«Temo il virus perché attacca le libertà Troppi duci»
Asis proporrà le strategie per aprire i lidi all’aperto Fra le soluzioni anche distanze segnalate sui prati E sulle colonie estive convenzionate poche certezze
Lo storico avvocato, 76 anni, tra i più conosciuti in città è più spaventato dal virus tirannicus che dal Covid-19: «Emerge una tendenza che mi preoccupa».
TRENTO Piazzole distanziate e prenotabili, turni per entrare in acqua e niente gelati da mangiare sul prato. L’estate 2020 negli impianti natatori all’aperto del Trentino si preannuncia molto diversa da quelle a cui si è abituati. Sempre se ci sarà. Piscine, campi da calcio e impianti sportivi di vario genere ad oggi sono ancora tutti chiusi. Unica eccezione l’impianto coperto delle piscine Manazzon vicine all’Ospedale Santa Chiara, che il pomeriggio è aperto per permettere l’allenamento degli atleti nazionali segnalati dal Coni e dalla Federazione Italiana Nuoto. «Per quanto riguarda l’apertura al pubblico al momento non sappiamo ancora niente — ammette Luciano Travaglia, direttore generale di Asis Trentino — Ci stiamo però comportano come se un’apertura fosse possibile e proseguiamo con la manutenzione ordinaria e straordinaria, per far sì che nel caso arrivasse notizia della possibilità di aprire gli impianti siano pronti nel giro di 48 ore. Se avessimo chiuso gli impianti ci vorrebbero circa 10 giorni per rimetterli in attività».
La stagione estiva in Trentino tradizionalmente inizia il 1 giugno con l’apertura dei lidi estivi di via Fogazzaro e di Gardolo, ma tra le incertezze dettate dal coronavirus quest’anno rientra la possibilità stessa di accedere agli impianti e, in caso di risposta affermativa, le condizioni di sicurezza da rispettare. «Entro giovedì presenteremo al Comune di Trento una serie di strategie, ipotizzando le regole che verranno dettate dal Governo e diversificate secondo livelli di gravità — anticipa Travaglia — Ci saranno limitazioni e l’atmosfera generale cambierà. Probabilmente verremo costretti a un contingentamento degli ingressi sulla base della superficie disponibile. Per evitare lunghe code e limitare il rischio di rimandare a casa persone in fila siamo al lavoro per creare un servizio di prenotazione online. Cambierà anche il modello di fruizione: sappiamo che la piscina d’estate è un luogo dove passare anche tutta la giornata, ma dovremo pensare a stabilire delle fasce orarie ben precise. Ci siamo appoggiati a un servizio di software italiano e siamo i precursori di un nuovo modo di gestire gli impianti all’aperto». Le novità non si fermeranno alla modalità di accesso: «I prati verranno suddivisi in piazzole prenotabili sulla base del numero di persone: una persona sola una piazzola, una famiglia due piazzole e così via. E anche per l’accesso in acqua sarà necessario attenersi alle regole. Sul prato verranno segnati dei percorsi obbligati per accedere alle vasche e verrà attivato un servizio di vigilanza per verificare il numero di persone che nuotano, stabilire dei tempi di permanenza in acqua e contingentare gli accessi». Verrà quindi completamente stravolto il classico modello estivo che vede nel lido cittadino un luogo dove entrare liberamente, stendere il proprio asciugamano accanto a quello degli amici e trascorrere una piacevole giornata di sole. «Le operazioni di vigilanza saranno strettissime perché la responsabilità, in caso di non rispetto delle norme di distanziamento, è in capo a noi gestori, non al singolo» spiega Travaglia. Ancora più grave il problema del bar. «Difficile sapere se sarà possibile consumare qualcosa all’interno delle strutture — ammette Travaglia — anche perché la gara per trovare il gestore, conclusasi qualche giorno fa, è andata deserta. Una situazione comprensibile, perché con questo scenario nessuno ha voluto rischiare. Stiamo elaborando dei piani per cercare di consentire almeno la vendita di bottigliette di acqua». L’incertezza pesa anche dal punto di vista economico: «Non abbiamo ricevuto alcun contributo o facilitazione, a parte qualche dipendente che è stato messo in cassa integrazione — chiarisce il direttore — Al momento non mi risulta che siano previsti aiuti economici per le imprese sportive, anche se la situazione sta pesando sul bilancio. Le spese di elaborazione strategica e di attivazione di servizi online sono tutte a carico nostro».
I lidi sono meta anche delle centinaia di ragazzi delle colonie convenzionate con Asis. «Quello delle colonie sarà un problema molto difficile da risolvere — puntualizza — Solo al lido di Gardolo in periodi di alta stagione abbiamo anche 200 ragazzi al giorno. Già gli adulti non sempre rispettano le regole, ma sarà ancora più difficile imporle a dei giovani che per questioni di età non hanno la possibilità di comprenderle e di capirne le conseguenze. Abbiamo sempre avuto problemi di gestione dei ragazzi, ma quello che prima era sono questione di ordine e silenzio ora assume la connotazione delle norme di distanziamento». E in attesa delle nuove norme nazionali, la certezza è una sola: «Non sarà più come prima».
Travaglia
Siamo pronti ad aprire, se ci viene dato il via libera in 48 ore possiamo ricominciare