Cinema, difficile ripartire «Norme insostenibili»
Precauzioni e popcorn i nodi
TRENTO Il via libera del governo ha colto tutti di sorpresa. Gli addetti ai lavori parevano rassegnati: prima di settembre nessuno sarebbe tornato al cinema. E invece nell’articolo 1 del dpcm firmato domenica da Giuseppe Conte si legge che «gli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto restano sospesi fino al 14 giugno 2020».
Dal 15 giugno, dunque, si ricomincia? Molto probabilmente no. «A queste condizioni nessuno aprirà le sale» ammette infatti Massimo Lazzeri, a capo di Cineworld Trento che gestisce le sale del Modena, del Vittoria e del Roma e presidente dell’Anec Tre Venezie. Il motivo risiede principalmente nelle norme di sicurezza estremamente rigide. «Un protocollo che va assolutamente e totalmente modificato — secondo Lazzeri — perché non ha ragione d’essere». Distanza di sicurezza tra le persone di almeno un metro, misurazione della temperatura corporea a tutti gli spettatori, agli artisti e a ogni altro lavoratore, obbligo per il pubblico di indossare le mascherine. «Sono più che d’accordo che debbano essere tenute durante tutto l’avvicinamento alla sala, ma nel momento in cui lo spettatore si siede, è distante dagli altri, non è pensabile le si continui a indossare».
Fa discutere anche il divieto di consumare cibo e bevande durante gli spettacoli: «I pop corn c’è chi li odia e chi li ama — commenta Lazzeri — ma fanno parte della sostenibilità delle nostre sale: dobbiamo poter continuare a venderli». «Il cinema non è un luogo più insicuro rispetto ad altri, come ad esempio i ristoranti — aggiunge — una persona che guarda un film, innanzitutto, non parla, quindi tendenzialmente non emette gocce di saliva. È seduta, inoltre, in direzione dello schermo, non di altri. Avendo grosse metrature, poi, possiamo gestire facilmente il distanziamento e siamo tutti dotati di impianti moderni per il ricambio d’aria».
«Il mio cinema ha le sale piccole, ho provato cosa silevanza. gnifichi nella settimana prima del lockdown ed è stato molto difficile: ora le restrizioni sono ancora maggiori — sottolinea invece il titolare del cinema Astra di Trento Antonio Artuso —. Al momento una riapertura il 15 giugno mi sembra improbabile, aspetto di vedere se magari a livello provinciale si farà qualcosa di diverso sui protocolli di sicurezza. Aspetto di confrontarmi con l’associazione degli esercenti».
Anche perché, come evidenzia Lazzeri che la presiede nel Triveneto, «tutta la filiera del cinema deve muoversi contemporaneamente per avere film di una certa riBisogna capire anche le policy delle grandi major internazionali, facciamo riferimento parecchio al mercato americano. Non usciranno, inoltre, film italiani per dichiarazione stessa di produttori e distributori». Si pone, dunque, anche un problema di prodotto.
L’apertura del governo ha colto i vertici del Coordinamento teatrale trentino mentre stavano ragionando su tutt’altre prospettive: «Stiamo organizzando il cinema all’aperto — fa sapere la presidente Loreta Failoni — a Trento, Roverto, Lavis, Mori, Borgo, Ala, Tione, Peio e Porte di Rendena abbiamo già organizzato le rassegne cinematografiche estive». Una direzione che verrà mantenuta nonostante il nuovo dpcm: «Le sei sale che gestiamo direttamente sul territorio d’estate sono chiuse e le altre strutture sono dei Comuni, quindi penso che la riapertura sarà a settembre. Stiamo discutendo con i municipi, inoltre, un elenco di spettacoli teatrali preparati in accordo con lo Stabile di Bolzano soprattutto per i bambini».