Mascherine ancora poche Il fai da te è una certezza
Malumori tra alcuni esercenti del capoluogo «Prima degli annunci dovevano distribuirle a tutti» Clienti controllati all’ingresso dei supermercati
Al Pam non sono arrivate. La titolare di Munteria: le abbiamo acquistate
TRENTO Con una nuova ordinanza del presidente Maurizio Fugatti ieri è entrato in vigore l’obbligo di indossare mascherine e guanti per accedere nei supermercati, nelle farmacie e nelle altre attività commerciali rimaste aperte in questa fase dell’emergenza coronavirus. Ma la distribuzione delle 150.000 mascherine da parte della Protezione civile — annunciata dalla Provincia nella conferenza stampa di domenica — non è stata ancora completata. Nella maggior parte dei piccoli negozi di alimentari e in alcuni supermercati come l’Eurospar e il Pam, i commercianti si sono arrangiati da soli e hanno fornito le loro mascherine ai clienti. Ma «prima o poi anche le nostre scorte finiranno e potremmo non essere più in grado di procurarle ai nostri clienti», ci hanno detto in coro gli esercenti.
Nella giornata di ieri, dunque, erano numerose le attività commerciali sprovviste delle famigerate mascherine «swiffer», chiamate in questo modo per la somiglianza con i panni antipolvere. Prodotte dalla Montrasio Italia srl di Aicurzio (Monza Brianza), si tratta di mascherine monouso di «tessuto non tessuto», senza lacci ed elastici, da indossare mediante due aperture laterali e da cambiare non appena si inumidiscono. Insomma, come era stato detto anche dallo stesso presidente Fugatti, mascherine pensate apposta «per un utilizzo nel tempo minimale nei supermercati».
Per organizzare la distribuzione, nei giorni scorsi, a tutti gli aderenti dell’Associazione commercianti al dettaglio del Trentino era stato chiesto di fare una stima settimanale di utilizzo delle mascherine, «tenendo conto — si precisava — che dette mascherine possono sicuramente essere utilizzate per alcuni giorni dalla stessa persona». «Noi ne avevamo chieste soltanto una cinquantina per questa settimana, ma non abbiamo saputo più nulla — spiega Alice Barbu, che gestisce insieme al marito il negozio di alimentari «Munteria» in piazza della Mostra — Per fortuna, già alcune settimane fa, ne avevamo comprate diverse in farmacia e in questo modo possiamo permettere ai clienti di entrare nel negozio. Immagino, come è giusto che sia, che le stiano distribuendo prima nei supermercati». Un pensiero comune tra i piccoli rivenditori. «Lo so che ci vedono come granelli di sabbia in confronto ai supermercati, ma le aspettiamo anche noi le mascherine — rivendica Nicola Gilli, titolare della «Salumeria Ezio’s» di via del Suffragio — L’altro giorno mi sono arrivati due clienti a cui ho dovuto dare le mie mascherine, ma adesso inizio ad averne poche anche io e in farmacia non si trovano più».
Ma in realtà, a quanto pare, anche le realtà commerciali più grandi — quasi tutte tartassate dalle chiamate dei clienti per la disponibilità di mascherine — sono state dimenticate. Al supermercato Pam di via Giovanni Battista Trener, al Bren Center, le mascherine non erano ancora arrivate ieri mattina. I responsabili, oltretutto, ci hanno detto di non aver ricevuto nessuna comunicazione riguardo la modalità di distribuzione. In ogni caso, in conformità alla nuova ordinanza, non appena varcavano le porte scorrevoli in vetro, i clienti ricevevano mascherine di carta dal personale. La stessa cosa avveniva anche all’Eurospar di via Giannantonio Manci, in centro storico. In entrambi i supermercati, inoltre, si respirava un po’ di malumore per il modo in cui la Provincia ha diffuso la notizia. «Sarebbe stato più logico completare prima la distribuzione e poi diffondere la notizia dell’arrivo delle mascherine nei supermercati», hanno fatto notare gli esercenti.
Diversa la situazione, invece, nei supermercati del gruppo Poli e Orvea, che ieri mattina all’ingresso avevano già a disposizione le cosiddette mascherine «swiffer». «Lunedì abbiamo ritirato un primo blocco da 32.000 mascherine alla sede della Protezione civile — spiega il direttore Mauro Poli — Per questa settimana ne abbiamo chieste 74.000. Nei prossimi giorni provvederemo a ritirare la restante metà. Fino ad ora, comunque, non abbiamo avuto problemi e riusciamo a coprire il fabbisogno della clientela». Anche al supermercato Lidl di via Brennero i clienti venivano forniti di mascherine e guanti. «Sinceramente avevo capito questa cosa delle mascherine ma pensavo che riguardasse soltanto la Lombardia, di cui sono originaria — spiega una ragazza, Alessia, mentre rimette a posto il carrello fuori dal Lidl — Io oltretutto non ho mascherine, pensavo di utilizzare la sciarpa per proteggermi. Ora conserverò la mascherina che mi hanno dato all’ingresso». Altre persone, invece — ci hanno detto alcuni commessi —, hanno approfittato della situazione e si sono recate ai supermercati soltanto per procurarsi una mascherina, acquistando magari solo un chilo di zucchero.