L’Alto Adige riapre dal fine settimana «La sensazione è buona»
Ripartono le strutture di bassa quota, a Pentecoste apre l’Oltradige al Roen Venti ozonizzatori e saturimetri in quota
Cristofoletti Ogni persona dovrà avere uno spazio di 5 metri quadri. Ci saranno kit anti-Covid
TRENTO In Veneto come in Alto Adige i rifugisti hanno già ricevuto le indicazioni utili a una ripresa delle attività. A Bolzano in particolare la Provincia ha dettato le linee guida da seguire, che il Cai ha trasmesso ai propri associati. «Ogni persona dovrà avere uno spazio personale di 5 metri quadri — spiega il presidente del club alpino di Bolzano Riccardo Cristofoletti —. Il Cai ha ordinato un kit-Covid con saturimetri, termometri, mascherine e ozonizzatori per purificare l’aria». Gli strumenti verranno dati ai gestori di tutte le 326 strutture sul territorio nazionale, in ambito locale i rifugi e la sede di Bolzano avranno a disposizione un totale di 20 ozonizzatori. «I gestori del rifugi controlleranno la temperatura a chi vorrà accedere all’interno della struttura e in caso di febbre ovviamente non si andrà a indagare la natura della stessa, ma il sospetto caso positivo verrà isolato e riportato a valle con l’aiuto del soccorso alpistione no. Naturalmente facciamo appello alle persone che tengano un comportamento responsabile, ancora più di quanto ci si augurava in precedenza, evitando di intraprende un’escursione qualora non ci si senta in perfette condizioni».
A prescindere dalle innumerevoli limitazioni e dalle disposizioni aggiuntive che aprono un’incognita sulla gedi eventuali casi da parte dei tecnici della montagna e dal personale medico, Cristofoletti in una video riunione con i propri presidi ha riscontrato un clima positivo per quanto riguarda l’andamento del periodo estivo. «I nostri associati si dicono fiduciosi di potere avere una buona stagione: il primo rifugio (l’Oltradige al Roen, ndr) aprirà già a Pentecoste (weekend del 31 maggio, ndr), la voglia di montagna è parecchia. Per le strutture più di bassa quota si va verso una ripresa delle attività proprio da questo fine settimana in avanti, mentre in altitudine tendenzialmente si andrà ad aprire intorno al 1015 giugno a seconda delle condizioni di neve che ci saranno. Ma in generale, pur con le difficoltà alla circolazione internazionale, ci sono ancora delle prenotazioni dall’estero e una sensazione generale buona per i nostri associati, che credono di potere agganciare il turismo anche in una dimensione diversa e più incentrata sulla domanda domestica». Ad ogni modo, nel tentativo di favorire la circolazione transfrontaliera, il presidente altoatesino Arno Kompatscher starebbe lavorando a un accordo diretto con il governo austriaco.
Al di là dell’aspetto economico i rifugi devono comunque aprire nella stagione estiva secondo le date indicative che vengono stabilite di anno in anno e per le diverse singole strutture. Per loro natura e contratto i rifugi devono infatti garantire il presidio del territorio, di modo che — per esempio in caso di maltempo — gli escursionisti possano mettersi al riparo. È questa l’originaria funzione dei rifugi stessi, che non può derogare a prescindere dall’emergenza Coronavirus. «Per noi vuol dire che il rifugista dovrà tenere aperto e comunque mettere ancora e sempre a disposizione un locale in caso di necessità (può essere anche un semplice magazzino adibito a ricovero d’emergenza, ndr). Al momento abbiamo deciso invece di non dare accesso alle capanne sociali, ai rifugi autogestiti. Non possiamo permetterci di fornire le chiavi senza garantire la sanificazione degli ambienti che andrebbe lasciata alle iniziative dei singoli» chiude Cristofoletti.
Ci sono ancora prenotazioni dall’estero: i nostri associati sono fiduciosi