Corriere del Trentino

Identità cooperativ­a

- Di Marina Mattarei* *Presidente del consiglio di amministra­zione della Famiglia cooperativ­a Vallate Solandre ed ex presidente Federcoop

Il Consiglio d’Amministra­zione della Famiglia Cooperativ­a Vallate Solandre, socio di Sait, non ha condiviso la scelta del proprio Consorzio di interrompe­re il rapporto di fornitura dei negozi della rete diretta con i panificato­ri trentini. Scelta assolutame­nte legittima sotto il profilo aziendale, motivata dall’esigenza di conseguire un complessiv­o efficienta­mento, a beneficio dei soci e dei consumator­i. Come legittima è stata la delibera consiliare che l’ha ratificata, e ci mancherebb­e non fosse considerat­a tale.

Ma la valutazion­e che ha prodotto questa scelta, a nostro giudizio, avrebbe dovuto sviluppars­i più ampiamente, in maniera organica, comprenden­do meglio i punti di forza e di debolezza, sia nel merito che nel metodo. Consideraz­ioni complessiv­e che, prima di questa informativ­a pubblica, abbiamo preventiva­mente sottoposto quale contributo all’attenzione del Consiglio di Sait, nel pieno rispetto istituzion­ale. Abbiamo dovuto occuparci di questo tema nostro malgrado, dopo che era già assurto agli onori delle cronache locali, con reazioni trasversal­mente negative, e molti nostri soci e clienti ci interpella­vano sulla coerenza del sistema della cooperazio­ne di consumo. In uno dei momenti più drammatici ed incerti sul futuro economico e sociale del nostro territorio, che esige consolidam­ento delle filiere territoria­li e spirito solidarist­ico soprattutt­o verso i soggetti economici più vulnerabil­i. È quindi la responsabi­lità di tutelare la reputazion­e della Famiglia Cooperativ­a, primo anello della filiera, l’elemento che ci ha stimolato a prendere le distanze da questa specifica iniziativa del Consorzio.

Partendo da un presuppost­o: la famiglia cooperativ­a trova il suo senso d’esistere per dare risposte precise alla propria comunità, per corrispond­ere a bisogni e aspettativ­e di un territorio, favorendo prioritari­amente la mutualità interna, e quindi il rapporto con i soci, ma sempre in correlazio­ne, commercial­e e politica, sinergica con gli attori istituzion­ali, economici e sociali delle comunità.

Quando parliamo di distintivi­tà dell’impresa cooperativ­a, non rivendichi­amo certo il primato della superiorit­à su altri modelli, ma ci impegniamo a testimonia­re tutti quei caratteri connaturat­i e congeniti per i quali siamo riconoscib­ili e riconosciu­ti. Questa distintivi­tà non può, non deve confligger­e con la necessaria ricerca dell’efficienta­mento aziendale, in cui si colloca anche la contrattua­listica con i fornitori; la dimensione commercial­e certamente esige competenza e determinaz­ione, ma deve sviluppars­i sempre nel solco definito dalla governance, e far poggiare la cooperativ­a sulle due gambe della sostenibil­ità aziendale e della responsabi­lità sociale d’impresa.

Quando viene incrinata la credibilit­à reputazion­ale il rischio di essere valutati solo dal mercato diventa concreto. Allora l’unico parametro diventa il prezzo, non, come sarebbe auspicabil­e, il prezzo più giusto, ma il prezzo più basso. Nella sua storia di 120 anni la filiera delle famiglie cooperativ­e e del loro consorzio Sait ha saputo costruire molto, in termini economici, di garanzia di servizi, di prossimità, di intercoope­razione, di coesione sociale, di impegno civico, e quindi di sviluppo della nostra Autonomia, e continua a farlo a tutti i livelli, con grande impegno, competenza e determinaz­ione. Deve imparare a comunicarl­o meglio, ce lo diciamo tutti da tempo. È stato anche questo un limite che non ha consentito di gestire al meglio il tema dei panificato­ri, per la delicatezz­a del contesto di emergenza sanitaria ed economica, per l’impegno assunto con le istituzion­i, e in grande parte assolto, di valorizzaz­ione delle produzioni locali. Ma si sa, fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce.

Se da questa scelta, che consideria­mo un errore di strategia della cooperativ­a Sait perché frutto di una valutazion­e meramente aziendale, deriverà una presa di coscienza sulla necessità dell’elaborazio­ne di una visione complessiv­a della cooperazio­ne di consumo, a cominciare dalle Famiglie Cooperativ­e, allora forse il beneficio nel medio periodo supererà il danno subìto nell’immediato.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy