«Stando a casa ho compreso il valore dell’empatia»
Toto Forray, capitano dell’Aquila basket, è stato difficile per uno sportivo affrontare il lockdown dovuto all’emergenza sanitaria?
«No, non posso parlare di difficoltà pensando a tutto quello che questa pandemia ha causato. Nel primo periodo della quarantena ho cercato di allenarmi da casa, ma quando è stata annunciata la fine del campionato mi sono dedicato esclusivamente alla famiglia. Ho messo a posto le piccole cose che c’erano da sistemare in casa, sono uscito il minimo indispensabile, solo per fare la spesa».
Ora che la fase 2 è iniziata come si sta comportando?
«L’unica cosa che abbiamo fatto io e mia moglie, appena si è potuto, è stata tornare a casa nostra a Forlì. Neanche adesso stiamo uscendo molto, non ne sentiamo il bisogno: preferiamo stare un po’ attenti. Abbiamo un piccolo giardino da poter sfruttare, i bimbi si possono godere i nonni e viceversa».
Cosa le è mancato di più in questi mesi?
«La pallacanestro ovviamente. Gli allenamenti in palestra, l’adrenalina della sfida, le emozioni forti della competizione. Ma io sono uno che cerca di guardare sempre il lato positivo delle cose. Non mi sono concentrato sulle mancanze, piuttosto sulla possibilità inaspettata che mi è stata offerta: stare con mia moglie e i miei figli, godermi appieno la famiglia».
Cosa crede le lascerà il vissuto di questo periodo?
«C’è stato tempo per pensare, molte cose su cui riflettere. Così su due piedi direi che quanto è successo ha sviluppato ulteriormente la mia empatia. Empatico lo sono sempre stato, ma questa emergenza mi ha aiutato a comprendere ancora di più situazioni e sentimenti che non si vedono abitualmente».