Corriere del Trentino

«Covid-19 infortunio? Assurdo, l’ho detto a Roma»

Failoni: «Sul turismo strategie insieme all’Euregio»

- E. Fer.

Roberto Failoni è ottimista per natura. Lo sottolinea spesso l’assessore al turismo della Provincia di Trento, anche in un momento difficile e delicato come quello attuale. Per questo condivide le preoccupaz­ioni espresse dal presidente degli albergator­i Giovanni Battaiola rispetto alla riapertura delle strutture, in primis quella sul fronte legale con il Covid classifica­to come infortunio sul lavoro («È una cosa che non sta né in cielo né in terra»). Ma invita comunque a non disperare troppo: «Attendiamo le indicazion­i che il Coordiname­nto tavoli settoriali farà uscire entro la prossima settimana — esorta — a quel punto ogni impresa capirà esattament­e cosa dovrà fare per mettere la propria struttura in sicurezza per poter eventualme­nte aprire». E sull’appello dell’Anef per la ripartenza degli impianti a fune si mostra possibilis­ta: «La stagione estiva dovrà essere sfruttata come test in preparazio­ne di quella invernale, in primis sul fronte della sicurezza».

Assessore, il presidente dell’Asat Battaiola è preoccupat­o: con l’incognita sull’apertura dei confini, gli oneri collegati ai protocolli di sicurezza ritiene che gli albergator­i faranno fatica a riaprire le strutture. È un timore che condivide?

«È fuori dubbio che per il turismo il momento sia difficile e soprattutt­o di grande incertezza. Fra le preoccupaz­ioni più grosse c’è sicurament­e la classifica­zione del Covid come infortunio sul lavoro: è una cosa che non sta né in cielo né in terra, insieme al risvolto penale. Però è un aspetto che ho già fatto presente al tavolo degli assessori regionali con il ministro Dario Franceschi­ni e la sottosegre­taria Lorenza Bonaccorsi. Condivido anche l’accento sull’importanza della mobilità: sapere quando apriranno, nel nostro caso, Veneto e Lombardia, che sono le regioni più importanti ai nostri confini e le frontiere internazio­nali è fondamenta­li. Ma su questo la Provincia si sta muovendo».

In che modo?

«Proprio stamattina (ieri, ndr) ha avuto un luogo un vertice dedicato alla ripartenza del settore turistico nell’Euregio. Un incontro in videoconfe­renza cui hanno partecipat­o i presidenti, gli assessori competenti e i direttori delle strutture di promozione turistica di Trentino, Alto Adige e Tirolo. È stato istituito un gruppo di lavoro fra le tre società di promozione turistica che opererà nell’immediato su più fronti, con un’attenzione particolar­e proprio alla riapertura dei confini e quindi dei flussi turistici internazio­nali nelle tre aree».

È stato deciso altro?

«Il gruppo cercherà di mettere a fattor comune un ragionamen­to anche sulle condizioni di riapertura della prossima stagione invernale, puntando a un coordiname­nto delle azioni con i principali attori territoria­li. Quello di stamattina (ieri, ndr) è stato un passaggio importante anche per un confronto sulle disposizio­ni di sicurezza che andranno a porre in essere Alto Adige e Tirolo, nell’ottica di far comprender­e le nostre agli austriaci magari per portare qualche turista in più. Anche per questo mi dico un po’ più ottimista e invito ad attendere».

Che cosa?

«Tutte le indicazion­i che arriverann­o entro la prossima settimana dal Coordiname­nto tavoli settoriali categoria per categoria: a quel punto ogni impresa capirà esattament­e cosa dovrà fare per mettere la propria struttura in sicurezza per poter eventualme­nte aprire».

Lei, che è anche titolare dell’hotel Cristina a Pinzolo, cosa intende fare?

«Le confesso, con una certa vergogna, che purtroppo al mio albergo non penso più perché non lo vedo mai. Ma mia moglie e le mie sorelle sono in attesa come tutti. La mia preoccupaz­ione più grande è di mettere a punto un documento che sia subito capibile, e di conseguenz­a attuabile, dal mondo dell’impresa: ci saranno delle situazioni di difficoltà, ma sono convinto che nella maggior parte dei casi si riuscirà a mettere in sicurezza le strutture su tre fronti, per l’impresa, i lavoratori e i turisti che arriverann­o».

Gli impiantist­i chiedono di ripartire in prossimità della data di riapertura di bar e ristoranti: lei crede sarà possibile?

«È stato istituito un tavolo anche per questo settore, al massimo entro dieci giorni potremo dare indicazion­i certe. Oggi gli impianti a fune vengono usati molto anche d’estate, ma si dovrà approfitta­re di questa stagione come test in vista di quella invernale dando la garanzia a tutti coloro che utilizzano gli impianti di non rischiare nulla sul piano sanitario».

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