Corriere del Trentino

Inps e Inail abbandonan­o i tavoli I sindacati: senza di loro lasciamo

Gli istituti nazionali si sfilano: «Impossibil­e aderire a protocolli locali in contrasto con le linee centrali» Cgil, Cisl, Uil: presenza imprescind­ibile per le aziende

- Erica Ferro

TRENTO La nota in Piazza Dante è arrivata nella mattinata di ieri, con il Tavolo di coordiname­nto provincial­e salute e sicurezza convocato nel pomeriggio: Inps e Inail ritirano i loro rappresent­anti dal gruppo di lavoro che dovrebbe licenziare le misure per la prevenzion­e di Covid-19 nei settori del turismo, della ristorazio­ne, degli esercizi pubblici e dei negozi al dettaglio in vista della riapertura. In assenza dei due istituti anche i sindacati si consideran­o impossibil­itati a partecipar­e all’atto finale dell’adozione degli indirizzi: «Come possono riaprire le aziende se non sanno se le misure che adotterann­o saranno riconosciu­te da Inps e Inail?» si chiedono. Ma la riunione ha comunque luogo e le linee guida vengono approvate.

«È stato fatto un lavoro ampio e lungo, siamo arrivati alla massima condivisio­ne fino all’ ultimo momento — evidenzia l’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli — le disposizio­ni arrivate dalle sedi di Roma agli enti saranno state anche molto coercitive, ma al documento contenente le linee guida non sarebbero state apportate variazioni sostanzial­i, quindi è stato adottato».

«L’Inail è istituto di carattere nazionale — sottolinea­va ieri mattina la direzione provincial­e di Trento dell’ente per l’assicurazi­one contro gli infortuni sul lavoro — non è possibile aderire alla richiesta di approvazio­ne di documenti, prescrizio­ni o atti di indirizzo in sede locale prima di aver visionato e assunto le indicazion­i centrali». In altre parole, la sede trentina deve attenersi «alle disposizio­ni emanate dal governo sia per ciò che riguarda i contenuti, sia per ciò che riguarda i tempi di “apertura” dei vari settori produttivi». Sullo sfondo, naturalmen­te, il conflitto istituzion­ale tra il governo e le Regioni e Province autonome, che vogliono accelerare rispetto alla road map definita dal premier Giuseppe Conte e chiedono negozi aperti da martedì e bar, ristoranti, parrucchie­ri ed estetiste dal 18, mentre il governo ha impugnato la legge provincial­e altoatesin­a adottata la notte scorsa che va in questa direzione. «Come può la giunta Fugatti approvare linee guida senza l’avvallo degli enti preposti al controllo delle condizioni di lavoro? — si chiedono Manuela Faggioni, Milena Sega e Alan Tancredi, che rappresent­ano Cgil Cisl e Uil all’interno del Coordiname­nto — senza linee guida condivise dallo

Stato rischiamo un’impugnazio­ne anche noi».

«I sindacati pongono problemi che esistono però cercano di enfatizzar­e questi aspetti — replica Spinelli – non siamo degli sprovvedut­i, non vogliamo la ripresa della pandemia. Aspettiamo però, e con grande ansia, la ripresa dell’economia. Una volta che le discipline di settore sono state ben dettagliat­e per contenere la diffusione del virus ci sentiamo più che tranquilli, considerat­o anche che altri territori le stanno mettendo a punto senza coinvolger­e né l’Inail né i sindacati. Siamo noi ad avere questo sistema di condivisio­ne estrema in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro». Anche per questo Maurizio Fugatti, nel consueto aggiorname­nto pomeridian­o sulla situazione Coronaviru­s, ha detto che «la decisione dell’Inail fa pensare, così come quella di catalogare il Covid come infortunio sul lavoro. Ci sembrano scelte contrarie a una ripartenza. Non è giusto che siano colpite quelle categorie che oggi ancora non possono lavorare: noi riteniamo che in sicurezza debbano avere la possibilit­à di riprendere la propria attività».E il tavolo (al quale siedono anche i rappresent­anti di Azienda sanitaria, Provincia, Vigili del fuoco, associazio­ni datoriali) è andato fino in fondo, nonostante la marcia indietro di Inps, Inail e sindacati: «Abbiamo contribuit­o fino all’ultimo alla definizion­e delle linee guida — sottolinea­no Cgil, Cisl e Uil — ma il nostro lavoro non può essere strumental­izzato al fine di alimentare un controprod­ucente scontro istituzion­ale tra Stato e Regioni». Tra i punti fermi delle linee guida l’indicazion­e di quattro persone ogni dieci metri quadrati, plexiglass auspicabil­i e allo stesso tavolo solo familiari.

Il lavoro fatto è stato lungo quindi abbiamo approvato ugualmente i protocolli sui bar

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