L’intuito della Farfalla
Zadra narra di un giovane che sente in anticipo il profumo della morte di chi gli sta vicino
Un giovane autore trentino, un libro che intreccia una storia irreale con il valore delle relazioni umane e un’anima green in grado di superare la dimensione puramente letteraria. Tutto questo è Farfalla, ultimo romanzo dello scrittore e poeta Mattia Zadra, pubblicato per la Chance Edizioni di Roma.
Come è nata l’idea di scrivere Farfalla?
«Come per tutti i libri è una specie di mistero. Talvolta si ha un’idea che si crede geniale e poi si traduce in un nulla di fatto, talvolta capita che l’ispirazione semplicemente arrivi da sola. “Farfalla” è nato dopo aver letto un libro di José Saramago: ho concepito il desiderio di scrivere una storia inverosimile ma vera, di raccontare la realtà attraverso l’irreale. È nata così l’idea di un personaggio in grado di sentire in anticipo il profumo della morte sulle persone che lo circondano».
Come mai questo tema così particolare?
«Fin da subito mi era chiaro che il tema principale del romanzo sarebbe stato quello dell’empatia, la capacità di entrare o meno in contatto con gli altri esseri umani. Nel 2018, quando ho iniziato a scrivere il romanzo, in Italia stavamo vivendo un periodo storico e politico in cui la mancanza di empatia nei confronti di alcune categorie era evidentissima. Ho voluto immaginare come sarebbe stato coltivare l’empatia con questo dono particolare: una sorta di sensibilità ipersviluppata che influenza tutti i rapporti con gli altri. Questo è il filone principale sul quale ho voluto innestare altri sviluppi narrativi e diversi spunti legati all’ambientalismo, uno dei temi che mi sta più a cuore in assoluto».
Da dove arriva il titolo e come si lega al protagonista?
«Per me le farfalle simboleggiano la buona salute dell’ambiente che mi circonda e un elemento che cerco sempre quando mi muovo. La farfalla si contrappone poi alla falena: emblemi del bivio davanti al quale si trova il protagonista stesso, un ragazzo d’oggi, di una generazione non calcolata, che fa i salti mortali per trovare il suo posto nel mondo.
Fin da giovanissimo si deve arrangiare per vivere, ma mantiene sempre un forte senso della giustizia. Farfalla o falena sono le sue due possibilità di “evoluzione”, anche se bene e male non sono mai divisi in maniera assoluta».
Il tema ambientale è presente all’interno dell’arco narrativo e fa parte dell’intero progetto editoriale.Come?
«Tutto nasce dalla possibilità di lavorare con gli editori di Chance Edizioni di Roma, dei grandi professionisti ma soprattutto dei begli esseri umani. In tutto il processo di editing, grafica e stampa del libro hanno sempre tenuto in grande considerazione le mie indicazioni e i miei desideri, arrivando a stampare il libro su carta certificata FSC a zero impatto ambientale. Ho voluto poi trovare un modo per fare qualcosa di concreto.
Esiste quindi un’edizione limitata di 100 copie che viene distribuita direttamente da me e che viene consegnata con un piccolo gadget personalizzato. Grazie al progetto Trentino Tree Agreement, per ogni due copie di questa edizione speciale sarà possibile piantare un albero nei boschi devastati dalla tempesta Vaia lo scorso anno. Se tutte le copie verranno vendute, al ceppo di un albero abbattuto verrà affissa la targa commemorativa intitolata alle “cento farfalle” che avranno contribuito a ricostruire la foresta».
Come il bosco, anche la pubblicazione di «Farfalla» ha dovuto affrontare la tempesta del coronavirus. Quali conseguenze sulla pubblicazione?
«Questo romanzo sarebbe dovuto essere il libro di punta di Chance Edizioni al Salone del Libro di Torino, che per il momento è stato rimandato. Abbiamo dovuto re-inventarci ma l’appoggio non è mai mancato e Farfalla arriverà al Salone del libro quando si potrà farlo in sicurezza».
Il suo primo romanzo, «Vedere», è del 2010, «Farfalla» del 2020. Tra l’uno e l’altro ci sono state altre pubblicazioni e molta attività in seno ai poetry slam. Come ha influito questo sulla sua scrittura?
«La poesia, e la poesia performativa dei poetry slam in particolare, mi ha insegnato a stare più attento ai suoni delle parole, dando peso non solo al concetto ma anche alla forma. Stare su un palco mi ha aiutato a capire qual è la reazione delle persone alla mia scrittura e a trovare il giusto equilibrio tra ritmo narrativo e necessità che alcuni elementi si fissino nella memoria di chi legge. L’obiettivo è sempre scrivere per le persone e costruire un contatto con il lettore».