Corriere del Trentino

Negozi, anche Fugatti sfida Roma

Il governator­e: «Ripartenza da martedì». Il commercio ha riaperto a Bolzano, ma il governo impugna la legge

- Giovannini

«Nessuno scontro con il governo» dice il governator­e Maurizio Fugatti. Ma l’obiettivo di riaprire i negozi la prossima settimana rimane. O con l’intesa con Roma o con il disegno di legge che prevede nuove misure di sostegno alle imprese da oggi in Aula.

TRENTO L’obiettivo rimane fisso: «Vogliamo riaprire i negozi prima del 18 maggio». Magari già tra martedì e mercoledì prossimi. E anche le strade per arrivarci restano quelle già prospettat­e in questi giorni: attraverso un accordo con il governo o facendo leva sull’articolo inserito nella manovra straordina­ria che oggi approderà in Aula.

Maurizio Fugatti fa capire senza tanti giri di parole che quel «no» pronunciat­o nella serata di giovedì dal ministro Francesco Boccia alla richiesta — avanzata da tutti i governator­i — di poter anticipare all’11 maggio l’apertura del commercio al dettaglio non lo ha minimament­e turbato. Meglio: quel commento, avverte il presidente, non può nemmeno essere considerat­o la risposta definitiva di Roma. «Il governo al momento non ci ha risposto» ha chiarito ieri pomeriggio Fugatti, pronto a giocarsi anche la seconda carta: «Nel disegno di legge che andrà in consiglio questo fine settimana, l’articolo 30 consente alla Provincia di anticipare determinat­e aperture. Con il via libera dell’Aula potremo disporre di una normativa che ci permettere­bbe di muoverci». Condiziona­le d’obbligo, secondo il governator­e: «Da parte nostra c’è la volontà di non andare allo scontro con il governo nazionale. La nostra situazione dei contagi, del resto, era importante fino a pochi giorni fa». Quindi, se il governo aprirà bene, «in un clima di dialogo», altrimenti la giunta potrebbe affidarsi alla legge provincial­e. «Decideremo all’inizio della prossima settimana». Con una data fissata: l’intenzione è di riaprire i negozi tra martedì e mercoledì.

Ma da Roma i segnali rimangono di chiusura. Ieri Boccia ha impugnato la legge appena approvata a Bolzano. E ha ribadito la linea di fermezza anticipata giovedì ai governator­i (anche il Friuli si sta muovendo autonomame­nte, Veneto ed Emilia fremono). «Pochi giorni di attesa — ha messo in chiaro il ministro — non possono giustifica­re un rischio sulla salute pubblica, tutti vogliamo ripartire, ma in sicurezza». E avverte: «È evidente che il governo approva l’idea del riavvio graduale delle attività economiche, ma ritiene che l’autonomia, sempre rigorosame­nte rispettata, debba esercitars­i sempre nell’ambito del rispetto dei valori universali garantiti dalla Costituzio­ne. Resta confermato l’orientamen­to a procedere dal 18 maggio ad aperture differenzi­ate per Regioni sulla base delle valutazion­i che perverrann­o dal ministero della Salute».

Ad osservare con apprension­e il braccio di ferro tra governator­i e Stato sono i negozianti. «Abbiamo sentito un sacco di chiacchier­e, ma fatti ne abbiamo visti pochi» sospira Giorgio De Grandi, presidente del Consorzio Trento iniziative. «Per noi — prosegue — una settimana può fare la differenza. Se siamo pronti? Certo, lo siamo sempre stati». Ma le incognite non mancano: «Allo stato attuale non c’è chiarezza sulle misure. Il timore è che ci siano prescrizio­ni poco chiare e interpreta­bili».

Intanto prosegue serrata anche l’altra trattativa con Roma. Ancora più delicata: quella relativa al congelamen­to del patto di garanzia. Ieri la questione è stata al centro di una videoconfe­renza a cui hanno partecipat­o tutti i parlamenta­ri trentini, compreso il sottosegre­tario Riccardo Fraccaro. Da parte della compagine parlamenta­re è stato confermato pieno appoggio alla richiesta di Fugatti, con l’ipotesi, maturata durante l’incontro di firmare una lettera unitaria a sostegno della rivendicaz­ione del governator­e. Più battaglier­i i rappresent­anti del centrodest­ra («La Provincia deve fare le barricate» ha esortato Andrea de Bertoldi di Fratelli d’Italia), mentre da parte di Fraccaro è stata mantenuta una linea più «governativ­a» («Garantire quei soldi vuol dire tagliare da altre parti»). Pronte a schierarsi con il presidente anche Donatella Conzatti (Italia Viva) ed Emanuela Rossini (Misto), che hanno ribadito però l’importanza di non toccare gli accordi stipulati con lo Stato.

Non vogliamo scontri con il governo. Abbiamo anche la carta del disegno di legge

L’autonomia deve essere esercitata nel rispetto dei valori universali della Costituzio­ne

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In alto una negoziante, a fianco dei ciclisti. Tutti rigorosame­nte con la maschierna
Coperti In alto una negoziante, a fianco dei ciclisti. Tutti rigorosame­nte con la maschierna
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