La reunion dei Canton dopo trent’anni
Il nuovo disco Lo storico gruppo pop rock di Riva del Garda guidato da Marcello Semeraro torna insieme sulla scia dei successi del passato: ora viriamo verso l’elettro
Il pop-rock di qualità dei Canton è pronto a lasciare il segno. La band di Riva del Garda guidata dal frontman Marcello Semeraro è in piena attività dopo la reunion del 2010 e l’album di inediti «Ci saremo», pubblicato nel 2016. «Sonnambulismo» è il loro brano più conosciuto, scritto da Enrico Ruggeri e presentato nel 1984 sul palco del Festival di Sanremo.
Una canzone che ha suscitato scalpore per le sonorità elettroniche all’avanguardia e il look glitterato dei tre giovanissimi musicisti trentini.
Il quarto posto tra le nuove proposte ha dato il via a un’ascesa che ha portato i Canton a calcare i palchi di Azzurro e Festivalbar con le hit «Please don’t stay» e «Stay with me», fino all’improvviso fallimento dell’etichetta discografica che di fatto ha sancito la fine del gruppo.
Trent’anni dopo, esce un disco nuovo di zecca che riporta in auge i Canton, sempre con la voce di Marcello Semeraro, a cui si uniscono Alberto Masella (chitarra) e Mauro Iseppi (batteria) con Davide Dalpiaz alla produzione. La pandemia sta frenando l’uscita del nuovo album «Uno su tre», ma ha ispirato «Quando il vento canterà», omaggio a «Belfast Child»
dei Simple Minds, registrata in quarantena da Marcello Semeraro.
Marcello Seneraro, come sta vivendo artisticamente questo periodo di stop forzato?
«Incidere questa canzone è stato uno sfogo, data l’impossibilità di lavorare a distanza al disco con gli altri del gruppo.
“Belfast Child” è una delle mie canzoni preferite dei Simple Minds, scritta ai tempi della guerra civile in Irlanda del Nord. La solitudine, le strade vuote e la vita interrotta per motivi indipendenti dalla nostra volontà, di cui parla la canzone, le ho trovate comuni a questi nostri tempi e mi è venuto spontaneo farne una versione in italiano».
Con i Canton come procede il lavoro per il nuovo album?
«Stiamo lavorando a questo progetto intitolato “Uno su tre”, che significa un nuovo singolo, con relativo video, ogni tre mesi. Una modalità nuova che ci piace molto perché obbliga a concentrarti sul
la singola canzone che stai per lanciare. Al momento abbiamo già pubblicato i primi sei singoli che sono entrati tutti nella top ten delle classifiche indipendenti con quasi otto milioni di visualizzazioni dei video».
Quando è prevista l’uscita?
«C’è stato naturalmente un ritardo a causa della pandemia, ma contiamo di pubblicare l’album per la nostra etichetta “Cuorinfiamme” entro la fine del 2020, in autunno se possibile».
Qual è stata la scintilla che l’ha portata a riformare il gruppo, a trent’anni dallo scioglimento?
«La fine del gruppo nel 1986 per me è stata piuttosto traumatica soprattutto perché dovuta a motivi non dipendenti da noi. Ho lavorato all’estero per tanti anni e nel 2010, rivedendomi con qualcuno del gruppo, mi è venuta la voglia di reincidere “Sonnambulismo” con le sonorità di adesso. E da lì è ripartito tutto, senza nessuna intenzione di fare revival ma di proporre una musica di avanguardia elettropop che guarda al presente».
Che ricordi le rimangono degli anni ‘80?
«Il palco di Sanremo è stata un’esperienza incredibile per noi che eravamo giovanissimi, ma anche entrare in classifica in Inghilterra con la produzione di Pete Waterman è stata una bella soddisfazione».