Arrampicata indoor, Bolzano parte nel weekend
La ripresa dell’arrampicata sportiva come tutte le discipline ha dovuto fare i conti con le nuove disposizioni in materia di coronavirus, tanto nella pratica all’aperto che indoor. Sia in Trentino che in Alto Adige l’attività outdoor è iniziata con qualche settimana d’anticipo rispetto alle palestre, che almeno in provincia di Bolzano riapriranno comunque già da questo fine settimana.
«Riprenderemo nei consueti orari — spiega Martin Knapp, responsabile del Salewa Cube —, con tutti gli accorgimenti del caso. Non abbiamo chiuso degli itinerari ma gli utenti dovranno evitare di arrampicare su vie vicine. L’igienizzazione delle prese non è prevista in quanto le stesse non sono considerate strumenti ma parte integrante della struttura. È obbligatorio però l’utilizzo di magnesite liquida, che per l’elevato tasso di alcol che contiene è un valido disinfettante». Le docce della struttura — che ha un’altissima frequentazione — non potranno essere utilizzate, le mascherine andranno indossate quando non si sta arrampicando. Anche per quanto riguarda il noleggio è stata adottata una politica diversa rispetto al normale. «Affitteremo solo le scarpette, perché possiamo sanificarle, mentre corde o imbraghi si potrebbero deteriorare. Per cui ognuno sarà tenuto a presentarsi con il proprio materiale d’arrampicata». Altri centri sul territorio provinciale hanno chiesto che il protocollo diffuso dalla Fasi sia rivisto, con procedure meno stringenti nelle azioni da adottare, che al momento hanno una precisa sequenza.
In Trentino al momento le strutture indoor si stanno organizzando per una prossima riapertura, a Mezzolombardo come a Campitello di Fassa. Nell’Alto Garda, Arco Climsponsabilità bing sta lavorando alla ripresa delle attività nella palestra di via Nas. «Ci sono una serie di procedure che cambiano a seconda della struttura. Al momento le scuole sono chiuse ma per il futuro in molti casi bisognerà ragionare in termini che siano funzionali anche per gli istituti — spiega Diego Mabboni —. Nella palestra che utilizza Arco Climbing gli spogliatoi sono chiusi, si entra con i sovrascarpe chirurgici, abbiamo previsto delle aree di stazionamento per ognuno. In questo momento comunque — solo nel Basso Sarca — abbiamo sette atleti di interesse nazionale, moltissimi ragazzi e centinaia di associati che vogliono riprendere l’attività: crediamo sia importante organizzare anche l’attività sulle strutture artificiali. Come quella di Prabi: per il fatto che è all’aperto si tratta di un patrimonio importante, soprattutto in un periodo come questo».
Al momento la parete che viene utilizzata per il Rock Master — che quest’anno non si terrà per la prima volta dal 1987 — è chiusa ma l’associazione Arrampicata Sportiva Arco non vede le condizioni per un suo impiego immediato. «Bisogna riuscire a fare un ragionamento con la federazione e trovare le condizioni per potersi assumere la re
di seguire una struttura di quel tipo — spiega Angelo Seneci —. Nel frattempo devo dire che la ripresa dell’attività outdoor procede abbastanza bene. Non ho visto assembramenti, anche se il turismo da fuori regione non è ancora arrivato e non ho notato un gran utilizzo di mascherine».
Per quanto riguarda la pratica in falesia, ormai anche in Trentino le disposizioni locali sono in linea con quelle nazionali. «Secondo l’ultima ordinanza provinciale si può andare ad arrampicare anche con gli amici, mantenendo la distanza di due metri, che scendono a un metro per i congiunti — spiega l’avvocato Carlo Callin Tambosi, del gruppo rocciatori Piaz —. L’arrampicata sportiva è considerata uno sport individuale e anche tutte le manovre e le operazioni di partner check possono essere eseguite senza bisogno di entrare in contatto diretto».
Rimane invece più complessa la gestione dell’arrampicata su vie multipitch, specie di stampo alpinistico: la contemporanea presenza in sosta degli scalatori e il passaggio del materiale dal secondo al primo di cordata non sarebbero infatti conciliabili con le disposizioni igieniche e il distanziamento sociale.
Seneci
«Sulle falesie nessun affollamento. La parete del Rock Master? Difficile da utilizzare»