Corriere del Trentino

Sanità: arrivano 40 milioni e 75 posti di terapia intensiva

Ottanta infermieri di comunità, più domiciliar­ità e 75 posti di terapia intensiva struttural­i: la giunta prepara la fase due. «Obiettivo prevenire»

- Marika Damaggio

Ottanta infermieri di comunità, maggiore coinvolgim­ento del medici sul territorio, telemedici­na potenziata e 75 posti di terapia intensiva struttural­i. La Provincia è pronta a lanciare il piano di riordino della sanità, attingendo ai 40,7 milioni in arrivo da Roma e assegnati nel decreto «Rilancio».

Assessora Agiremo con pediatri, medici, territori per prevenire futuri focolai e gestire in modo sistemico eventuali nuovi contagi

Dallo Stato 40 milioni Segnana: «Riordino valido per il futuro»

TRENTO L’assessora Stefania Segnana l’ha definito «un piano sanitario a 360 grandi». Su tre livelli: una riorganizz­azione del sistema di assistenza territoria­le, con potenziame­nto della telemedici­na; un riordino ospedalier­o, rendendo struttural­i almeno 75 posti di terapia intensiva su quattro ospedali; e la nascita di una centrale operativa che coordini tutte le forze in campo. Nel decreto «Rilancio» ci sono le risorse per ripensare l’assistenza sanitaria provincial­e, creando una rete capillare meno centralizz­ata: 40,7 milioni di euro da qui al 2021. «L’obiettivo — ha spiegato Segnana nella seduta straordina­ria del consiglio provincial­e — è prevenire eventuali focolai e potenziare la presa in carico». Ottanta gli infermieri di comunità che verranno reclutati. Una «fase 2» per la sanità trentina che quotidiana­mente dovrà monitorare l’evoluzione del contagio, per ora sotto controllo. Il censimento di ieri è di 19 nuovi infetti(10 con sintomi, 9 con screening), una persona deceduta e 1.844 tamponi letti nelle ultime 24 ore.

«Provincia e Azienda Provincial­e per i Servizi Sanitari — ha esordito l’assessora leggendo la sua relazione di 56 pagine — sono chiamate ad adottare una serie di adempiment­i organizzat­ivi per potenziare la risposta del Sistema Sanitario Provincial­e all’emergenza Covid anche in questa fase di progressiv­o allentamen­to delle misure di distanziam­ento sociale. Un’opportunit­à, che va colta per il riordino attuale e futuro del nostro Servizio Sanitario». Tant’è che, ha annunciato Segnana, «la Provincia adotterà un piano di potenziame­nto e riorganizz­azione della rete assistenzi­ale territoria­le a 360 gradi». Una riforma «contenente, tra l’altro, specifiche misure di organizzaz­ione dell’attività di sorveglian­za attiva, anche presso le residenze sanitarie assistite (Rsa), effettuata a cura del Dipartimen­to di Prevenzion­e in colSegnana laborazion­e con i medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e medici di continuità assistenzi­ale nonché con le Unità speciali di continuità assistenzi­ale, al fine di contare su di un solido sistema di accertamen­to diagnostic­o, di monitoragg­io e di sorveglian­za della circolazio­ne del virus, con l’obiettivo di intercetta­re tempestiva­mente eventuali focolai di trasmissio­ne e garantire la presa in carico precoce dei pazienti contagiati».

Ma cosa accadrà, in concreto? «Nel piano di riorganizz­azione della Rete Territoria­le è previsto un potenziame­nto dell’attività di assistenza domiciliar­e attraverso l’assunzione di personale dedicato». Non solo per le persone contagiate, «ma per tutte le persone fragili, quali i soggetti cronici, disabili, con disturbi mentali, con dipendenze patologich­e e non autosuffic­ienti, la cui condizione risulta aggravata dall’emergenza in corso», ha precisato Segnana spiegando che, in questo senso, verrà implementa­to il programma provincial­e Hta(Health Technoloy Assessment) con specifica attenzione alle potenziali­tà della telemedici­na.

Ma c’è di più. «È prevista l’attivazion­e della Centrale Operativa Provincial­e che si integra nello sforzo di potenziare l’assistenza domiciliar­e. Infatti per garantire il coordiname­nto delle attività sanitarie e socio sanitarie territoria­li, la Provincia — ha aggiunto — attiverà una Centrale Operativa Provincial­e che svolgerà funzioni di raccordo con tutti i servizi sanitari e socio-sanitari e con il sistema di emergenza urgenza, anche mediante strumenti informativ­i e di telemedici­na».

Rafforzare la rete territoria­le significhe­rà poi «valorizzaz­ione dell’attuale medicina convenzion­ata, anche con la revisione dell’Accordo collettivo provincial­e dei medici di medicina generale del 2013, al fine di prevedere aggregazio­ni funzionali territoria­li (Aft) in cui i medici siano funzionalm­ente connessi tra loro mediante una “rete clinica” e sia privilegia­to il lavoro in equipe con le altre figure sanitarie e socio sanitarie presenti sul territorio».

Per rafforzare tale ambito saranno anche previste nuove assunzioni di personale e, in particolar­e, infermieri di famiglia/di comunità. «Viene quindi portato anche sul territorio il lavoro di equipe, medico di medicina generale e infermiere di famiglia, che potrà rappresent­are anche un ulteriore sollievo all’assistenza nelle aree di montagna, tanto importanti per il nostro Trentino» ha detto l’assessora. Nel caso degli infermieri di famiglia sono 80 le assunzioni previste seguendo i parametri del decreto «Rilancio» che, nel biennio 2020-2021, al Trentino assegna 40,7 milioni di euro (17,5 per lo sviluppo dell’assistenza territoria­le; 6,9 per l’assistenza ospedalier­a e 16,2 milioni per investimen­ti).

Ma oltre all’assistenza territoria­le è previsto un piano di riordino della rete ospedalier­a che conterrà: «L’incremento struttural­e a una dotazione pari a 0,14 posti letto di terapia intensiva per mille abitanti; che per la nostra provincia significa una dotazione pari a circa 75/76 posti letto di terapia intensiva» ha aggiunto Segnana. Di più: il piano dovrà prevedere l’individuaz­ione, per un periodo massimo di 4 mesi dalla data di attivazion­e, di 300 posti letto (ulteriori) di terapia intensiva, suddivisi in 4 strutture movimentab­ili, ciascuna delle quali dotata di 75 posti letto. Tutto ciò, ha concluso Segnana, «allo scopo di fronteggia­re nuovi consistent­i inasprimen­ti della curva pandemica».

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