Corriere del Trentino

Santa Chiara, il ritorno alla normalità

Il direttore Grattarola: «Conserviam­o il pre-triage» Secondo l’Iss la il Trentino ha l’incidenza di casi più alta in Italia. Merler (Fbk): «Tanti tamponi»

- Di Alberto Mapelli

L’attività operatoria è al 70% rispetto ai livelli pre-Covid, i reparti stanno ripartendo. Grattarola: «Manterremo il pre-triage, il pronto soccorso si ripopola ma non di codici bianchi».

L’incidenza settimanal­e

TRENTO di contagi più alta d’Italia — 24,96 casi ogni 100 mila abitanti — e l’indice di trasmissib­ilità Rt, ovvero il numero di persone a cui mediamente un positivo trasmette il virus, a 0,77, il terzo a livello nazionale dopo Abruzzo e Valle d’Aosta. Ma anche trend in ribasso come il resto d’Italia, una bassa probabilit­à di aumento di trasmissio­ne, un basso impatto sui servizi assistenzi­ali e zero allerte segnalate. Il report settimanal­e dell’Istituto superiore di sanità dipinge una situazione del contagio in Trentino sotto controllo nel complesso.

L’incidenza settimanal­e così alta, però, si spiega con l’alto numero di tamponi eseguito: «Chi fa un grosso lavoro di tracciamen­to e tamponi viene quasi penalizzat­o in questa analisi — spiega Stefano Merler della Fondazione Bruno Kessler —. Questo non toglie che queste attività siano utilissime, ancora di più ora che la situazione è sotto controllo perché aiuta a tenere l’indice di trasmissib­ilità sotto la soglia di 1». Anche l’aggiorname­nto quotidiano conferma la stabilizza­zione dell’epidemia. Ieri zero decessi per Covid e su 2.025 tamponi analizzati quelli positivi erano solo 16, di cui 10 con sintomi emersi negli ultimi cinque giorni. Tre di questi nuovi casi sono emersi all’interno delle Rsa. I posti occupati in terapia intensiva sono solo quattro.

In questo contesto anche l’ospedale Santa Chiara di Trento si sta organizzan­do per tornare alla normalità, come

conferma il direttore della struttura Mario Grattarola.

Direttore Grattarola, in che misura sono operativi i reparti e le sale operatorie?

«L’attività operatoria è al 70% di operativit­à, ci stiamo avvicinand­o a quella che è l’operativit­à estiva. Le unità operative sono tutte attive. Pneumologi­a sarà operativa da lunedì perché si stanno ultimando i lavori di riconversi­one. Medicina interna e ortopedia hanno ancora un’area filtro che rimarrà operativa per un po’ di tempo, mentre geriatria non è ancora a pieno regime. Possiamo dire di essere intorno al 40% rispetto al regime normale».

Ma si tornerà al 100% oppure è prevista una riduzione dell’attività ordinaria?

«Per tornare a una realtà pre-Covid ci vorrà temp, ma le regole sul distanziam­ento sociale ci costringer­anno a diminuire l’offerta. A questo vanno aggiunti i limiti struttural­i del Santa Chiara e il fatto che stiamo entrando in estate, in cui anche negli altri anni i servizi

diminuivan­o per il normale piano ferie del personale. Che, dopo questi mesi intensi, ne ha anche bisogno». Quanti posti letto rimarranno riservati al Covid?

«Circa una ventina nei reparti, quattro in rianimazio­ne e un’area del pronto soccorso su cui stiamo ancora ragionando».

I numeri del contagio

Ieri zero decessi e su 2.025 tamponi analizzati quelli positivi erano solo 16

Il tendone per il pre-triage rimarrà?

«Facciamo degli sforzi per conservarl­o perché lo riteniamo necessario. Ovviamente, è un impegno che utilizza delle risorse, che sono sottratte ad altri servizi dell’ospedale».

Al pronto soccorso iniziano a presentars­i anche casi non Covid? «Sta riprendend­o l’accesso

di persone che si rivolgono a noi per esigenze non legate all’epidemia, anche se limitandos­i a situazioni più gravi, Il numero di codici bianchi è molto inferiore a prima. Questi casi stanno optando per altre soluzioni».

Secondo l’Iss la situazione dal punto di vista dell’assistenza è sotto controllo. Il Santa Chiara e il servizio provincial­e sono pronti per una eventuale seconda ondata ?

«La rete ospedalier­a trentina ha retto all’impatto anche nei giorni dell’emergenza. Da come è stata gestita l’epidemia dobbiamo imparare qualcosa. La sfida, nel caso di una seconda ondata, sarà quella di gestirla sul territorio, trasforman­do l’ospedale nel secondo punto di difesa della popolazion­e dal virus. Credo sia anche importante mandare il messaggio ai cittadini che non siamo ancora liberi dal rischio. Il problema può ripresenta­rsi. Per questo è fondamenta­le che tutti rispettino le regole.

I contagi diminuisco­no in numero e in forza. Quando possiamo aspettarci zero contagi?

«Difficile dirlo, il trend è in discesa. E anche la sintomatol­ogia di chi viene trovato positivo è molto più lieve. Per fortuna non vediamo più quelle polmoniti terribili dei primi tempi».

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Lavori In rianimazio­ne si lavora per il ritorno del reparto alla normalità

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