zucchero.

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Un dipendente dell’Iperpoli mentre appende l’avviso sull’obbligo delle mascherine
(Foto Pretto) Via Bolzano Un dipendente dell’Iperpoli mentre appende l’avviso sull’obbligo delle mascherine
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