Simulazioni anti-crisi per non avere più focolai Piano contro le infezione per le case di riposo
La situazione si sta stabilizzando e i numeri sono in progressivo calo. Malgrado si sia registrato ancora un decesso, i contagi censiti ieri sono dieci appena (sette con sintomi, tre individuati con screening) a fronte di 1.563 tamponi letti nelle ultime 24 ore. Ma l’attenzione resta alta, specie nei contesti maggiormente esposti all’infezione di Covid-19. Come le case di riposo.
Proprio per questo, ora che la situazione sanitaria è più tranquilla rispetto anche a solo poche settimane fa, l’Unione Provinciale Istituzioni Per l’Assistenza che coordina l’operato di tutte le Rsa del territorio sta elaborando le linee strategiche per la gestione della delicata fase due. «Upipa sta lavorando a stretto contatto con l’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari, il Dipartimento Salute della Provincia di Trento e tutte le parti sindacali per elaborare formalmente il protocollo anti Covid da mettere in atto nelle Rsa — chiarisce la presidente Francesca Parolari — In pratica si tratta di mettere nero su bianco tutte quelle regole che nelle prossime settimane serviranno a preservare le case di accoglienza anziani dal diffondersi del virus. Il documento sarà pronto per fine mese».
Tra le prime azioni messe in campo rientra l’istituzione delle cosiddette «strutture di transito», dove gli anziani ammessi all’assistenza nelle Rsa trascorrono circa due settimane in stanze singole prima di essere trasferiti nella struttura definitiva. «Questo permette di isolare eventuali infetti prima che entrino in una Rsa “sana”, ma le strutture di transito possono essere utilizzate anche come strutture di supporto per Rsa già colpite dal contagio che hanno bisogno di essere alleggerite, come sta già succedendo per l’Rsa Vannetti, quella di Brentonico e di Riva» spiega Parolari. Evitare che Covid-19 entri nelle Rsa non infette è ancora al primo posto delle priorità, e per questo l’ingresso nelle strutture sarà ancora off limits per i parenti degli ospiti. «Puntiamo su tamponi e test sierologici a cadenza regolare per tutti i dipendenti per evitare che il virus entri nelle strutture» aggiunge. Ma la vera novità è l’elaborazione di scenari di crisi possibili e la simulazione delle azioni da mettere in atto per ogni Rsa. «I termini del protocollo saranno chiariti con grande precisione, ma ogni struttura è diversa e in casi come questi la gestione logistica e organizzativa, anche pratica, è alla base del successo — chiarisce Parolari — In collaborazione con la task force provinciale stiamo quindi effettuando delle simulazioni in ogni Rsa per immaginare come muoverci in ogni evenienza». Le ipotesi messe sotto test vanno dalle più semplici - la gestione quotidiana degli ospiti, la turnazione del personale e la compartimentazione in diverse zone interne alla struttura - a quelle più complesse. «Cosa succede se si ammala il coordinatore sanitario? Che procedure seguire se si individua un focolaio? — immagina Parolari — Una cosa è scrivere le regole, un’altra è capire come metterle in pratica e trovare la soluzione migliore per le caratteristiche di ogni struttura».
Sono 10 i nuovi casi registrati ieri, a fronte di 1.563 tamponi E ancora un decesso