Piscine e palestre cercano nuovi spazi
Domani la riapertura. Il fitness si sposta all’aperto. Asis: «Riduzione delle entrate»
Palestre pronte a riaprire con distanziamento delle macchine e il contenimento degli accessi, i Dpi per tutti e la rinuncia alla doccia. Pronte con un grande sforzo di adeguamento anche le piscine comunali gestite da Asis, che hanno adottato ogni accorgimento per riaprire in sicurezza domani le piscine coperte e sabato i lidi con piazzole di 7 mq a persona ed entrate limitate: al Manazzon 500 utenti e a Gardolo 300. Meno pronte le associazioni dilettantistiche: «Non ci sono norme precise».
TRENTO Le palestre dopo il distanziamento delle macchine e il contenimento degli accessi, i Dpi per tutti e la rinuncia alla doccia sono ai blocchi di partenza per l’attesa riapertura di domani dopo due mesi di lezioni online. Fremono e cercano spazi all’aperto come la Defant’s club che chiede una piccola parte del parco delle Albere offrendo anche l’utilizzo gratuito di attrezzature per fare fitness. Pronte con un grande sforzo di adeguamento le piscine comunali gestite da Asis, che seppure in un percorso a ostacoli tra una norma e un protocollo hanno adottato ogni accorgimento per riaprire in sicurezza — domani le piscine coperte e sabato i lidi — con piazzole di 7 mq per una persone o 2 dello stesso nucleo famigliare ed entrate massime: al Manazzon 500 utenti e a Gardolo 300. Ma la «Fase 2» per le piscine vedrà l’eliminazione del bar (sostituito da un distributore automatico di acqua) e una lista nominale degli utenti entrati nelle ultime 2 settimane per un eventuale tracciamento in caso di contagio da coronavirus. Meno pronte le associazioni sportive dilettantistiche come Uisp e Csi: in totale 280 società e 20.000 tesserati, che invitano le società affiliate alla prudenza.«Meglio non aprire finché non c’è un quadro preciso sulla responsabilità del gestore in caso di contagio».
Un mondo di giovani impegnati attraverso le società sul territorio in molte attività sportive anche di squadra. Allievi che si alternano nelle (poche) strutture a disposizione come le palestre scolastiche utilizzate a rotazione da tantissimi utenti e con il nodo della sanificazione continua. Uno dei problemi lamentano Tommaso Iori presidente dell’Unione italiana sport per tutti e Gaia Tozzo presidente di Centro sportivo italiano di Treno. Ma, denuncia Iori, manca soprattutto un quadro chiaro per come riaprire: «Il 25 si può ripartire ma senza una delibera è difficile sapere come muoversi, per ora partiamo sulla base del Dpcm del 17 maggio che ha permesso la riapertura», commenta, poi si aggiungono le linee guida, i protocolli attuativi degli enti sportivi e, a discrezione, i protocolli di regioni e province. Un ginepraio di norme. «Aspettiamo di vedere lunedì la delibera provinciale se è diversa dalle linee guida, altrimenti ci muoveremo confrontandoci e con il Coni e la giunta», dice Tozzo.
Domani aprono anche le piscine, solo coperte, dove oltre alle prescrizioni classiche c’è il vincolo di una persona ogni 7 mq in corsia, il divieto di usare docce e armadietti, mettendo in sacchi i propri indumenti. Ma è nelle piscine esterne, da sabato 30 maggio, che l’organizzazione è più articolata. La prima cosa adottata da Asis è la riduzione delle entrate, due fasce orarie a tariffe minori (9-14 e 15-20, un’ora per sanificare), compartimentazione degli spazi con le piazzole di 7 mq da prenotare via telefono o con una Card al portatore, «che permetterà anche di avere un elenco nominale delle persone entrate negli ultimi 14 giorni — spiega il direttore di Asis Luciano Travaglia — un registro momentaneo di presenze». Per chi nuota resta la distanza di 7 mq in acqua (in 8 corsie 55-60 persone). E poi niente docce, solo quella saponata per tutti, percorsi indicati, mascherine obbligatorie fuori dall’acqua. «Ci lavoriamo da settimane per rendere tutto sicuro, nonostante non siano chiare le linee guida, l’importante è che tutti si impegnino singolarmente a rispettare le regole — aggiunge l’ingegner Travaglia — ci saranno più bagnini e un service dedicato a far rispettare le norme e se serve chiameremo le forze dell’ordine, ma speriamo non accada».
Prontissimi per la partenza alla Defant’s club delle Albere come tutti i centri fitness. Vincenzo Vanacore uno degli 8 soci spiega: «Abbiamo distanziato le macchine, fatto percorsi indicati, accessi giornalieri massimi a 60 (prima era 300), istruttori con mascherine e guanti, e per il cliente cambio di scarpe, niente doccia, spogliatoio contingentato e sanificato ogni volta e niente sport di contatto, insomma vi aspettiamo».